martedì 15 novembre 2011

Meglio a piedi

Meglio a piedi che in auto, questo è certo. Ogni giorno sul tragitto casa-scuola più della metà dei bambini in età scolastica sono accompagnati ai cancelli delle proprie scuole in auto. Mera abitudine, comodità, o paura per la sicurezza dei propri figli? Che la mobilità scolastica crei problemi sulle strade comunali è ormai accertato, così come il fatto che il pericolo d’incidenti sia sempre in agguato per i più piccoli. Per questo motivo è stato elaborato un progetto per la promozione della mobilità lenta a misura di bambino denominato “Meglio a piedi”.


Per capire meglio come sia nata questa ambiziosa iniziativa abbiamo intervistato Federica Corso Talento,
architetto e urbanista, consulente del Gruppo per la moderazione del traffico della Svizzera Italiana (GMT-SI) e coordinatrice del progetto cantonale Meglio a piedi sul percorso casa-scuola, e Kurt Frei, collaboratore scientifico del Servizio di promozione e valutazione sanitaria e responsabile di questo progetto per il servizio.

Iniziamo a introdurre il progetto…
KF: “Meglio a piedi” è un progetto intersettoriale che si avvale di un Gruppo di accompagnamento che coinvolge ben 8 attori istituzionali: Ufficio delle scuole comunalidel Dipartimento dell’educazione della cultura e dello sport (DECS), Dipartimento delle istituzioni con il progetto Strade più sicure, Servizio di promozione e valutazione sanitaria dell’Ufficio del medico cantonale del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS),Ufficio delle infrastrutture dei trasporti e Ufficio della segnaletica stradale e degli impianti pubblicitari, entrambi del Dipartimento del territorio (DT), Pro JuventuteUfficio prevenzione infortuni Svizzera Italiana e Conferenza cantonale dei genitori. La sola presenza di tutti questi rappresentanti la dice lunga sulla complessità e l’ambizione di questo progetto che, va sottolineato, mira soprattutto agli utenti della strada più piccoli.

FC: La mobilità lenta è il principio guida per il tragitto casa-scuola promosso dal progetto Meglio a piedi attraverso un nuovo strumento, il Piano di Mobilità Scolastica (PMS)
Un PMS è volto a gestire sul piano pratico i numerosi problemi generati dalla mobilità scolastica quotidiana ed è motivo di eccellenza per ogni scuola e Comune: promuove la salute e il benessere dei cittadini, favorisce la convivenza fra i vari utenti della strada, potenzia e rende attrattiva la rete dei percorsi pedonali, per tutti. 
Il Piano di Mobilità Scolastica, che viene redatto da un gruppo di lavoro multidisciplinare, creato ad hoc in ogni Comune, si pone numerosi obiettivi:
- mettere in sicurezza i percorsi casa-scuola e le fermate dei mezzi pubblici a servizio della scuola, per rendere possibile la circolazione pedonale dei bambini;
- ridurre drasticamente il circolo vizioso delle auto (traffico ( paura ( bambini accompagnati in auto ( aumento del traffico), favorendo l’estendersi di “isole felici” (isole protette dai mezzi motorizzati) attorno alle scuole;
- aumentare significativamente la sicurezza stradale a beneficio dei bambini e di altri utenti deboli, come gli anziani, e di tutti gli abitanti di un Comune;
- individuare una rete di percorsi pedonali a livello comunale a misura di bambino, dunque adatti a tutte le età, sviluppando sinergie con la rete dei sentieri locale e con i principali poli di attrazione pubblica, del tempo libero, escursionistica;
- integrare le scelte di moderazione del traffico necessarie con i progetti già in corso di elaborazione/realizzazione;
- migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente circostante, riducendo l’emissione di Co2, polveri sottili e rumore.

Com’è maturata la scelta di adottare la prospettiva di un bambino per l’elaborazione di queste misure di pianificazione del traffico?
FC: Il bambino è l’utente debole della strada per antonomasia. Una strada a misura di bambino è una strada a misura di tutti. Fare in modo che una strada sia sicura per un piccolo alto 1.20-1.30 metri significa adattare le velocità, eliminare gli ostacoli, rendere gli spazi permeabili, sicuri e gradevoli.

Gli obiettivi e le misure adottate in un PMS sono mirati a risolvere concretamente i problemi locali generati dall’impatto degli spostamenti individuali da e per la scuola. Come? Introducendo in particolare:
- zone calme, le Isole felici, dove progettare spazi a misura di bambino;
- le fermate “Scendi e vivi”, dove gli adulti possono lasciar scendere i bambini dalle auto per farli proseguire -da soli- su un percorso pedonale sicuro;
- apposite misure di moderazione del traffico, volte a conferire continuità, sicurezza e attrattiva ai percorsi pedonali;
- la limitazione fisica all’accesso delle auto alla scuola;
- l’individuazione, la segnalazione e la promozione dei percorsi casa-scuola prioritari;
- la messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali esistenti e/o la progettazione di quelli necessari;
- la realizzazione di aree attrezzate a supporto della mobilità lenta attorno alla scuola come parcheggi (coperti) per biciclette, aree di sosta e gioco, collegamenti sicuri e pratici ai mezzi di trasporto pubblico locali;
- ogni altra misura, in generale, volta a promuovere la mobilità lenta, la sostenibilità e la sicurezza, fra cui numerose azioni di sensibilizzazione (educazione alla mobilità, pedibus, bicibus, eventi, manifestazioni, giornate senz’auto…).

