Un freno alle residenze secondarie
Lo chiede l'iniziativa dell'ecologista vodese Franz Weber
Bisogna limitare le case secondarie sul territorio elvetico. Questo in sintesi il messaggio contenuto nella campagna lanciata ufficialmente da Franz Weber a Berna, in vista della votazione del prossimo 11 marzo volta proprio a mettere dei paletti per questo tipo di edificazione.
Il testo (depositato nel 2007), se approvato, dà alla Confederazione i mezzi di imporre regole ai comuni: al massimo potrà essere sfruttato il 20% del territorio per case ed appartamenti di vacanza.
L’ecologista vodese durante la conferenza stampa ha sottolineato che l’iniziativa popolare “Basta con la costruzione sfrenata di abitazioni secondarie” propone misure per lottare contro la pressione economica, ambientale e sociale nelle zone turistiche. Tra queste, secondo Helvetia Nostra (l’associazione di Weber), figurano anche Ticino e Grigioni.
Ogni anno migliaia di nuove case secondarie
Ogni anno vengono costruite 8’000 residenze secondarie, di cui 5'000 nelle regioni di montagna. Per i loro abitanti, questa inflazione conduce pure a un aumento insopportabile degli affitti. “Occorre arrestare questa spirale”, ha dichiarato Philippe Roch, ex direttore dell'Ufficio federale dell'ambiente. Il paese, ha aggiunto, necessita di alloggi per i propri abitanti e di paesaggi intatti, che fanno la forza del turismo svizzero.
Sostenitori e contrari
Il testo, che non prende di mira le residenze e gli chalet già costruiti, può contare sul sostegno di PS, PEV, Verdi e varie associazioni, tra cui Pro Natura. Bocciato invece dal Gruppo Svizzero per le regioni di montagna e l’Associazione svizzera dei proprietari fondiari.
Era ora!!!
RispondiEliminaNoi indigeni non troviamo un appartamento, mentre ci sono molte case secondarie da anni inabitate!