O mangi alla mensa o vai a casa a piedi
Il progetto pilota del DECS dovrebbe partire in settembre nelle scuole medie di Cevio e Cadenazzo.
Prevede di togliere il servizio bus che riporta a casa gli allievi, costringendoli dunque a rimanere
a pranzo a scuola. Tra i genitori interessati i dubbi sono parecchi. E il presidente dell’associazione docenti-OCST rileva che la proposta impone alle famiglie spese più elevate.
A Da settembre partirà il progetto a Cevio e Cadenazzo
Mense al posto dei bus?
I dubbi di genitori e docenti
Sulla proposta pilota
del DECS, abbiamo
sentito l’opinione della
Conferenza Cantonale
dei Genitori, del
presidente docenti
OSCT e dell’Assemblea
genitori di Cevio.nosa fin dalla sua prima formulazione sta cominciando a dividere gli
umori dei genitori ticinesi. La proposta pilota del Dipartimento di educazione, cultura e sport, (DECS) avanzata da Manuele Bertoli, di istituire delle mense scolastiche in tutte le scuole medie, sopprimendo però il servizio dei bus speciali di mezzogiorno,
pare infatti esser stata accolta da buona parte dei genitori con perplessità e
poco entusiasmo. Il progetto pilota,
che dovrebbe prender forma a partire dal mese di settembre nelle scuole
medie di Cevio e Cadenazzo, pare così presentarsi come un esperimento
che da subito non ha trovato l’auspicato consenso. Mantenere sia il servizio di bus scolastico durante l’orario
del mezzogiorno che introdurre una
mensa nelle diverse sedi delle scuole
medie comporterebbe però dei costi
insostenibili per il Cantone, per questo pare necessario fare una scelta tra
l’una e l’altra alternativa.
In merito alla questione abbiamo
chiesto a Matteo Ferrari, presidente della Conferenza Cantonale dei Genitori, di esplicitare la proposta:«Eravamo
a conoscenza della proposta avanzata dal Decs, poiché negli scorsi mesi
avevamo avuto un incontro con Manuele Bertoli, che ci aveva preannunciato il progetto. Tutto sommato non
esiste ancora nulla di concreto, ma si
tratta di un progetto che deve ancora
essere definito nei dettagli. L’idea di
fondo sarebbe quella di fornire un servizio come la mensa agli studenti e alle famiglie, limitando al tempo stesso
il traffico e l’inquinamento causati da
mezzi di trasporto pesanti come i bus
scolastici. La proposta, esente da ogni
obbligo di partecipazione, prevedrebbe di accorciare la pausa pranzo trasformandola in un momento educativo. Tra i genitori i pareri sono però discordanti, molti accetterebbero di
buon grado la proposta, mentre altri
sono assolutamente contrari».
Interpellato sulla stessa questione,
Riccardo Maddalena, presidente dell’Assemblea dei genitori della Scuola media di Cevio, una delle due sedi che
prenderebbero parte al progetto pilota, si è espresso così:«L’Assemblea dei
genitori si è riunita mercoledì e tutto
il comitato si è dichiarato, all’unanimità, contrario alla proposta. La situazione attuale in cui ci troviamo soddi
sfa i bisogni di tutti, quindi non desideriamo che venga cambiata. Ci sono
ragazzi che hanno necessità di fermarsi in mensa, mentre altri usufruiscono del servizio di bus scolastico per
tornare a pranzo presso le proprie famiglie. Noi non vogliamo che il bus
venga soppresso.»
A Cevio i genitori sono dunque assolutamente contrari alla proposta,
mentre l’Assemblea dei genitori della
Scuola media di Cadenazzo non si è
ancora riunita per discutere della
questione, ma lo farà il 24 aprile.
Per quanto riguarda l’opinione del
corpo-docenti, abbiamo chiesto il parere di Gianluca D’Ettorre, presidente
della categoria docenti aderenti al sindacato OCST:«I sindacati non sono
stati coinvolti nella decisione, ma il Dipartimento ha agito autonomamente. Questa misura suscita in me alcune riflessioni. Ricordando che il sindacato sostiene l’allestimento di menseper gli scolari, va rilevato che la formula attualmente prevista impone alle famiglie spese più elevate e forse non
tutte potranno permettersi questi costi supplementari. Secondariamente
ci si domanda se sia davvero indispensabile estendere questa modalità di
applicazione a tutte le zone del Cantone. Forse, un modello più flessibile
e concertato con i comuni e gli enti sul
territorio, che si adattasse alle esigenze delle famiglie sarebbe stato più opportuno. Da ultimo, le mense non
avrebbero nulla di “scolastico” se non
la loro sola ubicazione, perché non vi
sarebbero necessariamente docenti
direttamente coinvolti nella sorveglianza o nell’educazione degli studenti durante l’orario del pranzo. Credo che sarebbe così, poiché considero davvero inverosimile che il Dipartimento imponga nuovi carichi di lavoro sui docenti.»
Insomma, la proposta pare non mettere assolutamente tutti d’accordo e i
più scontenti sembrano essere proprio
i genitori, ossia coloro per cui quest’iniziativa è nata. Alcune delle obiezioni sollevate più spesso dai contrari al
progetto sono l’elevato costo della
mensa, di 8 franchi a persona, soprattutto per chi ha più di un figlio a carico, e l’impossibilità di scegliere come
i propri figli debbano trascorrere la
pausa pranzo GdP
Per incompatibilità con i mezzi pubblici, chi frequenta la scuola media già da Vira pur trovandosi a "pochi passi" è da sempre costretto a fermarsi in mensa. La famiglia deve trovare 96.-fr ogni 3 settimane per ogni figlio in età scuola media. Ma a settembre chi mi garantirà che anche il 170° ragazzo che si servirà avrà ancora a disposizione il menù completo e potrà mangiare a sufficienza ? grazie
RispondiEliminaSe ne scrivono di (s.......e) tutti i colori!
RispondiEliminaSi di fatti ,nelle scuole del Gambarogno del Ticino e in tutta la Confederazione Svizzera si specula sulla salute degli scolari e sulle mense Scolastiche....Come forse capita in alcuni paesi
Ma mi faccia il piacere