Di Gian Pietro Pawlowski, Quartino
Le indimenticabili, ma anche inquietanti, immagini del documentario "Home" (via internet è possibile rintracciarlo), realizzato dal regista Yann Arthus-Bertrand con la consulenza di autorevoli scienziati (e non politici!), ci mettono di fronte a un'alternativa. O continuiamo su questa strada seguendo come topi i pifferai della politica economica che predicano il dogma della crescita e del PIL,
oppure imbocchiamo un'altra via che metta in luce altri modi modi di gestire l'economia che fanno capo ai concetti di decrescita (ascolta Rete2, "Laser" del 19 e 20 maggio, anche in Podcast), sobrietà e giustizia sociale. Gli autori del documentario affermano che il tempo stringe ed i prossimi dieci anni saranno decisivi : o allegeriamo la nostra impronta ecologica, oppure i danni saranno irreversibli per il nostro ecosistema. Aspettare 25 anni come suggerisce il controprogetto all'iniziativa in votazione il 5 giugno significa dunque essere fuori tempo massimo. Dire sì all'iniziativa vuol dire avere il coraggio di percorrere un'altra via. Il carbone è uno dei fattori che più contribuiscono all'aumento di CO2 nell'atmosfera (il documentario citato ne descrive le drammatiche conseguenza), ed è quindi giunto il momento di dire "basta", e di avere la volontà ed il coraggio politico di spingere l'acceleratore sull'efficenza energetica (leggi edilizie comunali e cantonali) e sulle energie rinnovabili (fotovoltaica, eolica, legno, biomassa), e di rendere consapevoli i cittadini, già dalla scuola dell'obbligo, delle proprie responsabilità nei confronti del pianeta attraverso un'informazione capillare sui comportamenti virtuosi.
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