martedì 21 giugno 2011

La Lega contesta il DECS

LUGANO - La Lega replica ai dati forniti dal DECS riguardanti il numero di frontalieri attualmente impiegato nella scuola pubblica lamentando una discordanza tra il dato rilevati dal DECS stesso e quello che invece fornisce il Consiglio di Stato.

"Quattro giorni fa, il 17 giugno - scrive il deputato leghista Michele Guerra -, a fronte di una richiesta fatta al DECS per conoscere il numero di frontalieri attualmente impiegato nella scuola pubblica cantonale, Michele De Laurentis, collaboratore personale di Manuele Bertoli presso il DECS, rispondeva che la situazione concernente il numero di frontalieri nella scuola pubblica cantonale “non è sostanzialmente cambiata” rispetto a quella indicata in un documento firmato dal CdS che mi veniva appunto inoltrato come risposta alla mia domanda".

Per la precisione nel documento (risposta data dal CdS ad un'interrogazione di Lorenzo Quadri) il numero di frontalieri si attestava a quota 72 e veniva inoltre mostrato un trend relativamente in crescita.

Michele Guerra, assieme ad altri firmatari, si interroga dunque sul perché, "a soli tre giorni di distanza dalla comunicazione del DECS, lo stesso DECS comunichi dati completamente diversi, con “soli” 52 frontalieri e soprattutto indicando un forte trend in decrescita".

"L'interrogazione - precisa Guerra - chiedeva unicamente informazioni al CdS sulle possibili cause imputabili ad un aumento (ufficialmente registrato dall'Ufficio Federale di Statistica) del 696% nel numero di frontalieri impiegati nell'insegnamento in Ticino negli ultimi 13 anni, senza peraltro chiedere il numero di frontalieri impiegati nella scuola pubblica, visto che proprio il DECS ci aveva già indicato questo dato in forma scritta".

È quindi sulla discordanza dei dati forniti, sulla loro interpretazione ed eventualmente sul perché di un decremento così veloce, che il leghista si interroga e chiede delucidazioni.

1 commento:

  1. lasciamo perdere la solita lotta delle cifre, ma credo vi sai davevro un problema generale.

    Oltre ai maestri ora anche alla RSI e in cantone spuntano sermpe più frontalieri.

    Non si tratta di campanilismo, ma di privilegiare dapprima la gente domiciliata in Ticino.

    Dopotutto sono aziende/enti che vivono delle nostre tasse

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