Gli uomini politici sono uguali dappertutto. Promettono di costruire un ponte anche dove non c’è un fiume. (Nikita Chrušcëv)

sabato 18 luglio 2009

'Discarica di Magadino, questo progetto non va'


IL GAMBAROGNO È SOLO DISCARICA?

Leggiamo su la Regione
Magadino, dopo la cessazione di Gordevio, sembra rappresentare al momento l'u­nica soluzione praticabile - dal 2010 o dal 2011, a lungo termine - in materia di disca­riche inerti nel Locarnese (cfr. ìaRegione Ti­cino di ieri). Ma è una soluzione che, secon­do un gruppo spontaneo apartitico formato­si a Quartino, presenta parecchie incognite. Tanto potenzialmente importanti da dover indurre le autorità cantonali a lasciarla ca­dere, «e di voler rintracciare un'altra ubica­zione (in qualche vallone o canalone discosto dagli abitati)». La rinuncia «sarebbe anche un atto di lungimiranza politica verso le no­stre future generazioni, che potranno godere ancora di una zona intatta e rigeneratrice a contatto con il paese». Perché «il progetto cantonale di ristrutturazione naturale che se­guirà l'abbandono della discarica riconse­gnerà alla popolazione una zona irrimedia­bilmente rovinata nel contenuto, anche se messa in salvo nella forma». Se il Cantone dovesse invece decidere di insistere, «ricor­reremo a tutti gli strumenti per impedire tale pianificazione». Queste osservazioni, invia­te di recente al Dipartimento del territorio nell'ambito della consultazione del Piano di utilizzazione cantonale, sono precedute da
preoccupate considerazioni inerenti diversi temi; partendo dalla falda, con il pericolo di infiltrazioni tossiche «dal momento che non esiste una raccolta differenziata degli inerti e ci si affida unicamente alla buona coscienza dei capicantiere». Poi c'è il problema delle polveri, la cui neutralizzazione sarebbe «praticamente impossibile», anche irrigan­do costantemente (e creando per altro in questo modo una fanghiglia «.che impedireb­be il lavoro di movimentazione dei materiali»). Il pulviscolo «si espanderebbe nelle zone abitative, in quelle agricole e in quelle industriali». E non va dimenticato che «il luogo della progettata discarica, che è parte di una zona con un tasso di inquina­mento tra i più alti del Ticino (con ancora l'incognita del termovalorizzatore), sarà sot­toposta ad ulteriore carico ambientale causa­to dai camion che non saranno solo di transi­to, ma dovranno percorrere la via delia disca­rica, deporre il carico e ripartire».
Infine, il gruppo spontaneo esprime per­plessità pianificatone relative alla perdita di una fascia boschiva, nonché dubbi sulla disponibilità dei proprietari dei fondi inte­ressati, nessuno dei quali sarebbe ancora stato interpellato in merito agli espropri.

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