
ora é in croce veramente




CICLISMO: TOUR DE FRANCE
Riccò positivo all’Epo, Gianetti: “Aveva giurato sulla madre”Nell’urina del corridore della Saunier Duval, attualmente in stato di fermo, sono state trovate tracce della sostanza dopante. Durissimo il colpo per Mauro Gianetti, che ha ritirato la squadra dal Tour
LAVELANET – Ancora un caso di doping al Tour de France, il terzo finora, e questa volta tocca a uno dei grandi protagonisti dei primi dieci giorni: Riccardo Riccò, capitano della Saunier Duval di Mauro Gianetti. Il ciclista italiano è stato arrestato prima della partenza della dodicesima tappa perchè dopo la quarta frazione, la cronometro di Cholet, gli erano state riscontrate tracce di Epo nell'urina.
Riccò, secondo al Giro d’Italia, aveva vinto la sesta e la nona tappa del Tour e portava la maglia a pois del leader del gran premio della montagna. La Saunier Duval ha deciso di ritirare tutta la squadra, che non è nemmeno partita per la frazione odierna. “Una decisione presa per tutelare gli sponsor e gli organizzatori – spiega Mauro Gianetti – a mio avviso la soluzione migliore in questa situazione”.
È estremamente deluso il general manager ticinese, che aveva riposto grande fiducia in Riccò. “Qualche tempo fa gli avevo chiesto se era tutto a posto e lui mi aveva giurato su sua madre di essere pulito. Parleremo anche con lei, perché deve sapere che ha un figlio senza scrupoli e senza rispetto per nessuno”.
La delusione arriva al punto che Gianetti non sa nemmeno se continuerà a lavorare nel mondo del ciclismo. “Sto talmente male che non so ancora come andrà avanti. Al momento mi sento solo vuoto e non ho la forza per reagire. È stato un colpo devastante”.
Sembra che non ci siano stati segni premonitori al dopaggio di Riccò. “Non ho mai avuto timori perché Riccardo è sempre andato forte, anche nelle categorie inferiori, e ci sono stati controlli interni di ogni tipo, sempre risultati negativi”, conferma Gianetti. “È stato proprio un fulmine a ciel sereno, non c’erano avvisaglie. Anche per questo per me è molto difficile reagire”.
Quella del doping non è però stata l’unica menzogna del ventiquattrenne modenese nei confronti di Gianetti. “L’unica cosa che gli avevo chiesto era di tagliare i ponti con l’ex massaggiatore di Pantani, anche per una questione di immagine. Lui mi aveva assicurato di non essere più in contatto con lui, e anche in questo caso mi ha mentito”.
Ticinonline
IO INVECE AVREI GIURATO CHE ERA FATTO ;E NON SOLO LUI................
Ma caro Mauro ,credi ancora a babbo Natale.Noi no da tempo ormai.
Si può fregare uno per tutta la vita,ma non si puo fregare tutti per tutta la vita......
LAVELANET – Ancora un caso di doping al Tour de France, il terzo finora, e questa volta tocca a uno dei grandi protagonisti dei primi dieci giorni: Riccardo Riccò, capitano della Saunier Duval di Mauro Gianetti. Il ciclista italiano è stato arrestato prima della partenza della dodicesima tappa perchè dopo la quarta frazione, la cronometro di Cholet, gli erano state riscontrate tracce di Epo nell'urina.
Riccò, secondo al Giro d’Italia, aveva vinto la sesta e la nona tappa del Tour e portava la maglia a pois del leader del gran premio della montagna. La Saunier Duval ha deciso di ritirare tutta la squadra, che non è nemmeno partita per la frazione odierna. “Una decisione presa per tutelare gli sponsor e gli organizzatori – spiega Mauro Gianetti – a mio avviso la soluzione migliore in questa situazione”.
È estremamente deluso il general manager ticinese, che aveva riposto grande fiducia in Riccò. “Qualche tempo fa gli avevo chiesto se era tutto a posto e lui mi aveva giurato su sua madre di essere pulito. Parleremo anche con lei, perché deve sapere che ha un figlio senza scrupoli e senza rispetto per nessuno”.
La delusione arriva al punto che Gianetti non sa nemmeno se continuerà a lavorare nel mondo del ciclismo. “Sto talmente male che non so ancora come andrà avanti. Al momento mi sento solo vuoto e non ho la forza per reagire. È stato un colpo devastante”.
Sembra che non ci siano stati segni premonitori al dopaggio di Riccò. “Non ho mai avuto timori perché Riccardo è sempre andato forte, anche nelle categorie inferiori, e ci sono stati controlli interni di ogni tipo, sempre risultati negativi”, conferma Gianetti. “È stato proprio un fulmine a ciel sereno, non c’erano avvisaglie. Anche per questo per me è molto difficile reagire”.
