martedì 23 ottobre 2012

L'ombra del "campanile" affoga Io sport di squadra

L'opinione dell'ex presìdentissimo Walter Balestra

Di Diego lnvernizzi

Qualche volta, in un passato non poi così lontano, i sogni diventavano realtà. Probabilmente l'ultimo di questi "sogni" che si è concretizzato alle nostre latitudini, è stato quello che ha avuto per protagonista Walter Balestra, uno sportivo-imprenditore dal fiuto raffinato che negli anni Settanta ha preso in mano le redini della squadra di calcio dell'US Gambarogno, militante in quarta divisione, e l'ha portata sino alla Divisione nazionale B, inanellando quattro promozioni consecutive. Qual è stato il segreto dell'incredibile scalata ? L'ho chiesto al suo artefice, trasferitosi ultimamente sulla sponda destra del Verbano.
"Nessun segreto - mi ha risposto - ho dapprima voluto la fusione tra le due squadre gambarognesi militanti nei campionati minori (Magadino e Basso Gambarogno) e in seguito, fedele al vecchio adagio 'l'unione fa la forza' ho messo in campo - con l'aiuto di un allenatore serio e capace - una squadra competitiva, composta esclusivamente di giovani della regione, ai quali, più tardi, sì sono aggiunti alcuni giocatori osservati qua eia... magari scartati da altre società, che sì sono ben amalgamati, consentendo l'avverarsi del sogno" ! Fu un evento "storico" che fece versare fiumi d'inchiostro sui giornali di tutta la Svizzera. Dov'è Gambarogno, che nemmeno è menzionato sulle cartine geografiche ? - si chiedevano in molti. L'hanno scoperto proprio grazie alla squadra di calcio che, inconsciamente, è diventata un veicolo pubblicitario di straordinaria efficacia per la sponda sinistra del Verbano. Poi i tempi sono cambiati e quando Balestra si è fatto da parte, la società ha ritrovato... i campionati minori. Perchè ho citato questo evento ? Semplicemente perchè nel Ticino non si è ancora capito che bisogna cambiar rotta, mirando all'unificazione delle forze e lasciando spazio ai giovani talenti. Ho chiesto a Balestra come giudica la situazione delle maggiori società di calcio (Lugano, Bellinzona, Chiasso e Locamo) e di hockey (Lugano e Ambii) del Cantone. Lapidaria la sua risposta: "Non ci sarà via di sbocco fino a quando sarà l'ombra del campanile a prevalere". Concretamente cosa proporresti ? "L'ho detto e scritto a più riprese: formare un'unica grande squadra con i migliori elementi indigeni limitando all'indispensabile i 'rinforzi stranieri', sia per il calcio che per il disco su ghiaccio.. Le società di periferia dovrebbero diventare i satelliti delle grandi. Solo in questo modo si potrà ancora contare 10-15.000 spettatori sugli spalti Con la situazione attuale (salvo qualche sporadica eccezione) il 'terzo mondo' .in campo sportivo è alle porte". Come arrivarci ? "Trovando l'intesa e pensando alla creazione dì un poh sportivo in un luogo centrale collegato all'autostrada e alla ferrovia. Rivera {nelle vicinanze della cabinovia del Tamaro) potrebbe essere la piazza ideale". E i mezzi finanziari ? - gli chiedo - "L'autorità, a tutti i livelli, dovrà fare la sua parte: il suo esempio farà da traino ad altri investitori". Rimarrà un sogno quello dell'ex presidente dell'US Gambarogno ? Non saprei cosa rispondere. Diego lnvernizzi

Nessun commento:

Posta un commento