Udc e Lega: "rottura". Plr e Ppd: "dialogo". PS: "Risorse alle regioni, marketing a TicinoTurismo". Verdi: “il settore deve cambiare"
Su un punto l’accordo è quasi unanime: TicinoTurismo non va smantellato. Il suo compito non si è esaurito. È questa la posizione dei presidenti di partito il giorno dopo la bufera sollevata dagli enti di Lugano e Locarno. A smarcarsi nettamente solamente Lega e Udc che prediligono la linea dura. TINEWS
“È ora di finirla di pompare soldi a chi tira il carro”, commenta Giuliano Bignasca. Per il presidente della Lega “le risorse devono tornare agli enti regionali. Se è necessario si può ragionare su una piccola perequazione, ma la chiave di riparto deve cambiare. Se si trova un accordo bene. Se no, ognuno per la sua strada".
Del medesimo tenore, la posizione del presidente UDC. “Il fatto di decentralizzare potere e competenze non è un male”, commenta Gabriele Pinoja. “L’esperienza avuta fino oggi non è stata gratificante. Noi siamo convinti che il turismo di prossimità può dare risultati migliori. Le risorse devono quindi tornare di competenza regionale. Ticino Turismo può coprire un ruolo di coordinamento”.
“Polemica sterile”, ribatte dalla Liguria, il presidente Ppd Giovanni Jelmini. “Quel che serve adesso è sedersi al tavolo per discutere uniti su come superare la crisi del settore. La vera domanda non è se mantellare o ridurre competenze, ma trovare gli argomenti per superare la crisi”.
Contro le spinte secessionistiche si schiera anche il capogruppo Plr Christian Vitta: “In questo momento di difficoltà il Cantone ha bisogno di dialogo. Smantellare TicinoTurismo sarebbe un autogol. Bisogna remare uniti nella stessa direzione. La strategia di promozione del turismo deve passare da una visione d’insieme. Il Cantone deve continuare ad avere un ruolo, accanto agli enti regionali.
Tra i due estremi, PS e Verdi: una posizione di compromesso, ma comunque di cambiamento: PerSergio Savoia tutto il settore del turismo deve darsi una mossa. È necessario un ripensamento generale, senza per forza passare da uno smantellamento dell’ente cantonale, le cui competenze di marketing vanno comunque mantenute. Se qualcuno intende vendere il suo piccolo prodotto turistico fuori dal Cantone pensando di poter competere a livello europeo, si illude, conclude Savoia, che aggiunge: il problema non è tanto il marketing quanto il prodotto: in Ticino la qualità scarseggia, manca la cultura dell’accoglienza ed è caro. È tempo che il Cantone metta alcuni paletti: o gli operatori del settore superano le beghe interne, oppure niente soldi.
Contro l’abolizione totale di Ticino Turismo si schiera anche Carlo Lepori. Anche per il vicepresidente del PS “il marketing deve rimanere nelle mani di Ticino Turismo. Sarebbe sciocco – continua Lepori - frammentare le varie offerte vendendo separatamente le regioni. Per quanto riguarda invece le risorse da investire nel territorio è giusto che le decisioni siano di competenza degli enti regionali”.
fp
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