Si è conclusa venerdì sera la 63ª edizione del Festival Organistico di Magadino, confermando ancora una volta la vitalità e l’eccellenza di una manifestazione che da oltre sei decenni rappresenta un faro per la musica organistica in Europa e nel mondo.
Un’edizione di grande successo, caratterizzata da serate diverse e complementari, ma unite da un unico, potente cuore pulsante: l’organo. Strumento maestoso, capace di inesauribile sperimentazione culturale, che ha trovato voce attraverso organisti di altissimo profilo, ciascuno in grado di incantare il pubblico con interpretazioni raffinate e repertori di grande scuola.
A chiudere la rassegna, il saluto del presidente, accompagnato da una notizia attesa da tempo: l’Ufficio dei Beni Culturali ha finalmente approvato la prevista – e necessaria – revisione dell’organo, insieme al suo aggiornamento tecnologico. “È un progetto ambizioso ma imprescindibile – ha sottolineato il presidente – e confidiamo che, insieme al Comune, proprietario dello strumento, si possano trovare le risorse e le sinergie per realizzarlo.”
Parole che risuonano come un appello alla sensibilità degli amministratori locali, chiamati a salvaguardare un patrimonio culturale che va ben oltre i confini regionali. L’organo di Magadino, con la sua sonorità solenne e potente, è stato per decenni protagonista di memorabili concerti, accompagnando grandi maestri e solisti in programmi che hanno elevato gli animi di generazioni di spettatori.
Dopo questo ennesimo successo, resta una domanda: come si può mettere in discussione la continuità di una storia così lunga e luminosa? Il Festival Organistico di Magadino non è solo un appuntamento culturale, ma un simbolo di eccellenza e di identità per il territorio.
Ora la speranza è che le istituzioni sappiano rispondere con la lungimiranza che serve per garantire un futuro a questo prezioso strumento e alla rassegna che ne ha fatto un’icona riconosciuta nel panorama internazionale.
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