venerdì 16 novembre 2012

Giù le mani dalla palestina


Capire ciò che sta accadendo in Palestina non è facile, anche perché i grandi mezzi di comunicazione, in particolare la televisione, non ci aiutano. Ignorano o rimuovono deliberatamente le complesse radici del conflitto in atto, affidandosi esclusivamente alle cronache degli inviati speciali o alle dubbie competenze di «esperti» politici o militari, che danno spesso l'impressione di non aver mai messo piede in Palestina.
Per di più, il riferimento emotivo al tema dell'antisemitismo e dell'Olocausto e una latente ostilità nei confronti del mondo islamico impediscono a molti europei una valutazione razionale delle responsabilità politiche degli attori coinvolti: gli Stati Uniti, Israele, i paesi arabi, le organizzazioni palestinesi.

 Nei decenni a cavallo fra Ottocento e Novecento, periodo nel quale le potenze europee, in primis l'Inghilterra, decidevano le sorti della Palestina e incoraggiavano il movimento sionista ad occuparla, la Palestina non era un deserto. Era, al contrario, un paese dove viveva una comunità politica e civile composta di oltre seicentomila persone, che dava nome al territorio ed in cui viveva da millenni.
I palestinesi parlavano l'arabo ed erano in gran parte mussulmani sunniti, con la presenza di minoranze cristiane, druse e sciite, che usavano anch'esse la lingua araba. Grazie al suo elevato grado di istruzione, la borghesia palestinese costituiva una élite della regione mediorientale: intellettuali, imprenditori e banchieri palestinesi occupavamo posti chiave nel mondo politico arabo, nella burocrazia e nelle industrie petrolifere del Golfo Persico. Questa era la situazione sociale e demografica della Palestina nei primi decenni del Novecento e tale sarebbe rimasta fino a qualche settimana prima della proclamazione dello Stato d'Israele nella primavera del 1948: in quel momento in Palestina era presente una popolazione autoctona di circa un milione e mezzo di persone (mentre gli ebrei, nonostante l'imponente flusso migratorio del dopoguerra, superavano di poco il mezzo milione).L'intera vicenda dell'invasione sionista della Palestina e della autoproclamazione dello Stato di Israele ruota dunque attorno ad una operazione ideologica che poi si incarnerà in una sistematica strategia politica: la negazione dell'esistenza del popolo palestinese.



Nelle dichiarazioni dei maggiori leader sionisti - da Theodor Herzl a Moses Hess, a Menachem Begin, a Chaim Weizman - la popolazione nativa, quando non è totalmente ignorata, viene squalificata come barbara, indolente, venale, dissoluta. A questo diffusissimo clichet coloniale è strettamente associata l'idea che il compito degli ebrei sarebbe stato quello di occupare un territorio arretrato e semideserto per ricostruirlo dalle fondamenta e «modernizzarlo». E secondo una interpretazione radicale della «missione civilizzatrice» dell'Europa e del suo «colonialismo ricostruttivo», la nuova organizzazione politica ed economica israeliana avrebbe dovuto escludere ogni cooperazione, se non di carattere subordinato e servile, della popolazione autoctona (mentre lo Stato israeliano sarebbe rimasto aperto all'ingresso di tutti gli ebrei del mondo e soltanto degli ebrei).

Non a caso, la prima grande battaglia che i palestinesi sono stati costretti a combattere per risalire la china dopo la costituzione dello Stato d'Israele è stata quella di opporsi alla loro vera e propria cancellazione storica. Il loro obiettivo primario è stato di affermare - non solo contro Israele, ma anche contro paesi arabi come l'Egitto, la Giordania, la Siria - la loro identità collettiva e il loro diritto all'autodeterminazione. Soltanto molto tardi, non prima del 1974, le Nazioni Unite prenderanno formalmente atto dell'esistenza di un soggetto internazionale chiamato Palestina e riconosceranno in Yasser Arafat il suo legittimo rappresentante.
La negazione dell'esistenza di un popolo nella terra dove si intendeva installare lo Stato ebraico è lo stigma coloniale e, in definitiva, razzistico che caratterizza sin dalle sue origini il movimento sionista: un movimento del resto strettamente legato alle potenze coloniali europee e da esse sostenuto in varie forme. Dopo aver a lungo progettato di costituire in Argentina, in Sudafrica o a Cipro la sede dello Stato ebraico, la scelta del movimento sionista cade sulla Palestina non solo e non tanto per ragioni religiose, quanto perché si sostiene, assieme a Israel Zangwill, che la Palestina è «una terra senza popolo per un popolo senza terra».

