Venerdì 20 luglio, con il concerto eseguito magistralmente a quattro mani e quattro piedi dagli organisti Viviane Loriaut e Guy Bovet si è conclusa la 56.a edizione del Festival organistico di Magadino.
Magadino ha richiamato e ospitato, come di consueto, artisti di talento e grandi nomi della scena internazionale attuale.
Tra le personalità affermate citiamo l’inglese Jane Parker-Smith, figura pittoresca e caratteristica del mondo organistico; curiosa, seria e stravagante allo sesso tempo, ci ha proposto opere di ogni genere con un accento sia romantico sia moderno.
Stella nascente della scuola organistica svizzera, Vincent Thévenaz ha accompagnato il film muto del 1923 “Il Gobbo di Notre Dame”, come si faceva una volta nei cinema.
Alle giovani leve del concertismo internazionale appartengono Megumi Hamaya e Elie Jolliet , che hanno dato vita al tradizionale duello d’organo sull’organo Kuhn della chiesa parrocchiale di Gordola.
Gradito ritorno a Magadino è stato l’organista portoghese Joao Vaz, che con il suo programma ci ha avvicinato ai Germani del Nord e ai Latini del Sud.
Nel concerto di apertura con l’organista Giovanni Mazza e il Coro femminile “Ordinary Ensemble” la “Bellezza” ha accostato il XII secolo al XXI secolo: la musica non ha età e nemmeno la bellezza.
Per la prima volta a Magadino, l’organista svizzera Sara Gerber, che con uno “spumeggiante” concerto, ha presentato uno sorta di “hit parade” della musica organistica, proponendoci musiche pressoché conosciute e amate da tutti gli estimatori della musica organistica.
Archiviamo con soddisfazione anche l’edizione di quest’anno del nostro Festival che da 56 anni dà vita ad un avvenimento di massima portata culturale, con copiosa ricaduta sull’immagine della nostra regione e di tutto il Cantone.
Doveroso è il ringraziamento a tutti i nostri “sponsor” che con il loro sostegno ci permettono di affrontare i non indifferenti costi e di assicurare la continuità della manifestazione negli anni futuri.
Una considerazione sul nostro affezionato pubblico: durante i sette concerti il pubblico presente a Magadino non era sempre numerosissimo, ma per contro particolarmente competente e fedele, che ha saputo apprezzare non solo la splendida varietà dei programmi e degli interpreti, ma anche l’ospitale e stupendo sagrato con la sua vista mozzafiato su tutto il locarnese con il suo lago.
Cinquantasei anni: per un festival specializzato nella musica organistica non sono pochi, soprattutto quando si pensa alla realtà in cui quello di Magadino è nato. Non bisogna infatti dimenticare che, agli inizi degli anni Sessanta, l’attività concertistica nella Svizzera italiana non era certo quella di oggi. Non esisteva l’odierna molteplicità di proposte e tentare l’esperienza di un festival così specialistico aveva il sapore dell’azzardo. E d’azzardo hanno giocato, certo, gli iniziatori, quando si sono decisi ad invitare, in un luogo quasi sperduto, il fior fiore degli organisti di fama per suonare in una rassega che era tutta da inventare, ma come amava affermare il grande organista italiano Fernando Germani, che ha inaugurato la prima edizione del Festival nel lontano 1963 e che si è esibito per ben sette volte, suonare sul “Piccolo ma perfetto organo Mascioni di Magadino”.
Stiamo già lavorando per l’edizione 2019 che avrà luogo dal 5 e il 19 luglio 2018, sempre di martedì, venerdì e domenica.
Nomi nuovi si alterneranno a quelli già noti, giungeranno alla ribalta nuovi talenti e nuove opere verranno eseguite.
L’internazionalità che ci porta i sapori di paesi vicini e lontani sarà garantita.
Arrivederci all’anno prossimo.
Segretariato del Festival organistico di Magadino
Daniela Pampuri
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