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mercoledì 9 settembre 2015

Ex case comunali da vendere

da la Regione
Secondo i dati estratti dal Registro fondiario, il Comune di Gambarogno dispone di 726 proprietà fra stabili, terreni, strade, piazze, posteggi, boschi e scorpori di terreno. Un patrimonio enorme, ereditato dalle attuali nove frazioni con l’aggregazione del 2010. Da subito l’importante parco immobiliare ha posto alcuni problemi legati alla gestione, alla manutenzione e all’incremento
dei valori degli stabili. Di più: “Analizzando i conti consuntivi degli ultimi anni, constatiamo che il nostro Comune ha una buona copertura delle spese correnti, degli oneri finanziari e un autofinanziamento praticamente totale degli investimenti; alla luce di tutto ciò si potrebbe affermare che Gambarogno non ha la necessità impellente di alienare il proprio patrimonio”. Tuttavia il debito pubblico al 31 dicembre 2014 ammontava a quasi 40 milioni di franchi (7’843 franchi per abitante). Decisamente eccessivo, stando ai parametri classici. Ciò che, stando al Municipio, giustifica la necessità di attivare una politica di rimborso del capitale di terzi (54 milioni; erano oltre 60 al momento dell’aggregazione), “che potrebbe passare da un contenimento degli investimenti a una rivalutazione e alienazione di alcune proprietà patrimoniali”. Sono queste le premesse che hanno spinto l’esecutivo a muoversi in diverse direzioni. La prima “per garantire trasparenza sulle effettive potenzialità finanziarie del Comune”, è il cambiamento di destinazione di alcuni beni senza fini amministrativi, che diverranno beni patrimoniali alienabili. “In seguito, a dipendenza della politica d’investimento che si vorrà adottare, si deciderà la tempistica e il numero delle proprietà da alienare”. La questione verrà discussa dal Consiglio comunale nella seduta convocata il 28 settembre.
‘Una Maserati che trascina
un carretto pesante’
La vendita di proprietà – da eseguire entro il 31 dicembre 2025 – passerà attraverso il pubblico concorso, organizzato sotto forma di asta pubblica, con valori minimi determinati da perizie immobiliari. «Non c’è fretta: si tratta di una manovra a medio-lungo termine – spiega il sindaco Tiziano Ponti –. Il tema va affrontato nell’ambito di una politica di risanamento delle casse e del debito comunale. Con l’aggregazione, dal punto di vista della gestione corrente, siamo diventati una specie di Maserati: ma dietro trasciniamo un carretto pesante, un fardello di debiti da alleggerire». Nella proposta municipale sono elencate le proprietà che il Comune ha intenzione di vendere: l’ex magazzino comunale (con posteggio, archivio e terreno) a Piazzogna: il sedime edificabile al Bustello di San Nazzaro; l’ex magazzino pompieri di Gerra; il terreno e i due palazzi al mappale 433 sempre a Gerra; l’ex cancelleria comunale, la sala delle assemblee e un appartamento a Sant’Abbondio; una casa di appartamenti affittati nella medesima località; l’ex cancelleria comunale con piazzale e prato a Caviano. Il Municipio chiederà pure al legislativo di cambiare la destinazione di alcuni beni comunali, da amministrativi a patrimoniali. Si tratta dell’ex casa comunale di Vira (con studio medico, ex cancelleria, ex sala Cc, ex banca e locale cassette di sicurezza Cs); dell’ex cancelleria di Piazzogna (oggi utilizzata per un pre asilo); e del negozio alimentari con locale hobby a Caviano. Ma per queste proprietà nel messaggio non è contemplata l’alienazione. Gli obiettivi da perseguire sono riassunti nel testo dell’esecutivo: “Realizzare liquidità da utilizzare per diminuire il capitale dei terzi, elemento determinante nella valutazione del debito pubblico, attualmente eccessivo; ridurre nella gestione corrente i costi di manutenzione e quelli per le coperture assicurative; ridurre i contenziosi e i rischi sui debitori; utilizzare le risorse in modo consono agli scopi di un ente pubblico ”.

6 commenti:


  1. Non avete fatto i calcoli prima, non aumentate le imposte sarebbe il colmo, era meglio prima.

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  2. Ma siamo sicuri che il carretto pesante sia dietro?

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  3. Se qualcuno ha dei debiti e gira con la maserati, magari potrebbe anche solo cambiare macchina scegliendone una meno cara....!

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  4. Vendere è troppo facile, non ai commercianti per rivendere, a chi spetta alle frazioni ai cittadini di queste che hanno sudato e pagato queste realizzazioni, all'ora spetterebbero per primi agli abitanti di queste frazioni, a un prezzo non esagerato.

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  5. Bene, giusto commercializzare alcuni beni che non rientrano nel core business del Comune. Ma speriamo che per l'alimentazione di ogni proprietà venga fatto un messaggio singolo con una base d'asta che non sia il valore di stima ma quello peritale e non fatto dall'ufficio tecnico bensì da un esperto neutrale con specifica competenza in materia.

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  6. Core business del comune è amministrare e non fare gli immobiliaristi.
    Se proprio non sapete cosa farne, che si diano in gestione o in consegna a degli enti ai quali imporre un certo tipo di attività sia culturale che manuale che meglio si voglia.
    Qui si venderà al miglior offerente. Poi il nuovo proprietario modificherà le vecchie e onorate strutture comunali, testimoni dei sacrifici dei nostri avi, in qualche magazzino o rottamaio, o peggio ancora con qualche attività rumorosa e disturbatrice.
    Speriamo non in qualche postribolo nostrano.
    È ora di abbassare le imposte , non liquidare le proprietà per pagare debiti ai quali devono far fronte anche le generazioni future.
    Nel nuovo comune imperano solo i discorsi di carattere economico.

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