le cose brutte che accadono nel mondo accadono non tanto perché ci sono le persone cattive ma perché le persone buone non fanno nulla (Gramsci)

martedì 24 novembre 2009

Crocifissi, minareti e presepi.

.Giunti a questo punto é facile immaginare che nelle consultazioni del prossimo fine settimana, moltissimi abbiano già espresso il loro voto per corrispondenza.Inutile negarlo, il tema caldo, anzi caldissimo che ha praticamente offuscato gli altri temi in votazione, è quello dei minareti.
Sono scesi tutti in campo, chi da una parte chi dall’altra, per spiegare la propria posizione. Ma veramente mi chiedo se queste posizioni, queste opinioni, possono essere spiegate. Da noi, che siamo tutti un pò cresciuti a Peppone e Don Camillo, che abbiamo riso delle gesta del battagliero curato di paese (una specie ormai in via di estinzione) quando inforcando la sua bicicletta cercava di osteggiare i rossi Comunisti, nemici della chiesa e dei padroni.Chi non ha fatto il tifo almeno una volta per uno dei due, nemici dichiarati ma al contempo uomini legati da un profondo affetto?
Ieri, nel paese di Don Camillo hanno vietato i crocifissi, mentre da noi sono spariti già da tempo dalle nostre scuole e questo per rispetto delle altre comunità religiose.E domani? Forse spariranno dalle piazze gli alberi di Natale e i presepi, ai San Nicolao verrà proibito l’accesso ai piazzali delle scuole e per rispetto di tutti la vita pubblica dovrà diventare monotona e piatta.
Si può essere credenti, semicredenti oppure atei, ma non si può negare che le nostre radici sono legate al suono delle campane, ai cannoli e alle torte vendute sul sagrato della chiesa. Un luogo dove si riuniva l’intero paese, compreso il Peppone di turno, l’ateo dichiarato ma pronto a sostenere la tal associazione, la Pro-oratorio e via dicendo, pronto a fare un’offerta per restaurare l’altare, la sagrestia, il tetto della chiesa o l’acquisto di nuove campane.
Sicuramente lo stesso vale nei paesi musulmani, dove il venerdì si va alla preghiera e si lascia un’offerta all’imam. Anche i fedeli islamici raccontano degli incontri di un’intera comunità di fronte al luogo di preghiera, anche loro avranno più o meno gli stessi ricordi che abbiamo noi, ovviamente in un contesto e in un paese diverso.Credo che non serva accettare la presenza di un minareto per agevolare l’integrazione, né basterà a dimostrare tolleranza verso il prossimo. Come non basta portare una maglia rossocrociata per sentirsi svizzeri e nemmeno avere la criniera per sentirsi dei leoni.
da ticinolibero BruMa

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