venerdì 22 giugno 2012

Il parco del Piano è in dirittura d'arrivo


E’ con soddisfazione che vi presentiamo oggi il Piano di utilizzazione cantonale
(PUC) del Parco del Piano di Magadino, approvato nei giorni scorsi dal Governo,
insieme al messaggio che stanzia i crediti necessari alla realizzazione e la gestione
del parco. Circa 2,2 milioni per gli investimenti e circa 475 mila franchi per la
gestione dell’Ente Parco dal 2013 al 2016.

 Non occorre che io stia a ricordare l’importanza del PdM per il nostro Cantone. Dai
tempi della bonifica che lo ha eletto “granaio del Ticino”, è l’area di fondovalle più
ampia e contesa del nostro territorio. La presenza delle infrastrutture stradali e
ferroviarie e lo sviluppo disordinato degli insediamenti – la cosiddetta edilizia a
macchia di leopardo –, convivono con aree naturali di grande pregio, la cui
importanza è riconosciuta a livello locale, nazionale e internazionale. Senza
dimenticare l’agricoltura, un settore ancora vitale e importantissimo nel contesto
socio-economico del Piano.
Riorganizzare il Piano è quindi, per il cantone, un compito prioritario, e il Parco ne è
un elemento fondamentale.
 Grazie all’approvazione di questo progetto, il disegno pianificatorio a lungo
termine del PdM si sta definendo, nella direzione indicata dal  Piano direttore.
 L’obiettivo generale è quello di avere, negli anni futuri, uno sviluppo
maggiormente ordinato, equilibrato e sostenibile.
Come detto il Parco, anche per le dimensioni importanti che lo contraddistinguono, è
uno degli elementi fondanti di questo ordine. Un grande spazio verde, attorno al
quale si sviluppano gli insediamenti e le infrastrutture.
Uno spazio vissuto da chi vi lavora e chi vi abita, ma anche da coloro che risiedono
negli agglomerati circostanti e vi trascorrono momenti di svago e ricreazione. Un
parco a disposizione anche dei turisti che sono ospiti da noi, ai quali possiamo così
proporre un’ulteriore offerta nel già ricco pacchetto di attività e luoghi da visitare. 2
 L’elaborazione del progetto, avviato nel 2008,  ha richiesto tre anni e mezzo. Per la
complessità e la vastità del territorio interessato, è un periodo più che ragionevole.
 I tempi di maturazione della pianificazione sono, infatti, molto lunghi. Ciò, da un
lato, può essere visto come un problema – e a volte lo è davvero - in quanto la realtà
attorno a noi si sviluppa in modo sempre più accelerato.
E’ tuttavia importante ricordare che la costruzione di un solido consenso è
altrettanto necessaria alla riuscita di ogni progetto, soprattutto di questa portata e
importanza.
La crescita del consenso richiede, inevitabilmente, momenti di confronto,
discussioni, incontri, scambio d’informazioni, comprensione e condivisione tra
persone che hanno spesso punti di vista diversi.
 La progettazione del Parco è stata particolarmente attenta al coinvolgimento di tutti
coloro che hanno dei legami con questo territorio.
 Grazie a una serie di incontri è stato possibile raccogliere le attese e gli stimoli di
ognuno e costruire un comune denominatore, sul quale fondare poi il progetto.
E’ stata un’esperienza impegnativa ma, per noi, certo molto positiva.
Sono altresì
convinto che sia stato utile ai vari partecipanti prendere atto di quanto possano essere
molteplici le visioni e le idee che riguardano le scelte d’uso di un territorio.
 Il coinvolgimento e la partecipazione attiva degli attori istituzionali, di associazioni e
di privati, sono avvenuti anche grazie alla consultazione dello scorso anno ( marzo).
Grazie al lavoro di divulgazione effettuato nelle frequentatissime serate pubbliche,
oltre 100 persone ed enti hanno formulato considerazioni generali e osservazioni
puntuali (837).
Tutte sono state analizzate, a ognuna è stata data risposta. Uno specifico rapporto,
allegato al messaggio, rende conto di questo importante lavoro.
 Quel che più conta è che le osservazioni formulate – anche quelle critiche -  sono
state tutte utili per mettere a fuoco i nodi irrisolti e per rivedere alcune delle scelte
rese note con il progetto posto in consultazione.
Il prodotto finale si presenta dunque migliorato grazie al contributo di tutti coloro
che si sono presi il tempo per analizzare la nostra  prima proposta e comunicarci le
loro valutazioni. Persone ed enti che desidero ringraziare per il prezioso aiuto che ci
hanno fornito. 3
 Il progetto del Parco ha una componente tecnica, ma anche una forte componente
politica. Questo aspetto è stato sviluppato e curato da un gruppo di conduzione del
progetto che ho coordinato personalmente, in cui erano presenti 14 persone in
rappresentanza dei comuni, delle regioni, degli enti turistici e dei consorzi, delle
cerchie agricole e di quelle delle associazioni ambientaliste.  Alcuni di loro sono
oggi presenti, e ringrazio tutti per l’impegno e la costanza dimostrati nel corso delle
numerose riunioni che abbiamo avuto.
 Un ringraziamento va anche ai progettisti e alla direzione di progetto, composta da
funzionari del  Dipartimento del Territorio (Balemi, Celio, Poggiati) e del
Dipartimento delle finanze e dell’economia (Giovanni Antognini, capo sezione
agricoltura).
 Il Consiglio di Stato ha adottato con convinzione questo strumento che ci fornisce le
basi, anche finanziarie, per realizzare il Parco del PdM: inizia ora l’iter parlamentare
per l’approvazione definitiva. L’auspicio è che già a partire dal prossimo anno il
parco possa diventare una realtà concreta per il Paese.
 La parola ora a Paolo Poggiati, che illustrerà  il progetto e i cambiamenti avvenuti
dopo la consultazione.

