Da tempo non facevo la strada alta del Gambarogno, da Vira passando da Fosano, Piazzogna, Vairano, Casenzano, Ronco per poi scendere a Gerra ed immettermi di nuovo sulla strada cantonale.
Un giretto veramente piacevole che ti dà una sensazione di pace per la bellezza del paesaggio.
Almeno così lo era fino a qualche anno fa. Infatti la tranquillità, la bellezza, l’armonia del paesaggio sono stati irrimediabilmente compromessi dalla deturpazione del territorio sconvolto da una invasione incontrollata di costruzioni per lo più di scarso valore sia architettonico quanto estetico, tali da deturpare in modo irreparabile il territorio. Tutto questo, si dice, in nome del cosiddetto progresso o della cosiddetta espansione turistica che dovrebbe segnare il rilancio economico della nuova Comunità del Gambarogno.EDGARDO RATTI,VIRA GAMBAROGNO
Si e proprio sicuri che questa irruzione edificatoria, che preoccupa non poco, sia la migliore panacea per un turismo di qualità? Ne dubito fortemente. Da questa passeggiata ne sono uscito molto dispiaciuto.
Senza contare, altro aspetto negativo, che la visione sul nostro splendido e pregiato panorama sul Verbano, è preclusa da molte cinte e siepi verso lago, di altezze che superano di molto il limite di un metro e venti centimetri consentito da un decreto legislativo sulla protezione delle bellezze naturali e del paesaggio.
Decreto che i Comuni sono tenuti a collaborare per farlo rispettare. In più, cinte e siepi devono pure avere una distanza di metri quattro dal ciglio delle strade cantonali, comunali e consortili. A questo punto si potrebbe inserire anche l’attuale problema dei ripari fonici lungo la linea ferroviaria.
Ripari il cui risultato finale lascia qualche dubbio. Quello che è certo sarà sicuramente deturpante anch’esso per il paesaggio. Per cui, se finora i Comuni singoli non sono stati capaci dal far rispettare i decreti legislativi, per ragioni a me sconosciute, chissà se il nuovo Comune del Gambarogno, forte di una Amministrazione verosimilmente più efficace, saprà intervenire per difendere e proteggere i punti ed i valori di particolare pregio panoramico.
La cultura turistica viene soprattutto veicolata attraverso l’attrattività dovuta alla bellezza del nostro paesaggio.
Se manca questo tipo di cultura, la nostra Regione, già povera di contenuti allettanti, arrischierà di diventare una Regione dormitorio pur con qualche sussulto estivo.
Almeno così lo era fino a qualche anno fa. Infatti la tranquillità, la bellezza, l’armonia del paesaggio sono stati irrimediabilmente compromessi dalla deturpazione del territorio sconvolto da una invasione incontrollata di costruzioni per lo più di scarso valore sia architettonico quanto estetico, tali da deturpare in modo irreparabile il territorio. Tutto questo, si dice, in nome del cosiddetto progresso o della cosiddetta espansione turistica che dovrebbe segnare il rilancio economico della nuova Comunità del Gambarogno.EDGARDO RATTI,VIRA GAMBAROGNO
Si e proprio sicuri che questa irruzione edificatoria, che preoccupa non poco, sia la migliore panacea per un turismo di qualità? Ne dubito fortemente. Da questa passeggiata ne sono uscito molto dispiaciuto.
Senza contare, altro aspetto negativo, che la visione sul nostro splendido e pregiato panorama sul Verbano, è preclusa da molte cinte e siepi verso lago, di altezze che superano di molto il limite di un metro e venti centimetri consentito da un decreto legislativo sulla protezione delle bellezze naturali e del paesaggio.
Decreto che i Comuni sono tenuti a collaborare per farlo rispettare. In più, cinte e siepi devono pure avere una distanza di metri quattro dal ciglio delle strade cantonali, comunali e consortili. A questo punto si potrebbe inserire anche l’attuale problema dei ripari fonici lungo la linea ferroviaria.
Ripari il cui risultato finale lascia qualche dubbio. Quello che è certo sarà sicuramente deturpante anch’esso per il paesaggio. Per cui, se finora i Comuni singoli non sono stati capaci dal far rispettare i decreti legislativi, per ragioni a me sconosciute, chissà se il nuovo Comune del Gambarogno, forte di una Amministrazione verosimilmente più efficace, saprà intervenire per difendere e proteggere i punti ed i valori di particolare pregio panoramico.
La cultura turistica viene soprattutto veicolata attraverso l’attrattività dovuta alla bellezza del nostro paesaggio.
Se manca questo tipo di cultura, la nostra Regione, già povera di contenuti allettanti, arrischierà di diventare una Regione dormitorio pur con qualche sussulto estivo.
Egregio Sig. Edgardo Ratti, spero che quanto scritto da lei possa fare riflettere molta gente, il sottoscritto appoggia pienamente tutto quanto citato da lei. Basta guardarsi intorno per capire in che direzione stiamo marciando, con tutte queste palazzine di vacanza tutte uguali dal suo profilo estetico, forme cubiche e muri di sostegno in beton, di Ticino ne rimmarrà ben poco, se si continuerà così!
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