
Tamiflu: un miliardo di fatturato in sei mesi
La pandemia di nuova influenza A (H1N1) ha fatto lievitare le vendite di Tamiflu. Con poco più di un miliardo di franchi, il fatturato del medicinale della Roche è triplicato nel primo semestre di quest'anno rispetto allo stesso periodo del 2008. Per l'intero 2009 è previsto un giro d'affari di 2 miliardi.
Il preparato terapeutico del gigante farmaceutico basilese è stato al centro dell'interesse mondiale per la prima volta nel 2004 per la sua efficacia contro l'influenza aviaria. Il Tamiflu è allora diventato uno dei motori di crescita della Roche.
L'antivirale è ora utilizzato anche nel trattamento dell'influenza suina. Le vendite sono quindi nuovamente decollate. Nella classifica in base al fatturato, il Tamiflu è attualmente al 4° posto tra i prodotti della divisione Pharma. Ai primi tre posti ci sono tre antitumorali: il MabThera/Rituxan (3,098 miliardi di franchi, +8%), l'Avastin (3,090 miliardi, +29%) e l'Herceptin (2,645 miliardi, +10%).
Benché in questi ultimi tempi si sia parlato maggiormente della Roche per il Tamiflu che per l'acquisizione totale della Genentech, è proprio la filiale californiana, pioniera nelle biotecnologie, a essere leader nel campo dell'oncologia. In particolare, produce l'Avastin.
Il gruppo basilese ha rilevato l'intera società con sede a San Francisco, della quale deteneva già da 18 anni una partecipazione maggioritaria, per 47 miliardi di franchi: un primato nella storia economica svizzera.
Prevenire o guarire?
Ma con la pandemia della nuova influenza, al centro dell'attenzione resta il Tamiflu. Analisti e giornalisti si chiedono però fino a quando. La concorrente Novartis concentra gli sforzi sul vaccino contro il virus dell'influenza suina. Quando - prevedibilmente in autunno - quest'ultimo sarà sul mercato, ci sarà la fine del Tamiflu?
La Roche è convinta di no. "Il Tamiflu e il vaccino non si escluderanno ma saranno complementari", ha dichiarato a swissinfo.ch la portavoce Martina Rupp. "Il Tamiflu può essere utilizzato anche da coloro che, pur essendo stati vaccinati, contraggono il virus. D'altra parte, contrariamente al vaccino, il Tamiflu non deve essere adattato ogni anno".
Vendite cicliche
Quando si era manifestata l'influenza aviaria, numerosi Stati avevano acquistato ingenti quantità di Tamiflu per costituire scorte preventive del farmaco nel timore di un'eventuale pandemia. Una vera fortuna per la Roche che, anno dopo anno, fino al 2007 ha registrato vendite record del suo antivirale. Costituite le riserve e placate le paure di epidemie, nel 2008 c'è stata una battuta d'arresto, con un calo delle vendi
Queste hanno nuovamente registrato un'impennata quest'anno con la pandemia dell'influenza A (H1N1). Una tendenza destinata a proseguire almeno nei prossimi mesi.
Oltre all'incertezza legata all'introduzione del vaccino, sul futuro del Tamiflu pesa un'altra incognita. Il virus dell'influenza potrebbe diventare resistente al farmaco della Roche. Lo scorso giugno, infatti, sono stati segnalati singoli casi di resistenza in Danimarca e in Giappone.
"Il pericolo è legato a un dosaggio sbagliato. Per questo è obbligatoria la ricetta medica e il medico deve prescrivere le dosi esatte al paziente", spiega Martina Rupp.
SWISSINFO.CH
La pandemia di nuova influenza A (H1N1) ha fatto lievitare le vendite di Tamiflu. Con poco più di un miliardo di franchi, il fatturato del medicinale della Roche è triplicato nel primo semestre di quest'anno rispetto allo stesso periodo del 2008. Per l'intero 2009 è previsto un giro d'affari di 2 miliardi.
Il preparato terapeutico del gigante farmaceutico basilese è stato al centro dell'interesse mondiale per la prima volta nel 2004 per la sua efficacia contro l'influenza aviaria. Il Tamiflu è allora diventato uno dei motori di crescita della Roche.
L'antivirale è ora utilizzato anche nel trattamento dell'influenza suina. Le vendite sono quindi nuovamente decollate. Nella classifica in base al fatturato, il Tamiflu è attualmente al 4° posto tra i prodotti della divisione Pharma. Ai primi tre posti ci sono tre antitumorali: il MabThera/Rituxan (3,098 miliardi di franchi, +8%), l'Avastin (3,090 miliardi, +29%) e l'Herceptin (2,645 miliardi, +10%).
Benché in questi ultimi tempi si sia parlato maggiormente della Roche per il Tamiflu che per l'acquisizione totale della Genentech, è proprio la filiale californiana, pioniera nelle biotecnologie, a essere leader nel campo dell'oncologia. In particolare, produce l'Avastin.
Il gruppo basilese ha rilevato l'intera società con sede a San Francisco, della quale deteneva già da 18 anni una partecipazione maggioritaria, per 47 miliardi di franchi: un primato nella storia economica svizzera.
Prevenire o guarire?
Ma con la pandemia della nuova influenza, al centro dell'attenzione resta il Tamiflu. Analisti e giornalisti si chiedono però fino a quando. La concorrente Novartis concentra gli sforzi sul vaccino contro il virus dell'influenza suina. Quando - prevedibilmente in autunno - quest'ultimo sarà sul mercato, ci sarà la fine del Tamiflu?
La Roche è convinta di no. "Il Tamiflu e il vaccino non si escluderanno ma saranno complementari", ha dichiarato a swissinfo.ch la portavoce Martina Rupp. "Il Tamiflu può essere utilizzato anche da coloro che, pur essendo stati vaccinati, contraggono il virus. D'altra parte, contrariamente al vaccino, il Tamiflu non deve essere adattato ogni anno".
Vendite cicliche
Quando si era manifestata l'influenza aviaria, numerosi Stati avevano acquistato ingenti quantità di Tamiflu per costituire scorte preventive del farmaco nel timore di un'eventuale pandemia. Una vera fortuna per la Roche che, anno dopo anno, fino al 2007 ha registrato vendite record del suo antivirale. Costituite le riserve e placate le paure di epidemie, nel 2008 c'è stata una battuta d'arresto, con un calo delle vendi
Queste hanno nuovamente registrato un'impennata quest'anno con la pandemia dell'influenza A (H1N1). Una tendenza destinata a proseguire almeno nei prossimi mesi.
Oltre all'incertezza legata all'introduzione del vaccino, sul futuro del Tamiflu pesa un'altra incognita. Il virus dell'influenza potrebbe diventare resistente al farmaco della Roche. Lo scorso giugno, infatti, sono stati segnalati singoli casi di resistenza in Danimarca e in Giappone.
"Il pericolo è legato a un dosaggio sbagliato. Per questo è obbligatoria la ricetta medica e il medico deve prescrivere le dosi esatte al paziente", spiega Martina Rupp.
SWISSINFO.CH
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