Il politico deve essere in grado di prevedere cosa accadrà domani, il mese prossimo e l'anno prossimo, e, in seguito, avere la capacità di spiegare perché non è avvenuto.” Sir Winston Churchill/marquee>

giovedì 19 agosto 2010

AMARCORD


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'I ultimo comunello della Riviera di Gambarogno è, a ponente, Caviano che conta anche due frazioni: Scalano, su nella fascia pedemontana, e Dirinella in riva al lago. È il torrente d'Isnella (Rialeresso in vecchi documenti) che fa da confine tra la Svizzera e la Lombardia. Al di là è Zenna; poi, Pino e il suo Sasso.

L'aspetto dell'abitato di Dirinella è quello comune a tutti i valichi secondari di frontiera: edifici doganali, barriere che s'alzano e s'abbassano quasi continuamente, botteghe, ristoranti, ufficio del cambiavalute e un innanzi e indietro dei funzionari doganali in uniforme. La cartolina (1920 circa) è stata edita probabilmente, stando al nome dell'editore (G. Sciasela), in Italia.

Un tempo, per valicare questo confine con l'Italia, era più comodo il treno (che passa ancora un po' più dietro a monte sulla destra). Oggi, invece, allo stesso valico transitano ogni giorno le auto dei frontalieri che vengono da noi a lavorare, al mercoledì quelle dei ticinesi per recarsi al mercato di Luino e spesso gli italiani che preferiscono fare il pieno di benzina in Svizzera.

Dirinella è ripresa ove ha termine la strada cant guardando verso est; sicché sul declivio montan si scorgono il campanile di Caviano e, più a sini quello di Sant'Abbondio, la terricciola nella cui giurisdizione sta, a Ranzo, l'ultima stazioncina svizzera della ferrovia Cadenazzo-Luino 1882. L'aspetto di Dirinella è di poco cambiato. Vi sta ancora le tre case, taluna con annesso ristorante L'edificio con il portichetto, sede della ricevitori doganale svizzera fu però demolito per dar fiate spazio alla strada e alla piazza. Centocampi, a monte di Caviano, è spesso ricor< perché lassù rimane ancora qualche cascinale co di paglia.

«Dove la coltivazione di segale era modesta, serviva da foraggio o da strame, ma dove la coltivazione era molto intensa, si aveva paglia in U quantità che la si trova usata come copertura di tei tutto il mondo. Nel '300, causa il perìcolo di incem città di Zurìgo proibì scandole di legno e paglia, eh fino allora erano il solo materiale usato per la copertura di tetti: alla stessa epoca, Bellinzona aveì metà delle sue case coperte in paglia». (Giovanni Bianconi

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