domenica 27 novembre 2011

Gambarogno e treni merci : Prepariamoci al peggio

una chicca: quanto saranno lunghi i treni merci che in regime AlpTransit dovrebbero circolare in Svizzera? 250 metri? 300? No: fino a 750 metri! Avete letto bene: dei veri e propri mammut ferroviari di 750 metri che circoleranno dove? Da quanto se ne sa ora, sulle linee attuali che passano nel bel mezzo degli abitati. Una prospettiva del tutto insostenibile. Auguri a chi dovrà farvi fronte.
Più il tempo passa, più la situazione che si delinea appare allarmante.







Mentre ci si riempie la bocca, soprattutto in casa rosso-verde, con il trasporto su rotaia, mentre si spendono miliardi svizzeri a palate per AlpTransit (miliardi che finiscono però nelle capienti tasche di ditte straniere) la realtà va in direzione ben diversa.
Succede infatti che le beneamate Ferrovie federali (una volta datore di lavoro sicuro, oggi gestite col machete) si sono prodotte dell’ennesima “lieta novella” per il Ticino, anzi in due liete novelle: 1) le tariffe aumenteranno; 2) il servizio peggiorerà. Infatti verranno tolti dei collegamenti su Milano e anche la durata del tragitto aumenterà (si parla di mezz’ora in più per Bellinzona-Milano).
Qui i conti non ci tornano. Ma come, non si volevano potenziare i collegamenti verso sud? Ma come, non c’era in ballo una nebulosa denominata AlpTransit? e poi si fa l’esatto contrario?
Il quale AlpTransit non se la passa di sicuro bene. L’Italia non ha i soldi per fare gli investimenti di propria competenza e adesso racconta ai rappresentanti elvetici la storiella che anche senza potenziamento delle tratte ferroviarie, i vetusti e scarsi binari italiani saranno in grado per magia di assorbire tutta la capacità di AlpTransit. E il colmo è che i rappresentanti elvetici in questione questa storiella se la bevono giulivi!
Il dato di fatto è uno ed inequivocabile: i finanziamenti per i lavori su territorio italiano “non sono assicurati” (ossia non ci sono proprio), il passaggio a quattro binari della tratta dal Bivio Rosales a Seregno e la nuova linea Seregno-Bergamo (la famosa gronda est) sono stati respinti. Le brutte notizie per AlpTransit non sono finite, perché se l’Italia non fa i compiti perché né le Ferrovie dello Stato, né men che meno lo Stato medesimo hanno i soldi necessari, pure la Germania ci mette del suo.
Ad esempio, secondo la cosiddetta “dichiarazione di Rotterdam” i corridoi merci europei avrebbero dovuto essere attrezzati nell’ottica dell’interoperabilità entro il 2015. La Germania ha cambiato strategia: se ne riparlerà solo nel 2020.
E ancor 





Intanto perfino le FFS depotenziano il collegamento a sud.
I regali della Confederazione al Ticino si moltiplicano: a nord chiusura per tre anni del tunnel autostradale del Gottardo, senza alcuna alternativa (perché non ci si venga a raccontare la fola delle navette). A sud depotenzionamento dei collegamenti ferroviari e prospettive sempre più fosche per AlpTransit. Intanto sempre le Ferrovie tolgono lavoro alle Officine FFS di Bellinzona. Insomma il Ticino conta come il due di briscola. Ah no: si siglano accordi dei castelli per i collegamenti con Milano in occasione di expo 2015. Un accordo con cui gli italiani sperano di alimentare il flusso di visitatori ad una manifestazione che nemmeno si farà. Allora quando si tratta di fare le cose pro-sacoccia ecco che oltreconfine i trattati li siglano.a

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