Il mercato immobiliare ticinese preoccupa

Si è costruito più di quanto il mercato possa assorbire. Il trend negativo si registra in tutto il paese

La somma dei crediti ipotecari supera i mille miliardi, circa un sesto del prodotto interno loro svizzerno, che non supera i 670. Una cifra che secondo l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) è preoccupante. Anche se l’ultimo rapporto di UBS ha escluso il rischio di bolla immobiliare, i segnali di squilibrio sono evidenti.
Come riporta il Caffè, in Ticino lo scorso anno si contavano 5mila abitazioni vuote, ben mille in più rispetto al 2017.
"Una situazione da monitorare con molta attenzione e che va tenuta sotto controllo" ha affermato il ministro delle Finanze Christian Vitta. Quello che si teme maggiormente è una forte correzione del mercato, che porterebbe delle conseguenze pesanti in tutto il paese. Infatti l’indebitamento ipotecario a livello nazionale ha ormai raggiunto il 146% del PIL mentre i rendimenti immobiliari sono in calo. "Negli ultimi anni si è costruito molto più di quanto il mercato possa assortire. A preoccupare maggiormente è il settore degli immobili da reddito", ha sottolineato in una recente intervista Thomas Bauer, direttore della Finma. Un settore che equivale al 30% del volume delle ipoteche, circa 300 miliardi.Secondo la società di consulenza immobiliare Wüest Partner nel corso del 2019 in Svizzera saranno realizzate 53mila nuove abitazioni, nonostante attualmente ce ne siano già 72mila vuote. E il Ticino non fa eccezione, si continuerà a costruire benché la popolazione residente sia in diminuzione. Dei 5000 appartamenti non affittati o invenduti nel Cantone, 1848 si trovano nel Luganese, in particolare a Lugano, che avrebbe già un potenziale abitativo per altre 29mila persone.

"Sino a pochi anni fa nel giro di due mesi si riusciva a vendere o affittare un appartamento nuovo, oggi si va dagli otto mesi ad un anno e persino un anno e mezzo", ha sottolineato Nicola Bagnovini, direttore della Società impresari costruttori. Arrivati a questo punto non è facile decidere cosa fare. Secondo il ministro Christian Votta affidarsi ai piani regolatori dei Comuni per limitare le licenze edilizie o le aree edificabili non sarebbe saggio: "Queste misure non avrebbero effetti positivi. Credo che saranno le banche e gli investitori che valuteranno la situazione reale e adegueranno di conseguenza le loro strategie".tinews