“Ognuno di noi se fosse nato in un campo di concentramento e da 50 anni fosse lì e non avesse alcuna prospettiva di poter dare ai propri figli un avvenire sarebbe un terrorista”. GIUGLIO ANDREOTTI

giovedì 28 ottobre 2010

‘Fusione? La consiglio’

‘Fusione? La consiglio’

I primi sei mesi del comune del Gambarogno visti dal sindaco


Esattamente sei mesi fa i gambarognesi hanno eletto Municipio e Legislativo. Dalla fusione di nove Comuni ne è nato uno solo. La scadenza invita a un primo sommario bilancio che viene stilato dal sindaco Tiziano Ponti in un’intervista.
Come sono i rapporti tra i cinque dell’Esecutivo? Il lavoro funziona?
«Abbiamo instaurato subito un clima di reciproca fiducia, che giudico ideale per risolvere nel modo più adatto gli innumerevoli problemi. Lavoriamo in team, cercando di valorizzare i punti forti di ognuno e tenendo in considerazione le sensibilità delle frazioni che compongono il Comune. Se su un tema ci sono delle divergenze, approfondiamo i vari punti di vista e gli argomenti oggettivi. L’obiettivo resta quello di trovare le soluzioni migliori nell’interesse generale. Con questo approccio, finora abbiamo sempre raggiunto i risultati in modo consensuale.
Sentiamo la responsabilità e con grande entusiasmo ci stiamo impegnando a fondo. I collaboratori e le collaboratrici dell’amministrazione si sono sincronizzati con questo spirito e ci stanno dando un grande aiuto. L’ambiente è perciò ottimo e il lavoro proficuo. Anche se l’impegno e la pressione sono innegabili, è un vero piacere lavorare in questo modo».
La tabella di marcia per mettere in moto il nuovo Comune finora è stata rispettata?
«Direi di sì. Uno dei primi obiettivi era quello di dare al nuovo Comune un assetto organizzativo stabile ed attivare i nuovi processi di lavoro. Nell’amministrazione, abbiamo raggiunto anche prima del previsto la velocità di crociera. Sia il lavoro di preparazione svolto dall’Associazione dei comuni, sia la competenza e l’impegno del personale sono stati decisivi. La riorganizzazione dell’ufficio tecnico è stata più difficile, soprattutto a causa della mancanza di risorse umane, per i nuovi sistemi di gestione informatica e per le pendenze aperte che abbiamo ‘ereditato’. Nonostante il grande impegno, nei primissimi mesi si sono accumulati dei ritardi nell’evasione delle pratiche.
Nel frattempo abbiamo consolidato l’organizzazione ottenendo sensibili miglioramenti. La piena operatività sarà raggiunta una volta completato l’organico; e ciò sarà possibile quando il regolamento organico dei dipendenti verrà approvato dal governo. Un altro importante obiettivo raggiunto è quello concernente l’assetto legislativo. I due più importanti regolamenti (Regolamento organico del comune e Regolamento organico dei dipendenti) sono già stati votati dal Consiglio comunale che prossimamente, dovrà esprimersi pure sul Regolamento per l’approvvigionamento idrico e su quello per lo smaltimento dei rifiuti. In ambito finanziario stiamo consolidando il preventivo, che sottoporremo al legislativo in dicembre. L’obiettivo del Municipio è quello di uscire al più presto da questa fase di organizzazione amministrativa e legislativa per dedicare più tempo a progetti di sviluppo».
Quali sono le difficoltà maggiori che avete incontrato?
«Indubbiamente la gestione del territorio durante la fase riorganizzativa e l’impossibilità d’intervenire rapidamente a causa della mancanza delle necessarie basi legislative».
Quali le sorprese positive?
«Positivo è stato senz’altro il fatto che la maggioranza dei cittadini ha riconosciuto la complessità della riorganizzazione, dimostrando comprensione e tolleranza per i disagi».
San Nazzaro, a suo tempo, si era chiamato fuori dall’aggregazione. Com’è ora la situazione?
«Le emozioni si sono subito placate. Salvo qualche irriducibile contrario, direi che la stragrande maggioranza dei cittadini ha voltato pagina e contribuisce attivamente alla costruzione del nuovo Comune».
Le attese sul Comune unico precedenti alla fusione sono state confermate?
«È troppo presto per fare un bilancio oggettivo. Come ho sempre detto, l’aggregazione porterà i maggiori benefici solo a medio termine. È indubbio, però, che già da subito certe attese sono pienamente confermate: processi decisionali più brevi e maggiore operatività a livello regionale. Ma come detto, siamo solo all’inizio...».
Com’è il rapporto tra i cittadini e le autorità in questi primi mesi?
«In questa prima fase, il nostro lavoro è stato forzatamente caratterizzato da una certa introversione. Ora che il Regolamento organico è in vigore, possiamo partire con l’organizzazione delle commissioni di frazione e avvicinarci ai cittadini. Una prima tornata di incontri è prevista già a gennaio in tutte le nove frazioni. Le aspettative e l’interesse del Municipio per questi incontri sono molto alti. Nel frattempo, ci siamo sforzati per curare almeno i rapporti informali con la cittadinanza. Abbiamo anche costantemente cercato di migliorare l’informazione e la presenza sul web. L’ultima iniziativa, con la pubblicazione settimanale di notizie flash agli albi e sul nostro sito internet, sta riscontrando interesse e apprezzamento».
Consiglierebbe l’aggregazione a chi, in altre regioni, è contrario o titubante?
«Sono veramente convinto dei benefici che portano le aggregazioni. È l’unica soluzione per dare ai nostri figli un assetto organizzativo efficace ed evitare lo spreco di risorse. Basta dare un’occhiata alla documentazione sull’aggregazione allestita dalla nostra Associazione dei Comuni e scaricabile dal sito www.gambarogno.ch. Occorre avere coraggio e vincere la paura del cambiamento che troppo spesso ci attanaglia. Penso che l’aforisma di Winston Churchill riassuma bene il concetto: Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare».la regione

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