E' in nome di questa logica coloniale che inizia l'esodo forzato di grandi masse di palestinesi - non meno di settecentomila - grazie soprattutto al terrorismo praticato da organizzazioni sioniste come la Banda Stern, guidata da Yitzhak Shamir, e come l'Irgun Zwai Leumi, comandata da Menahem Beghin, celebre per essersi resa responsabile della strage degli abitanti - oltre 250 - del villaggio di Deir Yassin.



Poi, a conclusione della prima guerra arabo-israeliana, l'area occupata dagli israeliani si espande ulteriormente, passando dal 56 per cento dei territori della Palestina mandataria, assegnati dalla raccomandazione della Assemblea Generale delle Nazioni Unite, al 78 per cento, includendo fra l'altro l'intera Galilea e buona parte di Gerusalemmme. Infine, a conclusione dalla guerra dei sei giorni, nel 1967, come è noto, Israele si impadronisce anche del restante 22 per cento, si annette illegalmente Gerusalemme-est e impone un duro regime di occupazione militare agli oltre due milioni di abitanti della striscia di Gaza e della Cisgiordania. Il tutto accompagnato dalla sistematica espropriazione delle terre, dalla demolizione di migliaia di case palestinesi, dalla cancellazione di interi villaggi, dall'intrusione di imponenti strutture urbane nell'area di Gerusalemme araba, oltre che in quella di Nazaret.


Ma, fra tutte, è la vicenda degli insediamenti coloniali nei territori occupati della striscia di Gaza e della Cisgiordania a fornire la prova più persuasiva del buon fondamento dell'interpretazione «colonialista». Come spiegare altrimenti il fatto che, dopo aver conquistato il 78 per cento del territorio della Palestina, dopo aver annesso Gerusalemme-est ed avervi insediato non meno di 180 mila cittadini ebrei, lo Stato di Israele si è impegnato in una progressiva colonizzazione anche di quell'esiguo 22 per cento rimasto ai palestinesi, e già sotto occupazione militare? Come è noto, a partire dal 1968, per iniziativa dei governi sia laburisti che di destra, Israele ha confiscato circa il 52% del territorio della Cisgiordania e vi ha insediato oltre 200 colonie, mentre nella popolatissima e poverissima striscia di Gaza ha confiscato il 32 per cento del territorio, istallandovi circa 30 colonie.
Complessivamente non meno di 200 mila coloni oggi risiedono nei territori occupati, in residenze militarmente blindate, collegate fra loro e con il territorio dello Stato israeliano attraverso una rete di strade (le famigerate by-pass routs) interdette ai palestinesi e che frammentano e lacerano ulteriormente ciò che rimane della loro patria.

Si può dunque concludere che il «peccato originale» dello Stato di Israele è il suo carattere strutturalmente sionista: il suo rifiuto non solo di convivere pacificamente con il popolo palestinese ma persino di gestire la propria egemonia in modi non repressivi, coloniali e sostanzialmente razzisti. Ciò che l'ideologia sionista è riuscita ad ottenere - indubbiamente favorita dalla persecuzione antisemitica e dalla tragedia dell'Olocausto - è stata la progressiva conquista della Palestina dall'interno. E ciò ha dato e continua a dare al mondo - non solo a quello occidentale - l'impressione che l'elemento indigeno sia costituito dagli ebrei e che stranieri siano i palestinesi. In questa anomalia sta il nucleo della tragedia che si è abbattuta sul popolo palestinese, la ragione principale delle sue molte sconfitte: il sionismo è stato molto più di una normale forma di conquista e di dominio coloniale dall'esterno. Esso ha goduto di un consenso e di un sostegno generale da parte dei governi e della opinione pubblica europea come non è accaduto per nessun'altra impresa coloniale.



 

Ma qui sta anche il grave errore commesso dalla classe politica israeliana e dalla potente élite ebraica statunitense che ne ha sempre condiviso le scelte politico-militari. Un popolo palestinese esisteva in Palestina prima della costituzione dello Stato di Israele, continua ad esistere nonostante lo Stato di Israele ed è fermamente intenzionato a sopravvivere allo Stato di Israele, nonostante le sconfitte, le umiliazioni, la sanguinosa distruzione dei suoi beni e dei suoi valori.


