“Cervi e Cinghiali: che disastro!” La raccolta firme prosegue.
Questa petizione sta suscitando e riscontrando un ampio interesse. Al momento, senza particolare organizzazione, il numero delle firme consegnate supera le cinquemila e resta ancora un mese a disposizione. Confortante il fatto che oltre agli agricoltori abbiamo numerosi cittadini che la sottoscrivono e che ringraziamo.
Il tema della convivenza della selvaggina con le attività umane non è di facile soluzione. A distanza di numerosi anni in cui si è cercato di costruire con gli Uffici cantonali preposti un concetto che faciliti la convivenza nel rispetto delle varie esigenze, abbiamo optato per una petizione in quanto ci siamo resi conto che proprio da parte degli Uffici cantonali l’attenzione data al problema è scarsa.
L’inverno rigido di quest’anno ha messo alla luce le dimensioni della situazione. Stimiamo che più di un migliaio d’ungulati siano morti di stenti, sotto le auto, i treni, ed in tanti altri modi. Sono cifre che si commentano da sole. Perdendo il controllo sulla gestione di questi animali e lasciandoli crescere a dismisura rispetto a quanto il nostro territorio può loro offrire in foraggio si sono indirettamente causate incredibili sofferenze ma anche pericoli ai nostri cittadini, in particolare agli automobilisti, e tanti, tanti danni alle colture ai giardini e al bosco.
Stiamo cercando di impostare in modo articolato una politica realista e duratura di convivenza con gli ungulati che tenga in considerazione le esigenze degli animali ma anche quelle dei nostri cittadini, del settore primario, di agricoltori, forestali e giardinieri in primis che coltivano il territorio. Con la petizione si chiede di creare maggiore habitat per gli ungulati recuperando selve castanili e prati ai margini del fondovalle per dare loro maggiore foraggio e spazi appropriati non conflittuali con le attività umane nei periodi invernali. Va tenuto in considerazione inoltre l’importante compito assegnato ai cacciatori chiamati a regolare lo sviluppo numerico di queste popolazioni. Compito che riteniamo vada reso più efficace semplificando le complesse modalità di prelievo. Ribadiamo che nell’interesse dei cittadini e delle colture il fondovalle dovrà diventare luogo di transito di questi animali e non di permanenza come già accade in parecchi cantoni svizzeri. La permanenza significa di fatto creare situazioni conflittuali e pericolose.
Qui di seguito riportiamo i cinque obiettivi ufficiali perseguiti con la petizione:
Promuovendo una politica preventiva che eviti brutture paesaggistiche per proteggere le colture;
Favorendo e semplificando il prelievo venatorio nei periodi previsti così da riportare queste popolazioni a entità numericamente sopportabili e commisurate al nostro territorio;
Creando percorsi sicuri lungo le vie di comunicazione maggiormente a rischio;
Recuperando e curando il territorio che all’infuori dalle colture agricole e dei giardini è lasciato all’incuria, impegnandosi nella creazione di habitat (ad es. selve castanili) quali zone ideali allo sverno di questi animali;
Favorendo il recupero di territorio agricolo che indirettamente permette di sopportare meglio la presenza di ungulati, evitando una loro dannosa concentrazione.
È evidente che ci sono grossi problemi con le modalità di gestione promosse dal cantone nell’ultimo decennio e che riteniamo abbiano segnato il loro tempo. Solo un concetto globale e duraturo che rispetti anche la centralità dell’attività umana potrà riportare i necessari equilibri. Vi ringraziamo per il sostegno a questa petizione e vi invitiamo a ritornarci i formulari già firmati.
UCT/FEDERVITI
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