lunedì 22 ottobre 2012

Vira Gambarogno. Peccato!

EDGARDO RATTI, VIRA GAMBAROGNO

 È stata demolita in questi ultimi giorni la villa cosiddetta del “scior Dorin” al secolo Tognetti Dorino. Una bella villetta con entrata sulla strada cantonale, ma con una vista meravigliosa sul lago e dalle caratteristiche ottocentesche con verande Liberty e un bel parco prospiciente il lago. Era disabitata da anni in quanto gli eredi, da tempo, non abitavano più a Vira. Sta di fatto che senza tanti complimenti è stata demolita per far posto, presumibilmente, ad un’altra costruzione sicuramente non dello stesso prestigio. Una fine come quella di tante altre nel cantone che, vuoi per mancanza di regolamenti edilizi, vuoi per la scarsa sensibilità dei proprietari e vuoi anche per la mancanza di attenzione da parte dei politici, comunali e cantonali, subiscono questa triste fine.
Certo, si può obiettare che l’insufficienza di regolamenti specifici impedisce di essere contro una regolare domanda di abbattimento prima e di costruzione poi. Ma chi deve redigere questi regolamenti? Non certo il cittadino, bensì il Municipio con l’avallo del Consiglio comunale. Ma al di là di questi cavilli burocratici sta di fatto che anche nei Municipi e nei Consigli comunali non ci sono persone sensibili a queste problematiche per cui, prima ancora di esser sindaco o consigliere comunale si è avantutto cittadino con il preciso dovere di fare del bene al paese. Così che di fronte a una domanda di demolizione occorrerebbe chiedersi, al di là del regolamento, se è un bene o un male abbattere questi edifici, forse, alla fine si giungerebbe ad altre soluzioni. Ma purtroppo il carente processo conoscitivo, la scarsità di informazione culturale di fronte a simili problemi causa queste deficienze. E a questo punto non si può non pensare che anche a livello scolastico manchino le informazioni culturali nei confronti dei valori ambientali da salvare e da inserire nei regolamenti comunali e cantonali. Ne va della nostra storia e, senza un approfondimento analitico di questi valori arriviamo inevitabilmente alla loro sistematica distruzione. Peccato, veramente peccato.

2 commenti:

  1. in definitiva a tutti va bene così:
    il proprietario vende. gli architetti lavorano, le ditte fanno speculazione, e al Municipio arrivano le tasse.

    Scontato che tutta la cittadinanza ci perde, non solo nel caso specifico, ma in generale, ma se non sbaglio in Municipio e in consiglio comunale sono presenti anche altre realtà oltre ai sostenitori tradizionali dei cementificatori.

    Come la costruzione della nuova casa in legno vicino al lido di San Nazzaro, comune e cantone se ne sono fregati.
    Solo in Ticino, terra del Sud, tutto è permesso.
    In nessun altro posto della Svizzera il privato può costruire lungo le rive del lago.

    Questo non ö un problema di chi vende o costruisce, loro fanno i loro interessi, e forse tutti o quasi faremmo la stessa cosa, lo sdegno va verso le autorità che non vigilano o non legiferano.

    Ul Guglielmino da Cadempin

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  2. ..cemento, cemento,cemento e tutto rigorosamente per secondarie!
    ma come se la ridono i confederati: nella terra di nessuno i nostri servi della gleba gli concedono tutto

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