le cose brutte che accadono nel mondo accadono non tanto perché ci sono le persone cattive ma perché le persone buone non fanno nulla (Gramsci)

lunedì 19 agosto 2013

Nuove discariche, "Un massacro per il territorio"

Il WWF contesta la pianificazione del Dipartimento del Territorio

BELLINZONA - Il dipartimento del Territorio dice riciclaggio ma scrive discariche. Questa, in estrema sintesi, l’opinione del WWF sulla nuova scheda di Piano Direttore V7 ‘discariche’, in consultazione fino al 27 agosto. "Malgrado, a parole, l’obiettivo del Dipartimento sia un aumento del riciclaggio, la pianificazione del fabbisogno di nuove discariche non ne tiene in alcun conto. Inoltre prende come base di calcolo i quantitativi record depositati nelle discariche tra il 2006 e il 2011, il doppio rispetto al periodo precedente. E tanto per rimanere sul sicuro, aggiunge altri 5 milioni di metri cubi di capacità extra".TIO

Come riferisce il WWF, il Dipartimento del Territorio ha pianificato per la prima volta il fabbisogno di discariche per materiali inerti nel 2003. L’Ordinanza tecnica sui rifiuti (OTR) impone infatti ai cantoni di pianificare il fabbisogno per 20 anni. Già nel 2003 il WWF aveva segnalato il pericolo di una disincentivazione del riciclaggio in seguito all’elevata disponibilità di spazi in discariche a costi contenuti. Per questo motivo aveva chiesto misure aggiuntive per l’incentivazione del riciclaggio. Misure solo in minima parte adottate, oppure ancora in fase di pianificazione. "Purtroppo la realtà ha superato anche i nostri peggiori timori" sostiene il responsabile del WWF Svizzera italiana Francesco Maggi. L’apertura delle nuove discariche ha provocato dal 2006 un’improvvisa esplosione dei quantitativi depositati. Se nel periodo 2000 -2005 venivano depositati circa 350'000 m3 all’anno, nel periodo 2006-2011 sono stati depositati ben 700'000 m3/a. Il raddoppio dei quantitativi depositati ha ovviamente dimezzato la durata di vita delle discariche, esaurite in dieci anni invece che in venti. Il trend è chiaramente opposto a quanto chiede il legislatore e comporta un consumo insostenibile di territorio.
La nuova pianificazione alla base della scheda V7 - Lo studio di base per la modifica della scheda V7, pur menzionando il tema riciclaggio e le misure previste, calcola il fabbisogno di nuove discariche in base allo scenario “worse case” (scenario peggiore), cioè senza tenere conto degli effetti di un incremento del riciclaggio.
Lo studio basa il calcolo del fabbisogno sugli ultimi 6 anni, con volumi depositati eccezionali (700'000 m3/a), il doppio rispetto al periodo precedente. Sulla base di questo doppio “worse case” lo studio indica un fabbisogno per i prossimi 20 anni di ben 14 milioni di m3 (sciolti). La capacità residua delle discariche in esercizio è valutata a 5.6 milioni di m3, il deficit da colmare con nuove discariche sarebbe quindi di 8.4 milioni di m3.
La capacità complessiva delle discariche contenute nella scheda V7, oggetto della presente consultazione, è però di 15.9 milioni di m3 compatti, quindi 19 milioni di m3 sciolti. Rispetto ai 14 milioni di m3 previsti dagli scenari “worse case” appena citati, la scheda V7 aggiunge ulteriori 5 milioni di m3 (ben il 60% in più).
Il WWF pertanto contesta su tutta la linea il fabbisogno spropositato di nuove discariche previsto dal Dipartimento del Territorio e l’ulteriore aumento di capacità contenuto nella scheda V7.
L'organizzazione si appella all’art. 12 dell’ordinanza tecnica sui rifiuti (OTR) ‘obbligo di riciclare’ e chiede alle autorità cantonali maggiore rigore nell’obbligare il settore delle costruzioni a riciclare e ridurre il volume degli scarti da depositare in discarica, in particolare attraverso:
-una tassa sugli inerti primari per finanziare il riciclaggio;
-l’obbligo di piani di decostruzione in caso di demolizioni;
-l’obbligo di riciclare il beton;
-la realizzazione di centri logistici per la raccolta, la separazione e il riutilizzo degli scarti edili;
-l’obbligo di far capo a materiali riciclati o misti per lavori di riempimento, sottostrutture o con esigenze statiche non particolarmente elevate;
-un sostegno al settore delle costruzioni nello sviluppo di un mercato del riciclato, ad esempio con l’obbligo dell’utilizzo di materiale preveniente da lavorazione degli scarti (oggi facilmente reperibile con certificazioni federali che ne attestano la qualità);
-la restituire ai corsi d’acqua dei materiali accumulati dalle camere di ritenzione (sottratto il materiale legnoso). Oggi i consorzi devono affrontare importanti costi per il deposito in discarica.

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