Riflessioni ispirate dal libro"La Questione palestinese" di Edward W. Said del quale consigliamo la lettura.




20 commenti:

  1. Gaza e`una bidonville,un campo di concentramento per milioni di Palestinesi di cui al resto del mondo non importa niente.....

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  2. Gaza è ancora una prigione, ma politicamente non è piu' isolata. Lo scenario mediorientale, rispetto a quattro anni fa(Operazione Piombo Fuso), è cambiato profondamente. A sostenere la "resistenza dei fratelli palestinesi" contro la "brutalità sionista" non sono solo le piazze arabe, ma i nuovi leader prodotti dalle "primavere arabe" a cominciare dall'Egitto(il Cairo non lascia Gaza da sola) e dalla Tunisia(solidarietà con la lotta del popolo palestinese). Altra novità è la visita di qualche settimana fa dell'emiro del Qatar che ha portato con sè un assegno di 400 milioni di dollari. L'isolamento fisico rimane, ma quello politico è rotto.
    Un altro libro che si puo' consigliare a chi è interessato all'argomento è "Le nettoyage ethnique de la Palestine" di Ilan Pappe (è in francese perchè l'ho acquistato su Amazon.fr)m.rosa

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  3. Non approvo i metodi di Israele,comunque Israele é un bastione contro l'integralismo islamico.L'islamismo stà prendendo piede anche da noi.Svegliamoci....

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  4. Concretamente un vero bastione: filo spinato, torrette militari di qua e di là dal valico, soldati armati di tutto punto e un lungo tunnel con cancelli automatici accolgono chi entra in uno dei luoghi piu' brutti del pianeta. m.rosa

    Raji Sovrani, direttore del centro palestinese per i diritti umani a Gaza, ha detto:
    "CI MASSACRANO, DOVETE INTERVENIRE" "Non si dica ancora una volta che anche "Pilastro di difesa" è una reazione ai razzi lanciati da Hamas e dai gruppi jiadisti sul sud di israele. E un pretesto. Secondo la Convenzione di Ginevra l'occupante ha il dovere di difendere la popolazione che vive nei territori occupati e secondo la legge internazionale, Gaza è ancora territorio occupato e quindi gli israeliani dovrebbero evitare di bombardare i civili."

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  5. e se smettessero di lanciare razzi verso israele?? vuoi che non li lascino in pace???
    sul tema si parla e si sparla a vanvera..con tanto di fotomontaggi fatti apposta per dare contro a Israele..
    L'ultimo della serie, un padre di famiglia con in braccio il figlio morto.... commento: assassinio a Gaza...
    si, peccato che la foto era stata fatta in Siria giorni prima..e già pubblicata!!!

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  6. dedicata all'anonimo partigiano degli invasori http://www.corriere.it/gallery/esteri/11-2012/israele/3/quinta-notte-bombe-gaza_38736650-316a-11e2-b54b-5890948d86c8.shtml#21

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  7. Erode in confronto ai macellai sionisti era un dilettante. m.rosa

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  8. Macellai sionisti...
    Si brava.. E he ne dici dei macellai, terroristi fanatici palestinesi..
    Candide educande ???
    Ma per piasee

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  9. ".... A sostenere la "resistenza dei fratelli palestinesi" contro la "brutalità sionista" non sono solo le piazze arabe, ma i nuovi leader prodotti dalle "primavere arabe" a cominciare dall'Egitto(il Cairo non lascia Gaza da sola) e dalla Tunisia(solidarietà con la lotta del popolo palestinese..."

    Tutto e il contrario di tutto cara m.rosa... Hai citato dei fulgidi esempi di paladini dei diritti umani...
    Senza dimenticare gli atti di terrorismo che hanno mietuto vittime a centinaia ..in nome della palestina...vedi Lockerbie...
    Bella visuale a senso unico la tua... Complimentoni.
    Io sto con Israele... Un popolo che se non vai a schiacciargli la coda.... Ti lascia stare
    Claudio s.n.

