
Merci
pericolose: ORA SI CHIEDONO GARANZIE CONCRETE per evitare che un disastro ambientale
annunciato si verifichi e in primis si chiede LA SOSPENSIONE DEL TRANSITO DI
MERCI PERICOLOSE
Oggi è caduta l’ennesima frana
sulla tratta ferroviaria tra il Gambarogno e il Luinese. Tratta che costeggia
il Lago Maggiore / Verbano.
Richiamo le mozione da me
inoltrate il 21 marzo 2005 e nell’ottobre 2016 e l’interpellanza del 17
febbraio 2016sempre sul tema del transito delle merci pericolose su questa
tratta e volte ad avere garanzie in merito alla sicurezza per la gente e per
l’ambiente.
Il Lago non finisce a Zenna sia
per il Luinese, sia per il Gambarogno, sia per il locarnese, sia per Verbania…
Il 21 marzo 2005 con Mozione si invitò il
lodevole Consiglio di Stato ad istituire un gruppo ad hoc che si facesse carico
di rappresentare e tutelare gli interessi dei cittadini del
Gambarogno nell'ambito del
trasporto merci sulla tratta (Cadenazzo)-Quartino-Luino.
La Mozione non ebbe un seguito per le “rassicurazioni”
date dal CdS in particolare per quanto riguardava la problematica del transito
di merci pericolose. A proposito nel relativo Messaggio si leggeva tanta
passività del nostro Cantone sul tema e una chiara delega di rappresentanza di
nostri importanti interessi alla Confederazione. Insomma tanto passivismo su di
un tema come quello delle merci pericolose che toccava vivi interessi
territoriali.
Il 17 febbraio 2016 con Interpellanza tornai a
sottoporre al Lodevole CdS la seguente
richiesta
Il
transito di merci, in particolare di merci pericolose, sembra non essere sotto
controllo. I quantitativi che prendono
la via del Ticino sono impressionanti e non in diminuzione come ci si potrebbe
aspettare su di un tema di elevata pericolosità correttamente seguito e gestito
in cui si riesce ad incidere. I criteri di sicurezza applicati sulle linee
ferroviarie, molto generici, sottovalutano i perduranti micro pericoli
esistenti. La creazione di un gruppo di accompagnamento da tempo richiesta ma
sottovalutata proprio dal nostro Stato la ritengo più che mai necessaria. Resta
l’amaro che nella gestione del traffico di merci pericolose sembrerebbe che abbiamo
perso dieci anni, o mi sbaglio? Al momento ritengo che senza un coinvolgimento
diretto degli attori toccati in primis dai rischi da sopportare non si possa
creare trasparenza e la necessaria propositività per affrontare e portare i
necessari correttivi al problema, o sbaglio?
Tra l’altro per micro pericoli si intendeva ad
esempio sul versante in forte pendenza sopra la ferrovia, il tratto di strada
privo di barriere di protezione dove un veicolo leggero o pesante potrebbe
precipitare direttamente sui binari e tanti altri pericoli di questo tipo che
si riscontrano quando pendii antropizzati e non sfociano direttamente sull’asse
ferroviario. Questo tipo di pericoli non trova riscontro nelle attuali
procedure preventive.
La risposta
ricevuta dal CdS non fece altro che rafforzare la convinzione che nell’ambito
del trasporto di merci pericolose su rotaia si possa fare di più per la
sicurezza, la prevenzione e la diminuzione delle quantità complessive
trasportate. E soprattutto traspare l’esigenza che la sicurezza non è un tema
che si può delegare ad altre sedi ma che va gestito in primis da chi sottostà
ai rischi sia a livello di persone sia a livello dell’ambiente e da chi conosce
meglio di altri la realtà locale e i potenziali pericoli esistenti.
Tornai quindi
nell’ottobre del 2016 con una mozione (messaggio 7305) a chiedere al lodevole
CdS l’istituzione di un gruppo di lavoro che coinvolga gli Enti locali toccati
dal problema, gli Uffici federali interessati, le FFS e altri attori se
ritenuti utili ad affrontare la problematica. Alcuni cantoni romandi se ne stanno
già occupando con modalità che si rivendicavano nella mozione.
Da allora la tratta ferroviaria è stata potenziata, i
convogli merci che vi transitano sono parecchio più lunghi e pesanti e
raggiungeranno i 750 m di lunghezza, le vibrazioni che generano sono nettamente
più elevate considerato anche l’importante aumento di carico e l’aumento della
durata di transito. I rischi che un treno di queste dimensioni possa essere
colpito da una frana o addirittura generare una frana sono sicuramente
aumentati.
Il bosco che sovrasta questi ripidi pendii è parecchio
invecchiato raggiungendo dimensioni esagerate rispetto alle possibilità
dell’apparato radicale di sostenere vecchi tronchi di notevoli dimensioni.
L’apparato radicale si nutre su meno di un metro di terreno che termina su
roccia friabile.
Non va poi dimenticato che dalla parte italiana i lavori di
premunizione a livello di gestione del bosco e i lavori sulla tratta
sembrerebbero in fase ancora embrionale.
Eppure i convogli transitano e in numero elevato.
Al lodevole
Consiglio di Stato si chiede se non sia il caso di intervenire presso le FFS e
l’UFT richiedendo la chiusura della linea al transito merci fintanto i lavori
necessari alla messa in sicurezza di tutta la tratta non siano terminati e
un’eventuale apertura al transito di merci pericolose sia accompagnata dall’istituzione di un gruppo di
lavoro ad hoc come richiesto nelle precedenti mozioni e pure da garanzie di una
politica incisiva di riduzione del transito di merci pericolose.
Cleto Ferrari UDC
Le cose che ripeto da anni sono :
RispondiEliminaI politici del nostro bel Comune sono piu' predisposti a cose grandiose ,opere di richiamo mediatico (con un futuro traballante , tanto il committente é solvibile ....). Qello che il cittadino desidera per una vita piu' attiva nelle diverse frazioni , sicurezza nelle strade ,marciapiedi ,pulizia di strade e sentieri e purtroppo altro ,a loro poco interessa .
La strada Cantonale "l'è el Canton " i sentieri "l'è lEnte turistich " e in tanto lo sporcizia aumenta ...
IL Gambarogno per il Governo Cantonale serve solo ogni 4 anni , periodo elezioni e poi basta .
A Berna nessuno é in grado di farsi sentire ........le FFS fanno e disfano , come i potenti d'oltr'alpe comandano , del Gambarogno se ne fregano della mancante sicurezza sulla tratta Cadenazzo _Luino. La bella Doris ha tentato di fare, ma con poca gloria .
Un personaggio Gambarognese , sempre un po' polemico ma con ragione ,che pur troppo non é piu' tra noi , già ne 1959 scriveva su il glorioso giornale IL Dovere , IL GAMBAROGNO INSORGE (come titolo ) , non sbagliava .
Care Concittadine e Cari Concittadini, come dicono in gergo, i politici importanti e non, se volete che possa cambiare qualche cosa,nel nostro Comune nel 2020 vedete di "insorgere" con la democrazia che permette di cambiare gli assetti politici.
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