L'auspicio dell'Associazione traffico e Federazione architetti
■ Eliminare le esasperanti colonne che quotidianamente si formano fra il Locar nese e Bellinzonese, e viceversa, con la realizzazione del collegamento veloce A2-A13 sarebbe già indubbiamente un risultato positivo, ma se la messa in opera di questa strada consentirà anche un riordino del territorio coinvolto sarebbe l'ideale. In estrema sintesi è questo l'auspicio dell'Associazione traffico e am biente (ATA) e della Federazione architetti svizzeri (FAS) che hanno elaborato, per proprio conto, un progetto «alterna tivo» per il collegamento A2-A13 conse gnato negli scorsi mesi nelle mani di Mo ritz Leuenberger per le valutazioni del caso tramite i competenti uffici federali. Il progetto in questione è stato illustrato giovedì sera nella sala del CC di Giubiasco dal suo coordinatore, l'arch. Renato Magginetti , nel corso di una serata di battito promossa da ATA e FAS. L'occasione per questa presentazione è stata data dalla recente decisione del Consiglio di Stato, che ha scelto la variante «strada esistente» quale tracciato per il nuovo collegamento da trasmettere al l'Ufficio federale delle strade. A quest'ultimo competerà infatti la decisione fina le sulla realizzazione del collegamento fra il Locarnese e l'autostrada. La scelta governativa è stata illustrata giovedì sera ai presenti dall'ing. Matthias Neuen schwander , coordinatore della Direzio ne politica di progetto cantonale per la scelta delle varianti A2-A13. Ed è lo stesso Neuenschwander che ha fatto notare come allo stato attuale non si possa par lare ancora di un vero e proprio proget to. Quello considerato è infatti un «cor ridoio» fattibile tecnicamente, che bene ficia del consenso delle diverse sensibi lità in gioco, per il quale è già stata valutato l'investimento di massima (891 mi lioni), ma che sarà ancora da approfon dire, qualora dovesse essere considera to dall'autorità federale, in vista di una sua concretizzazione. Cosa che, per bene che vada, non cadrà prima di una quindicina d'anni. In ogni caso, come noto, questa variante prevede di intervenire lungo l'attuale tracciato della strada (dalla rotonda dell'aeroporto all'imbocco dell'autostrada a Camorino) creando un collegamento percorribile a 80km/h (2 corsie, 4 fra Cadenazzo e Camorino), in sotterranea in più punti, segnatamente nell'attraversamento degli abitati.
Un concetto, questo, che si avvicina di molto al progetto FAS/ATA e proprio in tal senso giovedì sera il due sodalizi han no espresso soddisfazione per la scelta operata dal CdS.
A questo punto, però, emergono anche le specificità di ciascuna delle due soluzioni, nel senso che se quella avallata dal Governo mira in primo luogo a risolvere l'annoso problema delle colonne sul Piano, destinato col tempo ad acuirsi, il progetto ATA/FAS vede nell'intervento stradale soprattutto una modalità per poter procedere con una riorganizzazione del territorio, compromesso in più punti da Piani regolatori poco lungimiranti. Insomma, risolvere i problemi di vaibi lità va bene, ma parallelamente vanno adottate strategie per migliorare la qua lità di vita di chi abita in queste zone. I due studi - come rilevato dallo stesso arch. Magginetti - sono complementari, perché quindi non «sposarli» pren dendo il meglio dell'uno e dell'altro al momento di concretizzare la soluzione definitiva? da CdT L.C.
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