1 commento:

  1. Quanto autoincensamento su questo progetto.Tipicamente ticinese questo continuo progettare senza poi realizzare.Spendiamo una montagna di soldi in studi e pianificazioni che poi al lato pratico la realizzazione riveste interesse per pochi o nessuno.
    E questo ne è un esempio: qualcuno dirà: come al solito solo critiche.Ebbene chi questa sera ha avuto modo di sentire alla radio le interviste ai diversi funzionari e politici che hanno presentato il progetto si saranno resi conto dei contenuti scarsi di questo progetto.È impossibile voler far convivere l'insediamento abitativo, l'agricoltura , le industrie su un territorio di questo tipo dove tutti vogliono mangiare la propria fetta.
    e allora si abbia il coraggio di dire che il piano di Magadino va ad appannagio dei contadini e che se lo gestiscano in maniera razionale .Per cosa si vogliono creare parchi fluviali ,parchi divertimento ecc ecc.Chi vi si vuole recare ha già ampi accessi sulle golene ,e sulle dughe.basta con questi mega progetti.Un intervistato ha dato un esempio illuminante di quello che ne sarà il futuro utilizzo come tempo libero e svago.
    partenza da Lugano, arrivo a Cadenazzo in 15 minuti con il treno, noleggio di una bicicletta, merenda in fattoria in mezzo al piano (ma dove mai??)riconsegna della bicicletta a Gordola e ritorno a Lugano in 20 minuti.Ma scherziamo?Quiesto signore ne avrebbe sicuramente un maggior beneficio se facesse una passeggiata sulle colline di Lugano, senza dover arrivare ad imporre vincoli a destra e a manca sul piano, per potergli permettere la sua passeggiata in bicicléetta!!
    Non sarebbe ora che il cantone si impegni in qualcosa a difesa degli abitanti che vivono lungo la strada da Quartino a Cadenazzo, portando finalmente un progetto serio, realizzabile in tempi brevi e che porti effettivamente dei benefici a tutti quanti? Campa cavallo....È sperare troppo in questo bel cantone dove chi decide sa solo riempirsi la bocca di tante parole a difesa della qualità del territorio,del turismo, della nostra industria ecc ecc ma poi al lato pratico non fa niente per concretizzare tanti propositi.

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