le cose brutte che accadono nel mondo accadono non tanto perché ci sono le persone cattive ma perché le persone buone non fanno nulla (Gramsci)

giovedì 6 giugno 2013

A ritmo di insegnamento lento

PRO JUVENTUTEArticolo di Ilario Lodi, Direttore Pro Juventute Svizzera italiana

Concediamo ai giovani il tempo necessario per imparare.Ticinonline

Qualche giorno fa ho avuto l’occasione di partecipare ad una giornata di lavoro organizzata dall’Associazione Emmi Pikler-Lòczy svoltasi attorno ai temi dell’educazione. Per la precisione il tema della giornata era quello della lentezza in ambito educativo. Lentezza, però, intesa in termini positivi, poiché è provato al di là di ogni dubbio che il rispetto dei tempi di apprendimento di un bambino (il termine non è dei più felici, ma usiamolo,
tanto per capirci – potremmo anche dire: i tempi dell’esperienza di un bambino) sono unici e, soprattutto, non sono decidibili a tavolino.
Il rischio, per chi si occupa di educazione, di farsi espropriare della responsabilità di gestire i tempi dell’educazione dei bimbi o dei ragazzi di cui si occupa è grande, anzi: grandissimo. Esigenze di elasticità, sviluppo di nuove competenze, mobilità e via dicendo non sempre (quasi mai, in verità) si coniugano con i bisogni di un bambino di scoprire, sperimentare, provare. “Il mondo là fuori non attende” è un’espressione che amano ancora recitare alcuni scellerati che si ostinano a pensare che siano sempre gli altri a dettare i ritmi della nostra vita. L’educazione dei nostri bambini non è però sacrificabile su nessun altare, men che meno su quello di chi crede che bruciare le tappe – e quindi: non prendersi i tempi giusti per fare educazione – sia il segno di una maggiore intelligenza.

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