Dalla Base Aerea i velivoli telecomandati di controllo delle frontiere impiegati da Guardie di confine e Polizia non decolleranno più in missione.
Dalla fine dello scorso anno, come annota il comandante della Base di Locarno, il colonnello Martih Hösli, nell'editoriale dell'ultimo numero della rivista interna "Base Aerea Locarno News", pubblicato con notevole ritardo causa le complicazioni sorte con l'emergenza sanitaria, non sono più impiegati. Questi pattugliatori, utili ma poco silenziosi (ricordiamo le immancabili polemiche sorte negli scorsi anni a causa del rumore prodotto dai propulsori, soprattutto la notte, mentre sorvolavano i cieli del Locarnese e del Mendrisiotto) a Locarno-Magadino non torneranno più. E nemmeno il nuovo modello, dal momento che, come ci è stato riferito, la gestione dei droni avverrà direttamente dalla Base militare di Emmen. In pratica i velivoli telecomandati decolleranno dal Canton Lucerna, sorvoleranno - grazie alla loro lunga autonomia di volo (fino a 36 ore!) - le aree di confine del Paese e rientreranno per posarsi sulla pista di partenza. Senza scali tecnici a Magadino. Ma a Locarno, comunque, le Guardie di confine potranno ancora contare sul supporto degli elicotteri e dei piloti militari. I modelli Ec-135 e Superpuma (con videocamera Flir) saranno infatti sempre a disposizione per compiti di pattugliamento, ricerca persone o calamità, come fino ad ora. Insomma come rileva il comandante, il sistema di controllo delle frontiere è stato rivisto ma non escluderà Magadino dal discorso.
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