Golfo del Messico: BP ha mentito sulla quantità di petrolio dispersa in mare.
Non è più un disastro, ma una vera apocalisse. La fuoriuscita di greggio nel Golfo del Messico dal pozzo sottomarino della British Petroleum sarebbe di 70mila barili al giorno e non di 5mila come confermato dalla compagnia petrolifera. Lo ha calcolato un team di ricercatori studiando le immagini del video che mostra una delle tre falle aperte sul fondo marino.
A scriverlo è il quotidiano inglese The Guardian che ha raccolto le valutazioni del gruppo di scienziati statunitensi. Dallo studio sulle immagini sono giunti alla conclusione che il numero di barili che ogni giorno esce dalle tre falle potrebbe essere di 70mila barili giornalieri. Il che equivale a dire che ogni quattro giorni il disastro ambientale è uguale a quello causato dal naufragio della Exxon Valdez.**
Smentita secca da parte della BP, che ha ribattuto che le sue stime di cinquemila barili al giorno si basano sulle immagini satellitari e sull’osservazione dell’acqua.
“Non è possibile, nemmeno per i più abili scienziati, effettuare una qualsiasi stima affidabile in base alle immagini sottomarine – ha dichiarato un portavoce della compagnia petrolifera.
Della stessa opinione del gruppo di ricercatori è il quotidiano New York Times, che ha riportato il parere di diversi esperti e tutti concordano: la BP ha fornito cifre ben diverse dalla realtà, cercando di tenere nascosta la reale portata del disastro, così come aveva evitato di mostrare le immagini video della falla sottomarina fino a quando non era stata “obbligata a farlo”.
“Non abbiamo mostrato le immagini sottomarine prima di giovedì – si è giustificata la compagnia petrolifera – perchè nessuno ci ha chiesto di farlo.”
La stima iniziale fornita dalla BP era di 1′000 barili al giorno, alzata poi a 5′000 dal Noaa, l’organismo federale americano che si occupa della tutela ambientale delle acque e delle coste marine una settimana dopo la tragedia.
** La superpetroliera Exxon Valdez si era incagliata in un’insenatura del Golfo di Alaska nel 1989, disperdendo in mare oltre 38 milioni di litri di petrolio.
Aveva inquinato 2′000 chilometri di coste, ucciso migliaia di lontre, foche, uccelli marini, orche e miliardi di uova di aringa e salmone.
ticinolibero
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