Gli uomini politici sono uguali dappertutto. Promettono di costruire un ponte anche dove non c’è un fiume. (Nikita Chrušcëv)

mercoledì 16 luglio 2008

Fannie e Freddie sono due istituti di credito degli Stati Uniti. Vendono mutui immobiliari. Sono come Ginger e Rogers, ma non ballano su un set cinema

Fannie e Freddie sono due istituti di credito degli Stati Uniti. Vendono mutui immobiliari. Sono come Ginger e Rogers, ma non ballano su un set cinematografico. Danzano sul baratro del fallimento. Le loro azioni sono crollate nel mese di luglio.In caso di bancarotta Fannie e Freddie lascerebbero un buco di 5000 miliardi di dollari, la metà del debito pubblico americano. Dovrebbe intervenire lo Stato nazionalizzandole con un automatico aumento del costo del denaro e delle tasse. In Italia è come se fallisse contemporaneamente la maggior parte delle imprese quotate in Borsa. Fannie deve rimborsare 216 miliardi di dollari entro un anno, Freddie un po’ di più, circa 291 miliardi. I soldi non ci sono. Per due motivi. Le rate dei mutui non vengono più pagate e nessuno sottoscrive nuovi mutui. In sostanza il mercato immobiliare non c’è più.La gente non ha più soldi e il costo del denaro è salito. Inoltre, il valore delle case è crollato e le banche sono piene di case ipotecate. Nella pancia dei bilanci delle banche ci sono ancora immobili valutati al valore precedente alla crisi dei “subprime”. Le banche non vogliono svalutare, alcune non se lo possono permettere, il loro valore azionario crollerebbe. Fannie e Freddie rappresentano uno tsunami finanziario che in un modo o nell’altro arriverà da noi. I prezzi degli immobili in Italia sono drogati da un cartello di società immobiliari. Il centro delle città non ha più scopi abitativi, ma di lucro. Il prezzo degli appartamenti non ha alcun legame con la realtà. Le società immobiliari stanno da tempo, in uno strano silenzio dei media, perdendo il loro valore in Borsa. Da gennaio 2008 le prime nove società del settore hanno perso 2,4 miliardi di euro, circa la metà della loro capitalizzazione. Pirelli Real Estate, un po’ di più della media: il 57,82%. Il crollo del mercato immobiliare in parte c’è già stato. Chi aveva un euro di azione a Natale, si ritrova con 50 centesimi prima delle vacanze.Il valore delle case è mantenuto alto in modo artificiale. Le grandi città sono invase da cartelli di vendita e di affitto e intanto si costruiscono sempre nuovi alloggi in periferia.La cosa strabiliante è che la crisi vera non è ancora arrivata. Negli Stati Uniti le banche a rischio fallimento sono circa 90. Una, Indy Mac, ha chiuso venerdì. Il terzo fallimento negli Stati Uniti per importanza del dopoguerra. Le file della gente che ritirava i risparmi sono la fotografia della situazione.Qualche consiglio: non comprate immobili, non fate debiti, non accendete nuovi mutui, se potete estinguete i mutui che avete, non comprate titoli di società immobiliari, non comprate fondi con titoli di società immobiliari. Fannie e Freddie stanno arrivando. da blog beppe grillo

E VALE ANCHE PER LE NOSTRE SUPERBANCHE
ZURIGOSwiss Re: quasi 10 miliardi prestati a Fannie Mae e Freddie Mac

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ZURIGO - Swiss Re ha prestato quasi 10 miliardi di dollari a Fannie Mae e Freddie Mac, le due agenzie statunitensi specializzate in mutui ipotecari e attualmente in gravi difficoltà finanziarie. La notizia ha fatto precipitare il titolo di Swiss Re in borsa: alle 13.30 era in ribasso di oltre il 7%.
Secondo il riassicuratore elvetico l'esposizione nei confronti di Freddie Mac ammontava all'inizio di luglio a 5,2 miliardi di dollari, quella nei confronti di Fannie Mae a 4,4 miliardi, per un totale di oltre 9,7 miliardi di franchi, precisa un comunicato agli investitori di Swiss Re.
Per salvare le due agenzie semipubbliche statunitensi, l'amministrazione Bush e la Banca centrale americana (Fed) hanno offerto lunedì il loro sostegno, eventualmente anche con un aumento di capitale. Fannie Mae e Freddie Mac gestiscono circa il 40% dei crediti immobiliari privati negli Stati Uniti.



Un grand groupe immobilier espagnol fait faillite
La crise immobilière espagnole a fait sa première victime importante. Faute d'avoir pu obtenir un prêt, le promoteur Martinsa-Fadesa s'est placé dans la nuit de lundi à mardi en cessation de paiement.
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