venerdì 7 maggio 2010
Spostamento Silos Ferrari. A farne le spese è il territorio agricolo?
UNIONE CONTADINI TICINESI
COMUNICATO STAMPA
Spostamento Silos Ferrari. A farne le spese è il territorio agricolo?
Contadini preoccupati denunciano l’uso di un ampio terreno agricolo situato sul comune di Locarno a scopo di deposito temporaneo per gli inerti provenienti dalla foce del Ticino
L’Unione Contadini Ticinesi era stata molto prudente al momento della decisione d’allontanamento del Silos Ferrari dalla foce del fiume Ticino in quanto si temeva che parti di quest’attività potessero finire in territorio agricolo. Il Ticino è piccolo e il territorio è conteso tra mille interessi e necessità. L’esperienza insegna che il territorio agricolo spesso è stato oggetto d’attività estranee all’agricoltura. Che lo spostamento del Silos Ferrari potesse sfuggire di mano era, ai nostri occhi, molto probabile.
In questi giorni un terreno agricolo d’ampie dimensioni vicino alla T 21 in poco tempo è stato trasformato in deposito d’inerti. È stato tolto l’humus e preparato un fondo adeguato per accogliere questi materiali.
Il settore agricolo confrontato a quest’utilizzo non conforme del suolo agricolo, tiene a denunciare questa situazione segnalando che non siamo disposti a prestare il fianco al principio che per risanare una situazione dichiarata d’illegalità si debba farlo con una violenza al terreno e al paesaggio agricolo.
Considerato che ci sono molti lavoratori che direttamente o indirettamente dipendono dal Silos Ferrari, ci chiediamo se lasciare gli inerti alcuni mesi la dove si trovavano per dare il tempo di avere delle valide e legali alternative, non sia meglio sotto tutti i punti di vista, compreso quello naturalistico, che entrare il primo giorno di primavera con un deposito su di un verde terreno agricolo.
S. Antonino, marzo 2007
Il Segretario:
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Finalmente una categoria importante, nell'ambito della protezione dell'ambiente e del paesaggio ha il coraggio di aprire il libro sullo scandalo dello spsotamento del silos.Checchè ne dicano certi paladini dell'ecologia, e della peotezione dell'ambiente, questa è stata un'operazione che ha ben poco a che fare con certi principi declamatori per la protezione della natura.Chi avrà il coraggio di dire chiaramente una volta per tutte se tale spostamento ha un bilancio positivo finale?Da una parte si è allontanata un'attività di estrazione (e protezione ) di materiali da un alveo di fiume che necessita continua sorveglianza, e vicino a delle zone protette.Dall'altra però si è creato un inquinqmento non giustificabile con tale scopo di protezione, portando un traffico pesante ,in misura sproporzionata in tutto il comparto tra aeroporto e Cadenazzo, zona già critica per l'enorme traffico e inquinamento fonico e atmosferico.Inquinamento supplementare indotto da tale operazione è poi l'attività dell'azienda Ferrari , direttamente a ridosso di una zona abitativa primaria,e zona di capolinea del traffico regionale, obbligando il traffico pesante su strade non adeguate e oétretutto percorse da pedoni biciclette e anche cavalli.Ulteriore traffico indotto è poi l'apporto di inerti proveniente dall'estero sia sulla strada da Pte Tresa a Cadenazzo ed ora pure via Dirinella.
RispondiEliminaCaro consigliere federale, venire nel Gambarogno a fare dello spirito sui ministri italiani è piuttosto meschino.Con questi signori forse sarebbe meglio concordare un modus vivendi accettabile per tutti invece di ridicolizzarli.
In secondo luogo magari prima di lanciarsi in declamazioni sulla protezione dell'ambiente ed operazioni ecologiche, verifichi tutta la problematica.Sarebbe stato sufficente rimanere qualche ora sul territorio tra Cadenazzo e Quartino e parlare magari con qualche abitante della zona, per capire che di positivo nella "rinaturizzazione " della foce del Ticino non c'è poi un granché da vantarsi.Dimostrazione ulteriore di quanto poco siamo considerati oltr'alpe.
Peccato che non si sia firmato, concordo con buona parte dei temi sollevati.
RispondiEliminaLuca Veronese