L'acqua di S.Abbondio l'acqua dei miracoli basterebbe prenderla
In questi giorni il comune di Gambarogno è stretto , nella parte più caratteristica del suo territorio, da una morsa di fuoco che stà creando danni importanti al patrimonio boschivo di protezione sopra il villaggio di Indemini .
La situazione, sebbene lentamente sembra evolvere verso il positivo.L’impegno di uomini e mezzi è notevole , di giorno e di notte .
La
situazione ha messo in evidenza però qualche problema di approvvigionamento di
acqua per poter sopperire ai bisogni dell’utenza e dei mezzi impegnati nello
spegnimento.
Precauzionalmente
l’acquedotto che serve Indemini è sotto sorveglianza, sperando che non abbia ad
avere conseguenze a seguito dell’imbecillità di chi ha causato il disastro.
È però
emerso anche un altro problema: l’invito rivolto alla popolazione di Gerra per
un uso parsimonioso dell’acqua potabile.
Qualcuno si
è posto il quesito del motivo di tale misura. In effetti l’acquedotto che serve
il villaggio di Gerra e di Ronco, viene anche utilizzato per il riempimento di
una vasca antincendio posta sotto i Monti di Gerra. E questa necessità ha
vuotato il bacino di alimentazione dell’acquedotto. La portata di queste sorgenti
è limitata ed in questo periodo di siccità ancor di meno .
A qualcuno
di memoria un po' lunga è venuto in mente che anni fa, all’incirca ai primi
anni del 2000, la Veddasca , confrontata con problemi di acqua potabile , aveva
ottenuto dall’allora comune di St.Abbondio il permesso di recuperare
abbondantemente l’acqua che sgorga dalle sorgenti della Tempelina situata sopra
i Monti, e non utilizzata per i bisogni del paese: una sorgente che continua a
sgorgare in modo generoso anche di questi tempi.
Sono passati
anni da allora , il comune di Veddasca non esiste più, e la concessione per
questa risorsa sembra sia passata in mano ad una azienda privata che gestisce
gli acquedotti in Lombardia e in Piemonte.
Ritornando
al problema della carenza d’acqua a Gerra e Ronco, la domanda è come mai il
comune di Gambarogno non sfrutta questa preziosa risorsa per i suoi cittadini?
Una prima
decisione da mettere in dubbio è la scelta fatta di andare pescare acqua dal
lago, investendo cifre elevate e che ora bisognerà onorare . Come mai non si è
proceduto a portare questa risorsa , con una condotta in montagna, verso gli
acquedotti esistenti, sfruttando magari i dislivelli per produrre energia
elettrica?
La Tempelina
sgorga acqua a sufficienza per tutta la zona da Vira a Dirinella, come
alimentazione tampone agli acquedotti esistenti.
Ora non è
che si chiede di chiudere l’alimentazione alla ValleVeddasca.
Ma più
semplicemente di recuperare l’abbondanza che va persa e di convogliarla verso
l’acquedotto di Gerra così che le riserve possano essere garantite , sia per la
popolazione che per i casi emergenza come in questi giorni.
Il problema
di queste vasche è che vanno alimentate in continuazione, ma se a monte i
bacini sono vuoti, perdono la loro funzione dopo mezz’ora di utilizzo,e creano
carenze all’erogazione pubblica.
Caso
eccezionale? Ni, perché i casi eccezionali possono anche ripetersi,e se
vogliamo salvare capra e cavoli, distribuendo acqua potabile e garantire le
risorse antincendio, una qualche misura bisognerà adottarla, a meno di spostare
la vasca antincendio da un’altra parte.
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