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  10. Dimentichi una cosa fondamentale. I palestinesi sono stati derubati delle loro terre. Occupati e ghettizzati sia politicamente che economicamente. C'è una causa ed effetto che bisognerebbe tenere a mente ogni qual volta si cerca di interpretare questo eccidio.
    In quanto a visuale a senso unico, io sto con i palestinesi è vero, ma tu che stai con gli israeliani che visuale hai? bi...tri...Parli di centinaia di vittime causate da atti di terrorismo, ma dall'altra parte si parla di migliaia: dal 2000 al 2010 uccisi 6404 palestinesi dalle forze di sicurezza e civili israeliane contro i 1080 israeliani uccisi dai palestinesi. Un rapporto di 1 a 6.L'operazione "Pilastro di difesa" dovrebbe chiamarsi Operazione "Colonna di fumo" come quella che usciva dai camini di Auschwitz. m.rosa

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  11. Cara m.rosa
    Le centinaia di morti che menzionavo io nulla avevano a che vedere con israele e la palestina.. Vedi i passeggeri ignari del boeing pan am...morti in nome della cosidetta liberazione della palestina.. Oltre ad altri molti morti😨😨
    Il tuo calcolo non tiene conto del fatto che i palestinesi usano farsi scudo con i civili .. Quindi vedi poi tu..
    Il deserto che tu dici sia stato rubato ai palestinesi non sarebbe mai stato reclamato se israele non lo trasformava in territorio fertile..
    Conosci tu israele? O quello che sai lo hai letto nei tuoi libri ( palesemente di parte)??
    Io ci sono stato.. Piu volte.. E non in vacanza...quando i cari palestinesi mettevano bombe nei bus e nei centri commerciali.. Oltre a lanciare alla cieca centinaia di razzi...
    Israele una paese circondato da fanatici fondamentalisti che vorrebbero ederlo cancellato dalle carte geografiche... Vorrei vedere te al loro posto..
    Ricorda.. Se non lo sai.. che alcuni anni fa con Clinton,la pace era cosa fatta. Ma all'ultimo momento proprio i tuoi amati plestinesi hanno mandato tutto a "bao".. E sai perche? Per il fatto che loro volevano essere riconosciuti come stato ma.. Non volevano che altrettanto fosse fatto per Israele...
    Quindi metti tutto sul piatto.. Non solo quello che torna comodo..

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  12. Fra poco, su Rai3, nel programma "Che Tempo che fa",saranno ospiti di Fazio Daniel Barenboim, pianista e direttore d'orchestra israeliano,e Zubin Meta, direttore d'orchestra indiano.Se hai tempo guardali e ascolta cosa diranno. Io li ho già sentiti esprimersi sull'argomento giovedi' scorso sul canale Arte in occasione del concerto in onore dei settantanni di Barenboim, ma li seguiro' anche adesso con interesse.Abbiamo tanto da imparare da personaggi come loro! m.rosa

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  13. L'orchestra è arrivato con l'impatto di un corteo presidenziale, auto blindate, con sirene e fiancheggiata da decine di uomini armati.

    E 'stato un ouverture insolito a una interpretazione di Mozart. Ma poi, l'arrivo a Gaza di Daniel Barenboim , il famoso direttore d'orchestra israeliano e la sua Orchestra per Gaza - con musicisti provenienti da Parigi, Milano, Berlino e Vienna - Il gioco per un pubblico di studenti e lavoratori delle ONG in sé era lontano dal solito.

    L'orchestra partì da Berlino il Lunedi, si fermò a Vienna e poi sbarcati a El Arish, vicino al lato egiziano della Striscia di Gaza, su un aereo noleggiato dalla Barenboim stesso.

    Come un cittadino israeliano è illegale per Barenboim di entrare a Gaza senza un permesso, e, come se non bastasse, il recente assassinio di un attivista per la pace italiano e teme che i gruppi pro-Osama bin Laden a Gaza potrebbero cercare vendetta occidentale obiettivi ha fatto sì che il team di sicurezza delle Nazioni Unite è stato di massima allerta.

    Barenboim ha già suonato a Ramallah e detiene un passaporto palestinese onorario, ed è ampiamente elogiato per i suoi tentativi di raggiungere attraverso il divario. In Israele , nel frattempo, è stato attaccato per promuovere il lavoro di Wagner.

    Ha detto al suo pubblico il Martedì che la popolazione di Gaza "è stata bloccata per molti anni e questo blocco ha interessato tutte le vostre vite."

    Lo scopo della sua orchestra, ha detto, era quello di portare "sollievo e piacere" attraverso la musica alla gente di Gaza e per far loro sapere che la gente di tutto il mondo la cura per loro.

