Decreto d’accusa contro tre bracconieri
In novembre uccisero un fusone ed una cerva in un’area vietata con armi illegali. Poi portarono teste e pelli al centro di raccolta di Giubiasco e lì furono individuati
Pene pecuniarie con la condizionale, comprese tra gli undici e i diciannovemila franchi. A dipendenza delle aliquote giornaliere, che variano tra le 45 e le 60. Multe comprese tra i 1’500 e i 2'000 franchi. Confisca delle armi utilizzate. E, per tutti e tre, il divieto di caccia per due anni. Che è forse la pena che gli peserà di più. Il procuratore pubblico Mario Branda ha firmato in questi giorni il decreto d’accusa nei confronti dei tre cacciatori che furono protagonisti a fine novembre di un grave atto di bracconaggio. Uno dei più gravi scoperti dai guardiacaccia. Anche a detta dei dirigenti della Federazione cacciatori, che furono molto severi nel giudizio. Grave per due motivi, si disse quando il caso venne alla luce. Primo, per l'arsenale di armi vietate che guardiacaccia e polizia trovarono nelle case dei tre uomini coinvolti. Secondo, perché si tratta di cacciatori noti nell'ambiente e non di scapestrati. Uno di loro fu addirittura, anni fa, presidente di una società di caccia. I tre organizzarono la loro battuta fuorilegge nel tardo pomeriggio del 30 novembre, ultimo giorno di caccia bassa, nei boschi del Ceneri. Uccisero una cerva e un fusone, un giovane maschio protetto. Cacciato in un’area vietata e con armi non ammesse: fucili da caccia bassa caricati con munizioni illegale. Scuoiati i cervi, portarono teste e pelli al centro di raccolta degli scarti animali di Giubiasco e lì furono individuati. Polizia e guardiacaccia suonarono alle loro porte verso l'una di notte di lunedì 1° dicembre. E oltre ai cervi macellati trovarono anche fucili con calcio pieghevole, per poter essere meglio nascosti, visori a infrarossi e silenziatori. Il blitz si svolse tra Contone, Minusio e Ascona.Nel corso dell’inchiesta é emerso che uno dei tre indagati aveva già compiuto almeno un altro atto di bracconaggio sul Piano di Magadino. I tre, che possono a questo punto decidere di ricorrere contro la condanna o di accettarla, dovranno anche risarcire il costo degli animali abbattuti e le spese giudiziarie.tnews
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