Gli uomini politici sono uguali dappertutto. Promettono di costruire un ponte anche dove non c’è un fiume. (Nikita Chrušcëv)

giovedì 16 ottobre 2008

TICINO

ticinonline
TICINO "Uno spreco di soldi pubblici", anche il PS dice no a Bosco e Cari




Tipress / Ely Riva
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BELLINZONA - Dopo il "no" di Verdi e liberali-radicali, arriva oggi un'altra tegola per il futuro degli impianti turistici di Bosco Gurin e Carì. Il gruppo parlamentare del Partito Socialista ha deciso di respingere la proposta del Consiglio di Stato concernente il credito ponte per Bosco Gurin e Carì. La decisione è del 14 ottobre, ma è stata resa nota soltanto oggi: "D'altronde non è una novità - ha dichiarato il capogruppo Raoul Ghisletta - la mia contrarietà al credito ponte l'ho più volte espressa pubblicamente"."Questo credito ponte - si legge nella nota - darebbe soldi a società che sono immobiliste dal lato della progettualità e anche malgestite, come documentato dai rapporti di inchiesta fatti esperire negli scorsi mesi dal Governo". Secondo il gruppo parlamentare della sinistra, il credito ponte rappresenta uno spreco di soldi pubblici: "le periferie non verrebbero aiutate, ma sprecherebbe denaro pubblico in operazioni senza futuro, ritardando la ricerca di alternative". Per quanto riguarda Airolo invece, il gruppo PS "è disposto ad approfondire la questione alla luce del quadro finanziario e delle proposte del governo".Il gruppo PS infine "ribadisce la necessità di sostenere tramite i fondi lotteria/sport toto le piccole stazioni sciistiche basate sul volontariato e a gestione famigliare, come pure appoggerà lo stanziamento di sussidi per serie iniziative di sviluppo sostenibile, in ambito turistico e non, che creino posti di lavoro nelle valli".
Cantone
da ticinolibero
Impianti di risalita. Il PPD solitario a sostenere il credito ponte.
Ottobre 16, 2008 - 22:27 · Qualcuno tempo addietro chiedeva se il PPD fosse partito di governo. Oggi la risposta appare evidente: il PPD rimane l’unico partito a sostenere le scelte del Consiglio di Stato. Il messaggio per il credito ponte, scaturito da una decisione governitiva, avrà così ufficialmente il solo appoggio del partito di Giovanni Jelmini che si dimostra ancora una volta capace di leggere le priorità per determinate regioni. Riportiamo il comunicato stampa integrale.
“Il gruppo del PPD in Gran Consiglio sosterrà il messaggio governativo relativo alla concessione di un credito ponte alle stazioni invernali di Bosco Gurin e di Carì, quale condizione necessaria per evitare un tracollo traumatico di attività economiche di fondamentale importanza per le regioni interessate.
Il gruppo PPD in Gran Consiglio, riunito a Bellinzona alla presenza del Consigliere di Stato Luigi Pedrazzini, ha deciso di sostenere il messaggio presentato dal Governo per assicurare alle stazioni di Bosco Gurin e di Carì un credito ponte in funzione dell’apertura degli impianti nel corso della stagione invernale alle porte.
Per il gruppo PPD la concessione del credito ponte è la condizione necessaria per evitare un tracollo traumatico delle attività invernali e, di conseguenza, un’irresponsabile perdita di posizioni di mercato conquistate nel passato anche grazie a importanti aiuti dello Stato. L’impegno finanziario prospettato dal credito ponte è assolutamente proporzionale e accettabile in rapporto all’esigenza del numero di ticinesi che fanno capo alle stazioni invernali, dell’indotto economico che genera lo sport dello sci (non soltanto nelle regioni di montagna) e della necessità di procedere gradualmente e costruttivamente a un nuovo orientamento delle prestazioni e a un riordino dell’assetto giuridico e societario.
Il PPD è disponibile a esaminare nuovi scenari e nuove strategie di gestione futura degli impianti di risalita e esprime già sin d’ora il suo consenso a soluzioni che garantiscano la massima trasparenza e il massimo controllo nelle attività sussidiate dagli enti pubblici. E’ però necessario che il confronto politico avvenga partendo da presupposti costruttivi e in quest’ottica va salvaguardato a breve termine l’esercizio degli impianti di risalita delle stazioni invernali ticinesi (Airolo, Carì e Bosco Gurin, se l’impegno pubblico è di modeste dimensioni, anche Nara e Campo Blenio).
Considerate le condizioni poste dal messaggio del Governo per la concessione degli aiuti non vi è pericolo, secondo il gruppo PPD, che questi aiuti vengano utilizzati al di fuori degli scopi previsti. E’ invece concretissimo il rischio che la mancata concessione degli aiuti finisca per provocare un danno immenso alle collettività delle regioni periferiche: un rischio irresponsabile che il PPD vuole assolutamente scongiurare.
Il gruppo PPD voterà pure l’urgenza in Gran Consiglio affinché si esamini il messaggio al più presto. Deve essere a questo proposito sottolineato che se si fosse dato seguito alle ripetute richieste del PPD, l’esame della situazione sarebbe avvenuto in condizioni ben diverse e con maggiore tempo a disposizione. Si richiamano a questo proposito il comunicato stampa PPD del 24 luglio e del 10 settembre 2008.
La strategia globale nel settore in questione andrà esaminata in maniera approfondita nell’ambito di un messaggio separato e con l’adeguato coinvolgimento delle Regioni, dei Comuni e delle società interessate”.

