DOMENICA 13 agosto 2017 ore 16,30
Certo: qualcosa è cambiato rispetto ai tempi da epopea, quando per effetto di un sorteggio si spostavano intere comunità a sostegno degli “enfant du pays” e quei 90 minuti si trasformavano magicamente nel “giorno dei giorni”, e le trasferte fuori ordinanza venivano finanziate con una colletta porta-a-porta e con l'imprenditore del luogo che in ultimo metteva sul piatto quel che mancava, “i ragazzi lo meritano”.
Ma questo è il fascino della Coppa Svizzera: puoi essere il più grande di tutti, e logicamente portarti cucito addosso ogni favore del pronostico, eppure devi giocartela; ai 32.i di finale, anche un GambarognoContone diventa scoglio, e si sa che uno scoglio non può arginare il mare, eppure il franchetto della scommessa andrebbe sui ticinesi e non sugli zurighesi, stavolta, non foss'altro che per le quote. No, correggiamo: per le quote, e per la fiducia. Da questa parte c'è un collettivo reduce dall'essersi messo alle spalle (ed in bacheca) l'accoppiata Coppa Ticino-Supercoppa ticinese; da questa parte ci sarà anche la spregiudicatezza di coloro che un'impronta vogliono lasciare sul campo e tra i sostenitori. Vabbè, si dirà anche che dall'urna sarebbe potuto uscire un bussolotto dal miglior contenuto: in Coppa Svizzera, l'anno passato, il Winterthur fu semifinalista e cedette (1-3, mercoledì 5 aprile per le cronache) solo al Basilea poi campione anche su tale versante. E, per dire: nei quarti il Winterthur si era permesso di buttar fuori uno Youngboys, risalendo dallo 0-2 al 2-2 nei regolamentari e chiudendo con un 7-5 ai rigori. Gente che proprio non ci tiene, macché, a 'sta competizione.
Prendiamola con filosofia e con entusiasmo, via, sapendo che gli ospiti dispongono di organico completo e con nomi degni anche del livello superiore, e si pensi ai vari Denis Markaj (visto a Chiasso, a Bellinzona ed a Lugano), Gianluca Frontino (un po' appannatosi negli ultimi anni, ma dal piede non disprezzabile e dal mirino collimato) e Luca Radice (che del Winterthur è anima, tanto che i tifosi lo rimpiangevano durante il triennio trascorso in maglia Aarau). L'uomo immarcabile si chiama Silvio Carlos de Oliveira alias Carlos Silvio: lo si ricorda al Lugano nel 2009-2010, 15 reti in campionato di Dnb, e pari fu la produzione nel torneo successivo in quota Losanna; più di tutto deve preoccupare il ritorno di fiamma - e di condizione - nel Winterthur 2016-2017, 16 goal in 33 partite, e insomma. E se pensate che sia cosa del passato, errore: giusto iersera, al minuto 94 di un confronto già perso con l'Aarau, zampata per l'1-1 poi esito della partita. Se fossero gentili, quelli del Winterthur farebbero a meno di lui...
Sul contesto generale pre-partita si sa già tutto, e basti allora il riepilogo. Punto primo: residenti nel Gambarogno con accesso gratuito al campo, e ciò per intervenuto sostegno dell'autorità politica locale. Punto secondo: i posteggi non mancano, ma potrebbero non bastare, e quindi l'utilizzo di navette e di mezzi pubblici è consigliabile. Punto terzo: si va per vedere buon calcio e per apprezzare lo sforzo degli indigeni e per applaudire quale che sia il risultato. Coraggio.
Per VdG Di M.S
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