Scusate, ma a volte viene la tentazione di affermare che l’amministrazione della giustizia in Italia funziona anche meglio rispetto a quanto comunemente si pensi; il che, detto da questo pulpito, potrebbe avere anche doppio valore. Esemplare è infatti la condanna irrogata oggi dal giudice Giuseppe Fazio, Tribunale di Varese, a carico di Carmelo Ragusi, 40 anni, professione rapinatore con l’aggravante di non essersi mai fermato davanti a nulla e davanti a nessuno: carcere per 20 anni, nonostante l’imputato avesse fatto ricorso al rito abbreviato cioè rinunciando al dibattimento, sicché la decisione è stata presa durante l’udienza preliminare. Le imputazioni: assalto con ferimento del titolare di una farmacia (autunno 2009, a Varese); assalto ad un distributore di carburante (autunno 2009, a Cunardo). Perché se ne parla qui? Semplice: si tratta del medesimo Carmelo Ragusi, originario di Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina e residente a Luino, che venerdì 5 giugno 2009 mandò quasi al Creatore il gerente della stazione di servizio “Avia” a Ranzo - ora Comune di Gambarogno - per impossessarsi del contenuto della cassa. Un episodio tra i più gravi nella storia recente del crimine sulla frontiera, e sì che la cronaca non ci sta risparmiando motivi di allarme.
La durezza della condanna è da attribuirsi proprio al “curriculum” criminale di Carmelo Ragusi, uno che dall’attività di fruttivendolo era passato a quella di delinquente abituale non prima di aver ottenuto un bel permesso di lavoro come frontaliero. L’identificazione e l’arresto del malvivente avevano avuto luogo domenica 8 novembre 2009, ad opera dei Carabinieri della compagnia di Luino, nel contesto di altra inchiesta legata per l’appunto alla rapina di mercoledì 28 ottobre a Cunardo; precisa la testimonianza, accuratissimo l’“identikit” fornito dal benzinaio, ed a quel punto Carmelo Ragusi crollò davanti alle contestazioni. Cunardo, e prima ancora la farmacia “Gagliardelli” di viale Milano in Varese: qui Stefano Sartori, 37 anni all’epoca, titolare dell’attività, venne ferito ad una gamba.
Ad incastrare il malvivente, tra le altre cose, furono l’uso abituale della pistola con la mano sinistra, l’attitudine a collezionare ritagli di giornale riguardanti alcuni colpi compiuti da lui stesso e la consuetudine di indossare quasi sempre i medesimi capi di abbigliamento, con parziale travisamento del volto. Elementi circostanziali ed il “modus operandi” permisero infine di ricollegare alla figura di Carmelo Ragusi anche la rapina compiuta a Ranzo: in séguito a quell’assalto, il gerente della stazione di servizio “Avia” (nella foto) sfuggì per un pelo alla morte ma venne sottoposto a due delicate operazioni chirurgiche.da Il Giornale del Ticino
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