“Ognuno di noi se fosse nato in un campo di concentramento e da 50 anni fosse lì e non avesse alcuna prospettiva di poter dare ai propri figli un avvenire sarebbe un terrorista”. GIUGLIO ANDREOTTI

mercoledì 27 ottobre 2010

Ultimo treno per Cadenazzo. Ed i passeggeri restarono a terra


Ultimo treno per Cadenazzo. Ed i passeggeri restarono a terra

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26/10/2010 Da Il giornale del Ticino
Vicenda dai contenuti grotteschi e sconcertanti ieri sera a Luino: alcuni viaggiatori provenienti da Gallarate e diretti verso il Ticino sono stati “scaricati” alla stazione ferroviaria senza che il convoglio in coincidenza li aspettasse. Ed il personale di servizio si è limitato allo scaricabarile: “È colpa delle Ffs”.
Chissà che cosa sta scritto nei contratti siglati e ripetutamente rinnovati e “migliorati” tra autorità ticinesi e quelle della Regione Lombardia. Chissà che cosa si dice, in particolare, circa gli obblighi correnti per ciò che riguarda l’ultimo treno disponibile al punto di interscambio. Perché i fatti, checché ne pensino Marco Borradori da una parte e Raffaele Cattaneo dall’altra, continuano ad indicare una sostanziale indifferenza verso gli utenti da parte di coloro che hanno un mandato di servizio da espletarsi; indifferenza che fa rima con indecenza soprattutto quando ai viaggiatori non sia offerta alternativa alcuna.
Vergognoso, e da denuncia penale, l’episodio occorso ieri sera ad alcuni viaggiatori che sono rimasti bloccati alla stazione di Luino senza possibilità di procedere con mezzi pubblici - come era nelle loro intenzioni - verso il Ticino: l’ultima corrispondenza utile è infatti stata fatta “saltare” perché il “Tilo” da Luino in direzione Cadenazzo è partito regolarmente alle ore 19.15 mentre il convoglio “Trenitalia” numero 20298, staccatosi dalla banchina di Gallarate alle ore 18.13 e con arrivo a Luino previsto alle ore 19.08, ha accusato un ritardo di circa 16 minuti. I passeggeri in direzione Ticino, tutti muniti di regolare biglietto per l’intera tratta, hanno trovato dunque un vuoto pneumatico sul primo binario. Inutili le proteste rivolte al responsabile del “movimento”, oltremodo seccante la risposta ricevuta: “Comandano quelli delle Ffs, noi non abbiamo responsabilità”. E nemmeno la volontà di risolvere il problema: “Durante l’intera tratta da Gallarate a Luino - è il racconto di uno tra gli utenti beffati - non si è vista una persona che fosse una tra gli addetti, né il capotreno né il controllore. Non ci è stata fornita alcuna avvertenza circa eventuali ritardi, non ci è stato quindi fornito alcun suggerimento su opzioni alternative. Quando siamo scesi a Luino, buio pesto e fuggi-fuggi generale”. Uno scaricabarile da commedianti consumati: “All’interno della stazione, biglietteria chiusa, sportelli chiusi, tre dei quattro che si trovavano all’interno dell’“Ufficio movimento” non hanno nemmeno alzato un ciglio di fronte alle nostre civili proteste mentre il quarto si è quasi adirato perché la cosa, a suo dire, non lo riguardava o non era di sua competenza”.
Fregatura tripla, se si considerano i fatti. Primo: ad originare il problema sarebbe stata una mancata comunicazione circa il ritardo da parte del capotreno del Ti20298, “per noi introvabile una volta che il convoglio era giunto in stazione”, è il racconto. Secondo: i passeggeri si sono dovuti arrangiare con mezzi di fortuna, chi chiamando qualche amico che è venuto a prenderlo in auto da Bellinzona o da Locarno, chi affidandosi al buon cuore dei motorizzati per necessità (si è raccolta al proposito anche la testimonianza di una cittadina italiana con origini rumene, destinazione prevista Gordevio), chi infuriandosi per l’assenza di soluzioni terze ossia un qualsivoglia trasporto su gomma (“taxi” a Luino, nemmeno l’ombra; sicché uno sconsolatissimo 50enne si è reimbarcato sul successivo treno per Gallarate, progettandosi un percorso via Milano-Como-Chiasso-Lugano indi Bellinzona, a conti fatti sarà arrivato in piena notte, sempre che sia arrivato). Terzo, ed infine: nessuno pare disposto a rimborsare il biglietto per la porzione di tratta non percorsa. Alla faccia di quelli che dovrebbero convincersi a far uso della rotaia anziché dell’auto.

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