Varese
Il rapinatore della farmacia si allenava a sparare
Non era uno sprovveduto e andava al poligono di tiro prima delle rapine. Si indaga sui possibili complici dell'uomo, interrogato oggi in carcere dopo l'arresto per il tentato omicidio di viale Milano
Non è uno sprovveduto e forse non ha agito sempre da solo, Carmelo Ragusi, il 39enne accusato della rapina in viale Milano per cui gli viene contestato anche il tentato omicidio del farmacista. L’uomo è stato interrogato a lungo, oggi dal gip Giuseppe Battarino. E dall’ordinanza di custodia cautelare emerge il quadro di un rapinatore seriale, potenzialmente molto pericoloso, che si allenava a usare le armi da fuoco prima di usarle e che, tra l’altro, aveva già sparato contro un benzinaio in Svizzera. Poteva colpire ancora, Ragusi, viene descritto come un rapinatore seriale, che ha disposizione un arsenale in un garage a Luino, dove la Guardia di finanza fa irruzione il 5 novembre. Ma non solo. Ragusi è in malattia ma percepisce un reddito da lavoro in Svizzera anche se sta per essere licenziato. Ha scelto di tamponare una temporanea difficoltà economica con le rapine ma ha disponibilità: possiede un’Alfa e una Bmw, oltre che una moto usata per la rapina di Cunardo, e tre telefoni cellulari.
Come si diceva, si stava esercitando con le armi e risulta anche dalle indagini: nella macchina e in casa gli hanno trovato tracce di allenamenti regolari al poligono di tiro, c’erano anche riviste specializzate di armi e di recente aveva fatto richiesta di autorizzazione per il porto di fucile. Un altro particolare è invece da chiarire: aveva complici? E’ possibile, e sono ancora tutti da individuare. E’ infatti da chiarire perché avesse un tesserino della polizia penitenziaria, una circostanza per adesso inesplorata dalle indagini.
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