giovedì 30 ottobre 2014

"Vogliamo un incontro con il Governo"

A chiederlo l'Associazione territori vivibili in vista della revisione del regolamento delle antenne di telefonia mobile


La guerra delle antenne telefoniche continua. L'Associazione territori vivibili, che recentemente ha sensibilizzato sia il Dipartimento del territorio che quello della Sanità sulla nocività delle antenne in prossimità delle zone residenziali, ora chiede un incontro con il Consiglio di Stato.Tinews

Gli iniziativisti vogliono incontrare il Governo per consegnare una memoria con la bibliografia relativa - citiamo - "alla pericolosità finalizzata all'uso del principio di precauzione nelle esposizioni della popolazione alle onde elettromagnetiche emesse dalle antenne di telefonia mobile", redatta dal ricercatore Fiorenzo Marinelli dell’Istituto di Genetica Molecolare IGM-CNR di Bologna.
Tutto questo alla luce del fatto che il Consiglio di Stato, è in procinto di prendere una decisione sul progetto di revisione del regolamento RORNI presentato dal Direttore del Dipartimento del Territorio Claudio Zali.
Il documento secondo l'Associazione territori vivibili fornisce un dettagliato resoconto delle conoscenze scientifiche attuali. Inoltre gli iniziativisti ritengono che esso possa essere un prezioso contributo per approfondire il tema in oggetto, nonché un aiuto nel valutare più compiutamente i pericoli per la salute dei cittadini, così da prendere una decisione con cognizione di causa.
Ricordiamo che lo scorso mese di giugno l'Associazione di Sonvico ha consegnato al Direttore del Dipartimento del Territorio una petizione sottoscritta, in otto settimane, da 6412 cittadini ticinesi, con la quale si chiedeva l'immediata reintroduzione dell’originaria formulazione dell'art. 5 del Regolamento di applicazione dell'Ordinanza federale sulla protezione da radiazioni non ionizzanti (RORNI), con inasprimento della protezione alle zone sensibili, nonché la reintroduzione del coordinamento cantonale tra autorità ed operatori.
In ultima battuta l'associazione smentisce la notizia apparsa di recente, dove si riferiva di un presunto loro incontro con l’Autorità cantonale.

1 commento:

  1. Vi è da sperare chei politici, in fregola elettoralistica, abbiano la determinazione di valutare con serietà e obiettività queste richieste contraddittorie di questa associazione.
    Citano Marinelli, a parte che sembra sia l'unico che si esprima in italiano, per cui è l'unico vangelo.Leggendo le sue recensioni, sulle quali si basano le richieste dei nostrani salutari, si deduce che le sue sono dei dubbi che lui mette sul tappeto,non essendoci nessun riscontro su questa nocività.La purdenza è quello che lega le sue affermazioni.E questo ci può stare senz'altro.
    Ma che fa specie ,nei nostrani ,è la contraddizione di base. Marinelli parla di cellulari dannosi e non delle antenne.L'assurdo di queste richieste,purtroppo dovute a una crassa ignoranza, di levare o posizionare gli impianto lontano,è che per conseguenze dirette, i cellulari devono emettere più potenza per collegarsi aumentando l'emissione radio.
    Per cui la richiesta dovrebbe essere il contrario, per chi volesse veramente intervenire preventivamente per salvaguardare la salute: aumentare le antenne anche nelle zone abitate, così che sia impianti fissi che portatili possano lavorare tranquillamente con delle irradiazioni inferiori anche ai limiti prescritti.
    Vedere la citazione di Marinelli:

    Da non dimenticare il buon senso, l’unica contromisura a costo zero. Per proteggersi nella maggior parte dei casi è sufficiente adottare accorgimenti di carattere comportamentale. «La sorgente più emissiva è il telefono cellulare che modula il livello di segnale in funzione della distanza dall'impianto con cui è in comunicazione, e molti strumenti di uso professionale o domestico», specifica Turco, che osserva infine: «Molti modelli di cellulare, ad esempio, con poche tacche (condizione di scarso campo) possono emettere segnali che vanno fino a 80 V/m, e la sorgente si trova a contatto con il corpo, a meno che non si faccia ricorso a degli specifici auricolari o al viva voce».


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