venerdì 22 maggio 2009

Un amico e la montagna

Massimo Romolo E Manlio e l'amico Rex



Caro Eros; non ho potuto essere presente, ieri pomeriggio, ma ciò che hai ideato e realizzato per Massimo Pini rimarrà nel tempo (ne sono convinto)
un gesto di rara bellezza. Hai mostrato, con semplicità, un aspetto e un lato di Massimo forse a molti sconosciuto.
Io ho dei ricordi legati a Massimo che mi riportano alla montagna, la montagna del Gambarogno che lui tanto ha amato.
Nel suo bel libro "La montagna vissuta" ne ha decantato oltre agli aspetti, la poesia.
Ho colto tra le righe, ma soprattutto nel tuo impegno in quello che hai voluto realizzare, quanta era la stima che tu nutrivi per Lui.
Una stima ed un rispetto disinteressato ad ogni secondo fine; che bello tutto questo!
Io ti voglio "regalare" un paio di aneddoti che ho vissuto e che fanno parte della storia di Massimo.
Io ho conosciuto Massimo soprattutto in montagna. Uno dei ricordi belli fu quando Romolo Nottaris era
da poco ritornato dal tentativo della prima invernale del Makalu (8473 mt) nell'Himalaya del Nepal. Nel tramonto del 14 febbraio 1980 sulla cima del Monte Gambarogno
con loro vissi un lungo momento di silenzio, con lo sguardo rivolto alle montagne e negli orizzonti lontani. Fù il nostro intimo momento per salutare il ritorno di Romolo
dalla sua grande avventura. (Ti allego un autoscatto fotografico, per il tuo archivio, testimone di quella lontana sera.)
La grande guida alpina Gaston Rebuffat, morto a soli 65 anni per malattia nel 1985, pubblicò negli anni '60 il libro;
"Cervino cima esemplare" un libro che negli anni '80 era purtroppo introvabile. Un giorno sul Tamaro dissi a Massimo quanto avrei desiderato avere quel libro
nella mia collezione. Non sapevo e non mi disse che lui lo possedeva......una sera di giugno del 1981 mi invitò a casa sua per un bicchiere del suo merlot
e mi ritrovai il libro di Gaston Rebuffat tra le mani. Quella sera di primavera del 1981 fu per me il giorno di Natale di quell'anno.
Mi commosse la dedica che scrisse, parole che mi hanno indicato la via da seguire.
Massimo Pini mi raccontava spesso del suo amore per il Cervino e dei suoi incontri, di cui ne andava fiero dell'amicizia, con Walter Bonatti; ma parlava tanto della montagna del Gambarogno.
Quelle montagne del Gambarogno che portava nel cuore, come citava nel suo bel libro “La montagna vissuta”.
Della sua montagna, una sera di primavera di diversi anni fa, a Lugano, con mia moglie Teresa ricordammo con commozione, insieme a Walter Bonatti, la semplicità e l’amore delle parole contenute nei suoi racconti.
Ecco, così semplicemente ti regalo qualche aneddoto, un ritaglio di parole, che rievocano alcuni miei ricordi con Massimo e che ho avuto il piacere di scrivere; spero ti faranno piacere nel riceverle.
a presto
ciao manlio d c

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