lunedì 28 maggio 2012

Nella serata di sabato 26 maggio a Vira Gambarogno

G12 ha aperto i battenti in un clima festoso
II sagrato di Vira Gambarogno affollato ha salutato l'apertura della grande mostra di
sculture all'aperto "G'12", fiore all'occhiello dell'Associazione "Gambarogno-Arte"
giunta all'undicesima edizione. Una cerimonia semplice arricchita da uno scenario dal
fascino straordinario (un balcone sul lago con alle spalle il nucleo del villaggio
rivierasco e una montagana gonfia di verde) che sino al prossimo 16 settembre sarà la
culla di una trentina di opere di grande dimensione dello scultore zurighese Kurt
Laurenz Metzler, presente alla cerimonia. Il presidente di Gambarogno-turismo
Remo Clerici ha tolto il velo alla mostra con parole di benvenuto all'indirizzo
dell'illustre ospite, seguito da Daniele Lotti (membro di Gambarogno-Arte) e dal
sindaco Tiziano Ponti, mentre Dalmazio Ambrosioni, critico d'arte, si è addentrato sul
percorso dell'artista con un commento di notevole spessore, che ha consentito al
pubblico attento di conoscerlo meglio.
(D.I)
"La scultura di Mtzler" - leggiamo nel suo
commento apparso sul catalogo della mostra - "non varca con decisione la frontiera
dell'astratto, si ferma sulla soglia mantenendo forme comunque riconoscibili. Sfiora il
'ready-made' ossia l'assemblaggio di oggetti della realtà quotidiana, mantenendo una
propria autonomia perchè fondamentalmente vuol essere racconto, narrazione. Ha la
struttura del romanzo a puntate, della telenovela. Metzler è un moderno cantastorie
del quotidiano. Non mette in scena Orlando e la 'chanson de geste' ma le sottili
inquietudini, i progressivi sfasamenti, le celate contraddizioni, i serpeggianti disagi
del nostro tempo, le dissonanze e le difformità con cui si manifesta il rapporto con la
realtà". Ambrosioni ha voluto sottolineare come di Metzler continua a convincere
l'alto tasso di novità. La capacità di proporre ancora oggi, nel tempo delle infinite
contaminazioni, una scultura diversa, immediatamente riconoscibile c indimenticabile.
Conclusa la parte ufficiale molti dei presenti si sono addentrati nelle viuzze e nelle
piazzette che disegnano la "galleria a cielo aperto" (sarà tale per l'intera estate) dove
sono state collocare le opere. Gli elogi alla mostra non si contavano. Ne abbiamo
raccolto uno al volo: "Peccato che a settembre questa sagra dell'arte avrà fine".
Come non condividere questo sentimento ? Considerando però l'impegno, la passione,
l'amore per l'arte degli organizzatori (virtù ereditate da Edgardo Ratti, "padrino" della
rassegna) è lecito ipotizzare un futuro ricco di eventi in questa culla della cultura che
ha contribuito a portare alla ribalta artisti di fama intemazionale.
il
Diego Invemizzi

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