A margine "Dare a Cesare quel che è di Cesare":

 DA BENE IN MEGLIO

Leggendo questo articolo balza all'occhio l'apertura mentale e lo spirito imprenditoriale che avevano 200 anni fa e l'ottusità dei nostri politici odierni. Tanto casino quando si è trattato di rinnovare la convenzione, con i pavoni nostrani a garantire mari e monti. Cosa è successo? Il vero nulla, anzi, si è perso anche quel minimo di servizio che c'era. La commissione che doveva trovare una soluzione capitanata dal nostro sindaco, non concluse nulla, tranne un artifizio con tale Terrazzini di Lugano. 

Poi piano piano è diminuito il servizio, gli scali sono stati evitati, le corse rarefatte. I tanto criticati battelli , non sono cambiati.
Ora il fallimento completo , senza naturalmente alcuna reazione da parte delle autorità , non solo Gambarognesi ma anche le altre rivierasche. Ma soprattutto le nostre dovrebbero picchiare i pugni sul tavolo: il Gambarogno vive di turismo e il lago è importantissimo.
Ora il personale è licenziato: lavora quello in esubero di Lugano.Cose da denuncia: un consorzio che lascia a casa i propri collaboratori, per assumerne degli altri da una azienda privata.
E poi parlano di investire milioni per fare lo scalo principale a San Nazzaro. Ma avete ancora un pò di sale in zucca?
Che si ritorni al tavolo delle trattative, e ci si accordi con gli italiani ( che hanno sempre fatto quello che si richiedeva, senza compensi...tra l'altro) e si elimini questo pseudo consorzio inutile e inoperante.
E se proprio non ci fossero idee, riprendete i documenti di 200 anni fa e imparate qualcosa da lì. 

Zio Bill