Quella del doping non è però stata l’unica menzogna del ventiquattrenne modenese nei confronti di Gianetti. “L’unica cosa che gli avevo chiesto era di tagliare i ponti con l’ex massaggiatore di Pantani, anche per una questione di immagine. Lui mi aveva assicurato di non essere più in contatto con lui, e anche in questo caso mi ha mentito”.
Ticinonline
IO INVECE AVREI GIURATO CHE ERA FATTO ;E NON SOLO LUI................
Ma caro Mauro ,credi ancora a babbo Natale.Noi no da tempo ormai.
Si può fregare uno per tutta la vita,ma non si puo fregare tutti per tutta la vita......
ed e solo l'inizio......................
La Saunier Duval licenzia Ricco` e Piepoli.
Luglio 18, 2008 · E venne il giorno della saunier Duval. Un giorno che il team italiano non avrebbe voluto vedere mai. Ma un giorno inevitabile, vista la situazione in cui si era venuta a trovare la squadra, messa tutta sotto accusa dopo l`uscita di scena dal Tour de France di Riccardo Ricco` per doping.La reazione della Saunier Duval e` stata immediata: prima ritiro della squadra, poi un`indagine interna condotta dallo stesso general manager della squadra Mauro Gianetti, un`indagine in seguito alla quale e` venuta meno la fiducia non solo nei confronti di Riccardo Ricco` ma anche nei confronti di Leonardo Piepoli per la violazione del codice etico della squadra. Conseguentemente il team ha risolto il rapporto di lavoro con entrambi.In un comunicato emesso dalla societa`, Gianetti `condivide la generale sorpresa e amarezza suscitata all’avvenimento, comprende la reazione del direttore del Tour e si duole di essere stato ingannato avendo dato fiducia a chi non la meritava`. Infine, `ribadisce, con la massima determinazione, la totale estraneita` della squadra da qualsiasi pratica dopante
Luglio 18, 2008 · E venne il giorno della saunier Duval. Un giorno che il team italiano non avrebbe voluto vedere mai. Ma un giorno inevitabile, vista la situazione in cui si era venuta a trovare la squadra, messa tutta sotto accusa dopo l`uscita di scena dal Tour de France di Riccardo Ricco` per doping.La reazione della Saunier Duval e` stata immediata: prima ritiro della squadra, poi un`indagine interna condotta dallo stesso general manager della squadra Mauro Gianetti, un`indagine in seguito alla quale e` venuta meno la fiducia non solo nei confronti di Riccardo Ricco` ma anche nei confronti di Leonardo Piepoli per la violazione del codice etico della squadra. Conseguentemente il team ha risolto il rapporto di lavoro con entrambi.In un comunicato emesso dalla societa`, Gianetti `condivide la generale sorpresa e amarezza suscitata all’avvenimento, comprende la reazione del direttore del Tour e si duole di essere stato ingannato avendo dato fiducia a chi non la meritava`. Infine, `ribadisce, con la massima determinazione, la totale estraneita` della squadra da qualsiasi pratica dopante
DAa Gazzetta online
OMBRE SULLA SAUNIER - Nel mirino dei gendarmi francesi c'è adesso tutta la Saunier Duval Scott. La squadra di Riccò è sospettata di aver messo in piede un sistema doping organizzato. Il motor home del team e l'hotel dove alloggiavano a Ussat-les-Bains è stato perquisito ieri dai gendarmi, che sono anche sulle tracce di Leonardo Piepoli, rientrato ieri sera nella sua casa di Montecarlo.
Be?????????????????
I DUBBI DEL TOUR - Sulla Saunier Duval aveva avanzato dei dubbi già ieri Christian Prudhomme, direttore del Tour de France: "Gianetti non mi sembra un modello di virtù" aveva detto del manager della squadra di Riccò. Già l'anno passato un corridore della Saunier Duval, Iban Mayo, risultò positivo all'Epo ad un controllo durante il Tour, anche se in seguito venne assolto dalla federazione spagnola. Nonostante questo, la squadra era stata invitata ugualmente. "La decisione di lasciare la corsa dimostra che sono responsabili, se non colpevoli" aveva proseguito Prudhomme, che poi aveva attaccato anche Cobo e Piepoli, mettendo in dubbio la loro vittoria sull'Hatuacam: "Non so se era doping di squadra, ma sull'Hautacam due di loro erano superiori agli altri" aveva insinuato Prudhomme.
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