SECONDO LO SCRITTO DI LIBERA TV
"I pensionati razziano il lago"
ARTICOLO SU LIBERATV
Bilancio "magro" per la trota. E i pescatori dichiarano guerra ai "pensionati che razziano il lago
Dall'apertura a oggi catture deludenti. Nel mirino dei "dilettanti" non chi fa della pesca un'attività economica ma i pescatori semiprofessionisti
LOCARNO - Il 20 dicembre scorso si è aperta la pesca alla trota sui nostri due grandi laghi. Ne parliamo con Giuseppe "Pino" De Bernardo, gestore del negozio Europesca a Locarno e grande esperto. Un primo bilancio fatto di luci e ombre, dove non manca qualche frecciatina.
De Bernardo come giudica finora l’apertura e la pesca alla trota su Verbano e Ceresio?
“L’anno scorso sul Ceresio è andata molto meglio, infatti è stato preso tantissimo, mentre quest’anno le catture trattenute (di misura minima n.d.r.) sono state davvero poche. A Locarno invece la situazione è migliore, in media si è preso un pesce per imbarcazione. Bisogna tenere conto del fatto che è stata aumentata la misura minima da 30 a 40 centimetri e questo chiaramente ha ridotto di molto le catture in tutti e due i laghi, infatti i numeri rispetto all’apertura dello scorso anno sono bassissimi. Ad ogni modo la situazione sembrerebbe ciclica, un anno va bene un lago e quello seguente l’altro.”
Le risultano catture particolarmente degne di nota?
“Da quel che so finora la trota più grande pesava intorno ai due chili”.
Rimanendo sul lago Maggiore: sono presenti differenze tra bacino svizzero e italiano?
“Facendo riferimento all’Italia si può dire che le catture sono senz’altro di più, in quanto si pesca molto meno con le reti e ci sono meno pescatori che utilizzano il sistema del “cane” come da noi, dunque la differenza c’è ed è importante.”
Sta dunque dicendo che nella parte Svizzera le reti sono troppe?
“Assolutamente, si tratta di un lago che non permette più un accanimento sui livelli attuali, in particolare mi riferisco ai semi professionisti: infatti nessuno ha nulla contro i professionisti veri, anzi andrebbero sostenuti maggiormente anche dal Cantone, favorendo il ricambio generazionale, un po’ come avviene per i contadini di montagna. Invece la categoria dei semi professionisti non ha più nessuna ragione di esistere, si tratta per la maggioranza di pensionati, spesso anche milionari, che razziano il lago intensivamente. Non sono tantissimi, ma la differenza la fanno eccome visto che, avendo molto tempo a disposizione, passano più ore dei professionisti veri e propri sul lago. Per non parlare poi dei pesci sottomisura…”
A cosa si riferisce?
“Il pesce sottomisura che rimane nelle reti se ancora vivo dovrebbe essere rilasciato, mentre gli esemplari morti per legge dovrebbero venire regalati a enti di pubblica utilità come scuole e ospedali… ebbene nelle statistiche questi pesci risultano pari a zero! Per non parlare poi delle vergogna delle zone protette come le Bolle… ”
Di che vergogna parla?
“C’è una zona di protezione federale nella Bolla rossa di Magadino dove in inverno, per un periodo, ai pescatori è permesso lasciare le reti calate tutto il giorno con la scusa della pesca del pesce bianco, ma in realtà lo sanno anche i sassi che l’obiettivo vero sono i lucciperca.”
Quali contromisure crede siano necessarie per arginare questi problemi?
“Il 18 gennaio è prevista l’assemblea della nostra associazione Sant’Andrea, che unisce i pescatori svizzeri sul Verbano, ed è mia intenzione picchiare i pugni sul tavolo proprio in riferimento a questi aspetti, perché l’impressione è che queste persone siano protette indirettamente anche a livello cantonale: infatti le autorità non hanno fatto nulla finora, è stato proposto anche l’allargamento delle maglie delle reti, prontamente respinto. L’unico correttivo introdotto è stato l’aumento della misura da 30 a 40 centimetri, che alla fine penalizza solo i pescatori dilettanti e si sarebbe potuta trovare una via di mezzo a 35 centimetri. Le associazioni dei dilettanti non sono comunque contrarie all’aumento della misura, ma i “sacrifici” devono essere proporzionati a tutte le categorie. Un’ulteriore soluzione potrebbe essere il modello vigente nella Svizzera tedesca, che prevede che siano i professionisti ad occuparsi della spremitura delle uova e delle semine del novellame, mentre in Ticino attualmente è compito delle società dilettantistiche regionali”.
Cosa mi può dire invece del Ceresio? Anche lì la situazione è così compromessa?
“Non sono così esperto del lago di Lugano, ma so che se nel bacino nord la situazione è nettamente migliore (un solo semi professionista presente), in quello sud il problema sussiste come nel Verbano e le reti sono spesso troppe. Deve pensare che originariamente la patente P2 (semi professionistica n.d.r.) veniva data alle famiglie per integrare la dieta povera con del pesce fresco, si trattava dunque di una concessione quasi per “fame”, ma oggi questo scopo non ha più sicuramente ragion d’essere. Addirittura anche i professionisti veri (patente P1) sono contrari al rilascio di queste patenti. Insomma la categoria andrebbe eliminata, e qui mi sento di dare voce a tutti i pescatori dilettanti ticinesi che la pensano esattamente così”.
Non crede dunque che sia opportuno fare fronte comune e portare avanti le problematiche nelle sedi competenti?
“Purtroppo anche i professionisti hanno le mani abbastanza legate, siamo piuttosto noi come società di dilettanti che dobbiamo muoverci tutte con degli obiettivi comuni rivolgendo le nostre richieste agli enti preposti, e poi anche l’appoggio dei professionisti arriverà."
caro bernardo perche non fai i nomi di tutti i semi profesionisti che raziano il lago verbano devono essere in molti da come parli pero a me mi risulta che di semi profesionisti in pensione rimane 1 solo il secondo e ancora giovane quindi non raccontare palle grazie saluti.
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