“Ognuno di noi se fosse nato in un campo di concentramento e da 50 anni fosse lì e non avesse alcuna prospettiva di poter dare ai propri figli un avvenire sarebbe un terrorista”. GIUGLIO ANDREOTTI

mercoledì 24 settembre 2008

Airolo, Bosco Gurin e Carì disporranno dei fondi cantonali

Airolo, Bosco Gurin e Carì disporranno dei fondi cantonali per avviare la stagione e per "riconvertirsi": nel primo caso un flusso ordinario di capitali, per le altre due realtà è previsto invece un prestito biennale. Ma c'è uno scoglio: Giovanni Frapolli con le sue scatole cinesi...
Per le stazioni turistiche, per sostenerle, per rilanciarle, per garantirne l'operatività, sì, si può fare. Ad una condizione: che di Frapolli Giovanni imprenditore con il denaro altrui non si veda nemmeno l'ombra. O che egli dia séguito a quanto più volte preconizzato, cioè che si faccia da parte caricando sull'auto tutta la sua corte dei miracoli. Facile a dirsi, davvero.
A rigore, il futuro immediato di Airolo, di Bosco Gurin e di Carì sarebbe assicurato, sia pure con modalità distinte. Nel primo caso, ordinario flusso di capitali secondo le esigenze di qualificazione e di riqualificazione degli impianti; sulle altre due realtà, un "credito-ponte" rinnovato per due anni e non per un giorno di più. Si potrà storcere la bocca, ricordando che proprio un "prestito-ponte" aveva consentito l'avvio della stagione turistica lo scorso anno; la novità consiste, o consisterebbe, nel destinatario effettivo di tali risorse e nella pretesa - vincolata ad un contratto con clausole ferree - di veder rientrare i quattrini. O, perlomeno, di non trovarli ingoiati da qualche scatola cinese, salvo sentirsi rinfacciare che propriamente di prestito non si è trattato, ma di una vera e propria erogazione a fondo perduto.
Chiarezza sulle modalità operative sarà fatta domani, in regolare incontro con la stampa; e non si mancherà di domandare anche qualcosa circa lo stato dell'arte dei rapporti con Giovanni Frapolli, ad esempio se egli abbia nel frattempo restituito quei 160'000 e più franchi indebitamente introitati - parola dei funzionari di Bellinzona - nel contesto della ristrutturazione di una certa struttura alberghiera a Bosco Gurin. Resta il fatto che un destinatario fisico non sarebbe ancora stato individuato, almeno non in via definitiva. Non che le ipotesi sul tappeto siano centinaia: si passa dalla società di capitali estranea a Giovanni Frapolli (ma vi sarebbe il problema del passaggio di consegne) ad una o più società "miste" tra pubblico e privato (azionisti di riferimento i Comuni vallerani, e compartecipazione dei privati). Inoltre, l'eventuale formalizzazione di una cordata alternativa dovrebbe giungere in tempi stretti, e qualcuno potrebbe obiettare su due fronti: primo, gli 800'000 franchi per conferire consistenza alla sola Airolo sono interessanti ma non tali da autorizzare soverchi entusiasmi; secondo, è suscettibile di molte perplessità l'intenzione di puntare su Bosco Gurin come centro di attrazione turistica a carattere prettamente estivo. È il contrario di quel che si fa normalmente se la località si situa nel punto terminale di una vallata, come insegnano esperienze molteplici e ripetute lungo i due versanti dell'arco alpino.
Tra qualche ora, si spera, le prime risposte. Giovanni Frapolli, colui che stette zitto e muto quando in Gran Consiglio vennero passate in rassegna le mille e mille vicenduole afferenti alle sue attività, permettendolo.

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