2 commenti:

  1. La miopia politica e progettuale sta facendo proseliti.Mi sembra giusto che si cominci a tagliare da qualche parte.Questa è solo la prima mossa.Se andrà in porto prepariamoci ai tagli sugli impianti sportivi in generale, sulle strade (oramai percorsi di guerra e fonti di incidenti a iosa),sulla cultura, sull'istruzione,sulla sanità eccc ecccc.
    Ritornando agli impianti di risalita(non sono stazioni invernali!!!)il discorso è incentrato unicamente sulle vendette personali trasversali.Frapolli è unicamente la vittima predestinata, il pretesto per provocare.Avviso ai naviganti, come suole dire quello di via Mte Boglia: Quando le società saranno fallite e non si potrà più farle ripartire, tutto il materiale istallato verrà svenduto. e chi saranno gli acquirenti di tutto ciò????????
    Apriamo le scommesse?????Prima pigliano la clientela inducendo i tapini ticinesi a chiudere, poi ritireranno anche il materiale ,facendo credere poi di farci un piacere a ritirare il tutto per una manciata di lenticchie.
    È ora che la popolazione ticinese si faccia sentire energicamente, anche in piazza se necessario.Se prima era il governo a sbandare ora mi sembra che anche i partiti abbiano perso il lume della ragione.
    Attualmente sembra che solo quell'uregiatt d'un Gigio stia dimostrando pacatezza e voglia di risolvere, con senso di responsabilità, la problematica ponendo anche i quesiti giusti ai quali bisogna aver il coraggio di rispondere serenamente e obiettivamente.Tutti gli impianti di risalita in Ticino devono poter contare sul sostegno pubblico e privato.I centri beneficiano di condizioni finanziarie di favore, indipendentemente dai loro meriti.
    E chi meglio dei centri può farsi avanti a contribuire direttamente al sostegno di queste stazioni,non dimenticando che le zone periferiche sono poi parti integranti del nostro territorio ,unico e prezioso nel suo genere e nelle sue peculiarìtà.
    Fiducioso che quest'inverno possa ancora sciare in Ticino, anche se questo scritto non sarà letto da molti,è un appello fiducioso , verso tutti i Ticinesi, e a quel nostro carattere che sempre ci distingue nei momenti critici e delicati.
    Voglio crederci ancora : scieremo.....

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  2. corrego il tuo scritto ,(anche se non lo leggono in molti),
    questo spazio resta sempre nel blog a,a differenza del girnale, leggi e getta,tu l'hai letto oggi e io le pubblicato diversi giorni fa dunque prima di andarte a sciare lo leggono ancora in tanti,di qui passano circa 100000 letture annue .
    Poi il tam tam fa rumore,suona da tutte le parti,abbi fiducia e vedrai ciao eros

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