Truffa bio, prodotti bloccati
Bio Suisse reagisce alla frode scoperta in italia
BERNA - Bio Suisse ha bloccato la commercializzazione di tutti i
prodotti della società italiana Sunny Land, al centro nella Penisola
di un'inchiesta della guardia di finanza per una frode di grandi
proporzioni ai danni dei consumatori.
Il provvedimento concerne sia le importazioni, sia gli articoli che già
si trovano in Svizzera, ha indicato la federazione elvetica che rappresenta
migliaia di aziende agricole. Sunny Land dispone di un riconoscimento
da parte di Bio Suisse: questo perché secondo l'organizzazione
soddisfaceva finora tutti i requisiti per la commercializzazione di prodotti bio.
Stando agli inquirenti italiani i promotori della maxi-frode hanno truffato
il mercato per 4 anni, vendendo 7 milioni di quintali di prodotti alimentari
che di bio avevano solo l'etichetta. Questo grazie anche alla compiacenza
di funzionari di organismi deputati a certificare come biologica la produzione
e le origini. Sette persone sono state arrestate.
prodotti della società italiana Sunny Land, al centro nella Penisola
di un'inchiesta della guardia di finanza per una frode di grandi
proporzioni ai danni dei consumatori.
Il provvedimento concerne sia le importazioni, sia gli articoli che già
si trovano in Svizzera, ha indicato la federazione elvetica che rappresenta
migliaia di aziende agricole. Sunny Land dispone di un riconoscimento
da parte di Bio Suisse: questo perché secondo l'organizzazione
soddisfaceva finora tutti i requisiti per la commercializzazione di prodotti bio.
Stando agli inquirenti italiani i promotori della maxi-frode hanno truffato
il mercato per 4 anni, vendendo 7 milioni di quintali di prodotti alimentari
che di bio avevano solo l'etichetta. Questo grazie anche alla compiacenza
di funzionari di organismi deputati a certificare come biologica la produzione
e le origini. Sette persone sono state arrestate.
sedia elettrica, almeno non li dobbiamo mantenere.
RispondiEliminae i funzianari compiacneti spediti in Biafra e mangiar sassi e polvere
Il bio in alcuni casi mi fa ridere, da noi culture biologiche a lato di strade di grande traffico o addirittura autostrade, boh!......
RispondiEliminaDall’esame di tutti i documenti che interessavano le ditte coinvolte si è accertato che il volume di prodotti con falsa certificazione biologica è meno del 2,5% di quello prospettato dalla GdF, che si riferisce all’intera quantità registrata dalle ditte indagate, che risulta perdipiù frutto anche di fatturazione fittizia: non a caso agli arrestati vengono addebitati i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture e altri documenti inesistenti, la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
RispondiEliminaAnche il valore dei prodotti accompagnati da certificati falsificati è nettamente inferiore a quello stimato la settimana scorsa: applicando le quotazioni di mercato odierne, arriviamo a fatica a 5 milioni di Euro (contro i 220 milioni di cui s’era parlato: anch’essi sono riferiti al
volume d’affari complessivo delle società coinvolte, sempre gonfiato da operazioni inesistenti).
È stato anche accertato che la frode si è protratta da ottobre 2007 ad agosto 2008 e ha riguardato esclusivamente orzo, mais e soia per mangimi, girasole, farro, 2 partite di frumento e delle mele da purea.
Il perimetro della frode (che innegabilmente c’è stata, ma si palesa più come “frode fiscale” che come “frode biologica”), va assai ridimensionato.
Ciò non basta a rasserenare le 47.658 aziende perbene e le oltre 300.000 persone che lavorano nel settore biologico italiano (che sono parte lesa e attraverso le loro organizzazioni stanno costituendosi parte civile nel processo), ma dà almeno la dimensione corretta.