Egregio
Direttore,
ci
sia consentito interpellarla con questa lettera aperta per significarle il
malcontento e la preoccupazione di molti utenti di lungo corso della sponda
sinistra del lago Verbano - ma non solo - che vedono minacciata la loro
attività ricreativa e sportiva sul Lago Maggiore
in seguito ad un discutibile provvedimento
dell’Ufficio cantonale del Demanio che, in buona sostanza, li obbligherebbe a
trasferire la loro imbarcazione, dall’attuale attracco alla boa, all’erigendo
nuovo “Porto del Gambarogno” di San Nazzaro.
Decuplicando
in pratica i costi annuali di gestione del natante. Per molti, soprattutto fra
i soci del “Circolo Velico Gambarogno”, si tratterebbe di una spesa
irragionevole e insostenibile, che li costringerebbe a rinunciare a una
pluriennale attività che, per più di uno, ha una valenza che travalica gli
ambiti puramente sportivi. E scoraggerebbe i neofiti (soprattutto giovani)
intenzionati ad avvicinarsi alla pratica del nostro sport di elezione.
Ci
rivolgiamo direttamente a lei dopo due richieste di chiarimento inoltrate ai
responsabili dell’Ufficio cantonale del Demanio, rimaste finora lettera morta. Queste
richieste erano state estese anche al coordinatore del progetto “Porto del
Gambarogno” che per primo aveva voluto incontrare, lo scorso agosto, il comitato
del Circolo Velico Gambarogno al fine di metterlo al corrente della nuova
misura introdotta dal Demanio, ovvero:
i posti barca a disposizione
nei campi boa che verranno mantenuti, dopo la costruzione del nuovo porto,
saranno assegnati sulla base del parametro della larghezza massima di metri
2.30 (in ordine inverso).
Una
novità di cui non si coglie il senso e che appare arbitraria, ingiustificata,
pretestuosa, discriminatoria e vessatoria nei confronti di chi vuole continuare
a praticare la sua pluriennale attività ricreativa e sportiva preferita a costi
ragionevoli e praticabili.
Questo provvedimento, quello messo in atto
dall’Ufficio del Demanio viene vissuto come
•
arbitrario, poiché, per quanto è
dato sapere sinora, si tratta di una disposizione che riguarda unicamente i detentori
di boe nel Gambarogno, fermo restando il principio che la legge è uguale per
tutti;
•
ingiustificato, perché non risulta a
nessuno che sin qui l’”Ufficio del Demanio” abbia in qualche modo suffragato la
sua decisione con argomentazioni afferenti la tutela ambientale, o l’interesse
pubblico, o la pubblica utilità o altro. Ci risulta per contro che era stato
più volte affermato e pianificato che dopo la costruzione dei porti nei bacini
svizzeri dei laghi ticinesi le boe sarebbero dovute sparire tutte. Ma se così
fosse (infatti non lo è) che ne sarebbe della nautica da diporto (per non dire
di quella legata alle richieste del turismo), e soprattutto di quella praticata
da utenti non dotati di risorse milionarie?
•
Pretestuoso: non è un mistero per
nessuno che l’intento di questo provvedimento coercitivo è quello di far
entrare tutti (con un occhio di riguardo ai detentori di boe nel Gambarogno)
nella nuova struttura (l’investimento iniziale votato dal Consiglio comunale gambarognese
è di 14 milioni di franchi) che il Comune del Gambarogno sbandiera come una
fonte di reddito, più che un’opera di pubblica utilità che risponda ad un
bisogno oggettivo ed impellente dei possessori di imbarcazioni. Ma i prezzi
sono irrealisticamente esosi e, per molti “armatori”, insostenibili.
Il provvedimento è poi certamente
•
discriminatorio: com’è noto, le
imbarcazioni a vela, per ragioni (idrodinamiche e strutturali) legate alla loro
progettazione e costruzione hanno un baglio massimo per loro natura tendente
alla larghezza, anche se sono di dimensioni (stazza) ridotte. Un provvedimento, quello del Demanio cantonale, che penalizza dunque
soprattutto i possessori di natanti a vela, rispetto ai detentori di altri tipi
di imbarcazioni.
Una
misura che viene recepita anche come
• vessatoria;
poiché impedisce a chi è da molti anni detentore di una boa e vuole continuare
a praticare la sua attività ricreativa e sportiva a costi ragionevoli e
sostenibili, di continuare a farlo senza andare incontro, per un atto
coercitivo dello Stato a spese esagerate.