KF: La prospettiva del bambino è la misura fondamentale di questo progetto, nato per intervenire sui problemi della mobilità intesa come opportunità per fare movimento nel quotidiano. Ê infatti noto che le generazioni attuali tendano a muoversi meno rispetto al passato, vuoi per le condizioni del traffico vuoi per l’impatto dei modelli culturali e comportamentali affermatisi con la società del benessere e delle telecomunicazioni. Non è un caso che il progetto “Meglio a piedi” goda anche del sostegno di Promozione Salute Svizzera, il principale attore federale impegnato nella diffusione e nel coordinamento di programmi di promozione della salute, che da alcuni anni mira a contrastare la crescita del sovrappeso infantile dovuto all’insufficiente movimento e all’alimentazione non equilibrata.

Si potrebbe dunque dire che si tratta di un’azione globale, con più obiettivi, che rispetta i criteri dello sviluppo sostenibile?
KF: Assolutamente sì, i PMS si rivolgono in particolare alle Amministrazioni comunali e sono un’opportunità per riflettere e intervenire sulle qualità del territorio sia naturale sia costruito, e sulla relazione che questi aspetti hanno con la salute delle persone che lo abitano oggi, cioè noi, e domani, quindi i nostri figli.

FC: La mobilità sostenibile è alla base del progetto: lo sviluppo sostenibile è l’insieme di quelle scelte -individuali e collettive- che influenzano l’evoluzione dell’ambiente in cui viviamo. Non si tratta dunque di trovare un compromesso, si tratta di scegliere di trasformare il nostro territorio e il nostro ambiente in modo di non comprometterli e, se possibile, di contribuire a salvaguardare le risorse disponibili, non a ridurle.

Oltre agli incentivi finanziari, sicuramente necessari, che tipo di lavoro deve essere svolto dal Cantone nei confronti dei Comuni, delle scuole e dei genitori per favorire l’adozione di questa azione?
KF: Per il periodo scolastico settembre 2010-dicembre 2012 è stato stanziato un credito a favore dei Comuni ticinesi per la realizzazione dei Piani di mobilità scolastica.

Con la decisione del Consiglio di Stato di fare del MaP un progetto cantonale, il Cantone ha gettato le basi di una proficua collaborazione fra Cantone e Comuni offrendo stimoli, strumenti e soluzioni praticabili. La salute e il benessere della popolazione ticinese, in generale, restano comunque il risultato dell’impegno a tutti i livelli. Così se il Cantone promuove uno sguardo più attuale sulla mobilità, si vedano in questo senso anche e soprattutto le politiche dal Dipartimento del territorio, i Comuni possono organizzare sul terreno i gruppi di lavoro, attraverso i quali redigere i PMS per gli interventi – traffico tecnici e di sensibilizzazione - da attuare secondo priorità, chiamando alla partecipazione tutti gli attori coinvolti: il Comune stesso, la scuola, i genitori e, naturalmente, i bambini.

È già possibile fare un primo bilancio di questi primi mesi di lavoro operativo?
FC: Dall’inizio della campagna a oggi sono stati sviluppati ben 25 Piani di Mobilità Scolastica in Canton Ticino, che hanno coinvolto 25 Comuni, 55 sedi scolastiche equamente distribuite fra scuole dell’infanzia, scuole elementari e scuole medie, per un totale di 9'000 allievi circa. E siamo solo all’inizio!

Come garantire a lungo termine una continua sostenibilità anche economica del progetto?
KF: La disponibilità di nuovi crediti a sostegno dell’iniziativa dei Comuni sui PMS dovrà essere valutata sulla base dei risultati finali ottenuti. Su questo mi pare si possa essere ottimisti. Quanto al progetto in sé, se è vero che abbiamo già ottenuto risultati quasi insperati è altrettanto vero che molto resta da fare. La mobilità sostenibile, a partire da quella casa-scuola, non è ancora un principio guida condiviso e nemmeno applicato a tutti i livelli. Da alcuni anni, tuttavia, l’attenzione su questi temi è in costante crescita, e portare soluzioni concrete sembra vincente. Il Gruppo di accompagnamento del progetto sta preparando proposte da indirizzare ai suoi interlocutori istituzionali, per l’inizio dell’anno prossimo potremo magari tornare a raccontarvi di un nuovo programma d’azione.

1 commento:

  1. Con la congregazioni i bambini non vanno piu' a piedi nelle frazioni e altre frazioni sono trasportati dai piccoli bus e con dei favolosi automezzi dalle mamme, e i figli sono maldestri nella circolazione perchè non vanno mai e non e non conoscono i pericoli attuale della cicolazione moderna restano sogetti a numerosi incidenti perché non sono autonomi e troppo prottetti.
    Se un bambino salta fuori dalla strada e io vado a 10 Km ora resta sotto la vettura il resto lo sapete.

    RispondiElimina