“Ognuno di noi se fosse nato in un campo di concentramento e da 50 anni fosse lì e non avesse alcuna prospettiva di poter dare ai propri figli un avvenire sarebbe un terrorista”. GIUGLIO ANDREOTTI

martedì 24 maggio 2011

L'altra via

Di Gian Pietro Pawlowski, Quartino

Le indimenticabili, ma anche inquietanti, immagini del documentario "Home" (via internet è possibile rintracciarlo), realizzato dal regista Yann Arthus-Bertrand con la consulenza di autorevoli scienziati (e non politici!), ci mettono di fronte a un'alternativa. O continuiamo su questa strada seguendo come topi i pifferai della politica economica che predicano il dogma della crescita e del PIL,
oppure imbocchiamo un'altra via che metta in luce altri modi modi di gestire l'economia che fanno capo ai concetti di decrescita (ascolta Rete2, "Laser" del 19 e 20 maggio, anche in Podcast), sobrietà e giustizia sociale. Gli autori del documentario affermano che il tempo stringe ed i prossimi dieci anni saranno decisivi : o allegeriamo la nostra impronta ecologica, oppure i danni saranno irreversibli per il nostro ecosistema. Aspettare 25 anni come suggerisce il controprogetto all'iniziativa in votazione il 5 giugno significa dunque essere fuori tempo massimo. Dire sì all'iniziativa vuol dire avere il coraggio di percorrere un'altra via. Il carbone è uno dei fattori che più contribuiscono all'aumento di CO2 nell'atmosfera (il documentario citato ne descrive le drammatiche conseguenza), ed è quindi giunto il momento di dire "basta", e di avere la volontà ed il coraggio politico di spingere l'acceleratore sull'efficenza energetica (leggi edilizie comunali e cantonali) e sulle energie rinnovabili (fotovoltaica, eolica, legno, biomassa), e di rendere consapevoli i cittadini, già dalla scuola dell'obbligo, delle proprie responsabilità nei confronti del pianeta attraverso un'informazione capillare sui comportamenti virtuosi.

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