A nome e per conto dei soci del “Circolo Velico
Gambarogno”, le chiediamo perciò, egregio Direttore, che i posti barca nei
campi boa superstiti dopo la costruzione del nuovo porto di San Nazzaro vengano
riassegnati agli attuali beneficiari di un’autorizzazione, alle stesse
condizioni sin qui vigenti e tuttora valide per tutti i detentori di boe sui
bacini svizzeri del “Verbano” e del “Ceresio”.
Con la massima stima.
Per il “Circolo Velico Gambarogno”,
Rolf
Valsesia, presidente Mauro
Colombini, segretario
CVG – boe – breve cronistoria – primavera 1991 - autunno 2014
Primavera 1991
Tre
appassionati della vela e del lago propongono la creazione di un circolo velico
che riunisca i velisti della sponda gambarognese del Verbano. Si era agli
albori della promozione del porto regionale di San Nazzaro e l’obiettivo era di
creare un’associazione che potesse aver voce in capitolo tra i fautori di
questo progetto. Nasce così il Circolo Velico del Gambarogno (CVG).
Passano
20 anni e la realizzazione del porto rimane al palo, anche perché i costi dell’opera
si rivelano al di là della capacità finanziaria dei promotori dell’epoca.
Anno 2012
Con
la fusione dei comuni della riviera, nasce il Comune di Gambarogno e il
progetto per un porto regionale riceve nuovi impulsi, grazie anche alla
contemporanea decisione del Demanio cantonale di riorganizzare tutto il
comparto di sua spettanza sulla base delle nuove schede del Piano Direttore
cantonale che prevede tra l’altro, dopo 30 anni di sfrenata occupazione delle
rive del lago da parti dei privati (con l’amichevole collaborazione dei comuni
di allora), la creazione di una passeggiata a lago da Gerra Gambarogno a
Magadino; meglio tardi che mai...
Anno 2013
Il
progetto del porto regionale si concretizza sempre più con l’approvazione da
parte del Consiglio comunale di Gambarogno di un credito di ben 14.000.000.- a
favore della nautica di lusso...
Anno 2014
La
fase di realizzazione è avviata: tutti i permessi sono accordati e in giugno
giunge l’autorizzazione del Cantone per la costruzione.
L’inizio
dei lavori è previsto per gennaio 2015, la fine dei lavori per gennaio 2016.
Per favorire l’occupazione del porto,
il Demanio cantonale decide di abolire 5 campi boa per un totale di 170 boe su
345 esistenti.
Rimarranno
in funzione solo i campi seguenti: C1
Dirinella, C3 Gerra, C8 Vira, C9 Magadino.
In ottobre tutti i titolari delle boe
ricevono una lettera dal Demanio cantonale.
I
proprietari di barche più larghe di m 2.30 sono invitati ad annunciarsi per un
posto in porto; quelli delle barche di larghezza inferiore ai m. 2.30 potranno
scegliere tra un posto in porto o in un altro campo boe. Scelta da decidere
entro il 15 novembre 2014.
Dopo questo termine, non ci sarà più
garanzia per un posto barca in porto. Posto barca offerto non certo a
condizioni vantaggiose se si pensa che un posto alla boa costa circa 1000
franchi all’anno, indipendentemente dalle dimensioni dell’imbarcazione, di cui
700 Fr. vanno al Cantone come tassa e
300 sono da calcolare come ammortamento dell’impianto.
Le tariffe in porto invece variano a
seconda delle dimensioni: per fare due esempi concreti, per una barca di 6.50
metri superano i 4000 Fr. all’anno e per una di 8.50 metri i 7000 Fr. annui.
Tariffe di lusso dunque rispetto a quelle di una boa.
Dopo questa data, non ci sarà più
garanzia nemmeno di una boa per i detentori sfrattati, secondo
quanto ha scritto il Demanio a vari soci del CVG.
Ironia
della sorte, rischiano di rimanere senza boa proprio quelli che non si erano
opposti in sede di ricorso contro il progetto del porto.
Il
CVG, ritenendo totalmente arbitrarie le misure prese, chiede con due lettere
spiegazioni al Demanio cantonale. Non avendo ottenuto risposta di sorta, si
appella quindi al Direttore del Dipartimento del Territorio, On. Claudio Zali e
invita tutti i suoi soci colpiti dalle decisioni del Demanio cantonale a
inoltrare reclamo.
Non ci voleva molto a capire che le stime per completare l'occupazione del nuovo porto (comunale)era suffragata dalla convinzione o decisione di costringere tutti ad entrarvi.
RispondiEliminaE in questo senso si sta muovendo il municipio, in sintonia con il DT.
È un sistema non molto democratico di procedere, ma oramai il porto è stato voluto a tutti i costi, suffragato da un consiglio comunale plaudente e poco attento alle esigenze e aspettative della popolazione, e non solo in questo frangente.