    Gaza è più abituato al suono di esplosioni, bang sonici ed i tamburi tradizionali e tubi che accompagnano i matrimoni serali di Mozart. Molti leader religiosi disapprovano musica, e la gente in generale preferisce mediorientale stile musicale la musica classica o popolare.

    Barenboim ha uno scoppio di applausi e poi un mormorio di apprezzamento, come l'orchestra è iniziata quando ha detto al pubblico che essi possano riconoscere il primo movimento della Sinfonia di Mozart n 40 come è stata la base di una delle canzoni celebri Fairuz, la più famosa cantante che vivono nel mondo arabo.

    La prima orchestra suonato Mozart Eine Kleine Nachtmusik, che è stato calorosamente apprezzato, ma il discorso Barenboim alla fine dello spettacolo è andato giù ancora meglio.

    "Io sono un palestinese e un israeliano .....", ha detto al pubblico, che ha applaudito la seconda istruzione solo leggermente inferiore al primo. "Così si vede, è possibile essere al tempo stesso."

    Ha detto che il conflitto israelo-palestinese è stato uno tra i due popoli che credono hanno diritto a vivere in un unico pezzo di terra, piuttosto che un conflitto tra due nazioni sui confini, aggiungendo che il mondo intero capito che uno stato palestinese deve essere stabilito in terra che Israele ha occupato nel 1967.

    "Tutti devono capire che la causa palestinese è una giusta causa, quindi può essere dato solo se la giustizia si ottiene senza violenza. La violenza non può che indebolire la giustizia della causa palestinese", ha detto.

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  14. Facendo riferimento alle rivoluzioni nel mondo arabo e la catastrofe nucleare in Giappone, ha detto che tutti dovrebbero mettere in discussione le loro azioni passate. "Ogni musicista qui ha giocato questi pezzi molte volte, a volte centinaia di volte. Ieri abbiamo visto questa musica come se avesse visto per la prima volta. Abbiamo mai accettare che la nota successiva si gioca allo stesso modo è stato giocato prima. Il pensiero è di nuovo la nostra attività quotidiana. Spero che tutti gli abitanti di questa regione possono prendere atto di questo, "ha detto.

    Diana Rustum, 12, un allievo di una scuola locale delle Nazioni Unite ha detto che godeva la disciplina dei musicisti e la melodia della musica. "Penso che sia stato diverso da Fairuz, ma altrettanto bello," ha detto.

    Abdul Rahman Abu Hashem, 12, insistito sul fatto che egli non annoiarsi durante l'ora-lungo prestazioni. "E 'stato molto buono," ha detto.

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  15. Baremboin e Metha... La loro opinione e'imparziale come potrebbe esserlo quella di Bersani su Berlusconi...
    La storia e i fatti non li hanno inventati loro...
    La palestina ha diritto di esistere tanto quanto Israele.. Ma sono stati sempre i primi a non accettarlo...
    Quindi...

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  16. Norman G. Finkelstein (leggete i suoi libri "di parte" direbbe l'anonimo di S.Nazzaro), intellettuale e storico ebreo e figlio di sopravvissuti ad Auschwitz, (esiliato dalla "democratica" israele per le sue opinioni)disse che "se gli israeliani non vogliono essere accusati di essere come i nazisti, devono semplicemente smettere di comportarsi da nazisti". m.rosa

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  17. Barenboim e Metha, si vede che non conosci la loro storia e il loro spessore intellettuale. Dici che i fatti non li hanno inventati loro, è vero, i fatti parlano da soli. m.rosa

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  18. M.rosa
    Continui a glissare sulla sostanza...
    I primi a non volere la pace sono coloro che detengono il potere in palestina.. X il solo motivo che non vogliono riconoscere Israele come uno stato..
    Tutto li..
    E intanto mettono le bombe bei bus..ah ma quello va bene...

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  19. Di quale sostanza, di quale potere stai parlando? Le bombe sui bus le condanno perchè sono contraria a qualsiasi forma di violenza. Non dimenticare pero' che gli israeliani non hanno bisogno di mettere bombe sui bus per uccidere, loro hanno la tecnologia sviluppata e intelligente che non sbaglia un bambino, lo travolge nel sonno,lo asciuga di ogni liquido: si chiama FOSFORO BIANCO. m.rosa

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