sabato 2 maggio 2009

Intanto che gli altri dormono la lega parte all'attcco

Poche righe per un pronunciamento senza appelli: non esistono "rami secchi" o "rami improduttivi" nella rete del servizio, quindi siano trovate altre formule per il finanziamento di un'azienda che peraltro ha già conti ampiamente in cifre nere.

Fanno utili da spavento, e dichiarano nello stesso tempo l'intenzione di procedere al taglio di ciò che essi considerano "rami secchi" o "rami improduttivi" nella rete. Bene, si preparino al peggio, i vertici dell'ex-regìa ora azienda autonoma e che si fregia ancora del titolo di "gigante giallo": troveranno opposizione paese per paese, borgata per borgata, città per città. Così, tra le righe, il senso di un comunicato per la firma di Giuliano Bignasca a nome della Lega dei Ticinesi: "no" alla chiusura degli uffici (ma nemmeno uno), "sì" all'ipotesi di conferire alla "Posta Sa" - attraverso la "Postfinance" - quel ruolo di banca che è stato rivendicato ancora di recente.

Sintesi del pensiero espresso: vengono deplorate ed in nessun modo vengono accettate "le continue e progettate chiusure" di uffici postali in zone periferiche e non soltanto periferiche, essendo tra l'altro queste ipotesi "fortemente penalizzanti per il nostro Cantone e frutto di scelte sbagliate sia in chiave politica sia sul piano della politica aziendale". E cioè "scelte che mirano al massimo profitto, a detrimento tanto dell'utenza quanto del servizio pubblico quanto ancora dei dipendenti". Apertura di credito, ed è il caso di dirlo, sull'altra prospettiva: dalla concessione delle prerogative proprie di un istituto bancario, tra l'altro, deriverebbero "il mantenimento ed il finanziamento di una rete capillare di uffici postali sul territorio". mattinonline

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