“Ognuno di noi se fosse nato in un campo di concentramento e da 50 anni fosse lì e non avesse alcuna prospettiva di poter dare ai propri figli un avvenire sarebbe un terrorista”. GIUGLIO ANDREOTTI

giovedì 11 ottobre 2012

Termovalorizzatore, valori 1000 volte inferiori ai limiti OIAt



Negli scorsi giorni il termovalorizzatore di Giubiasco (ICTR) è stato
nuovamente messo sotto accusa dall’associazione OKKIO. L’oggetto del
contendere questa volta sono le nanoparticelle, che secondo le misurazioni
volanti di OKKIO l’impianto emetterebbe in larga misura. In realtà, le
misurazioni continue presso l’ICTR indicano che i valori di emissione delle
polveri totali sono di oltre 1000 volte inferiori al limite OIAt (10mg/m

3
), e
dunque anche nettamente inferiori al limite più restrittivo stabilito con la
licenza edilizia (2mg/m
3
). La Sezione protezione aria acqua e suolo del
Dipartimento del territorio desidera dunque chiarire alcuni punti in relazione ai
temi sollevati.
Come premessa occorre definire le nanoparticelle: si tratta di polveri estremamente
sottili, con un diametro inferiore a 0.05μm, che rientrano già nel conteggio delle
polveri sottili (PM10). L'Ordinanza contro l’inquinamento atmosferico (OIAt) prevede
dei valori limite d’emissione per impianti d’incenerimento di rifiuti urbani e speciali
che si riferiscono alle polveri totali (particolato). Di conseguenza, per valutare la
conformità con l’OIAt si analizza il particolato totale e non una o più frazioni
specifiche, come ad esempio le PM10 o PM2.5. Le misurazioni effettuate
consentono tuttavia di misurare anche la maggior parte delle PM2.5.
Il processo d’incenerimento dei rifiuti genera dei fumi, che vengono in gran parte
privati delle sostanze inquinanti tramite filtri elettrostatici, torri di lavaggio,
catalizzatori DeNOx e filtri a maniche. L’alto rendimento di questi impianti di
trattamento permette di abbattere in gran parte anche le polveri fini PM10. Una
ricerca effettuata dal politecnico di Milano  presso tre inceneritori italiani (impianti di
Bologna, Brescia e Milano) mostra che la presenza di un filtro a maniche si traduce
in una rimozione dell’ultrafine e del nanoparticolato con un’efficienza media del 97%.
In aggiunta alle misurazioni summenzionate, presso l’ICTR è in corso da alcune
settimane una campagna di misurazione delle diossine e dei metalli presenti nelle
polveri totali in ricaduta.  

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