le cose brutte che accadono nel mondo accadono non tanto perché ci sono le persone cattive ma perché le persone buone non fanno nulla (Gramsci)

mercoledì 12 novembre 2014

Circolo velico Gambarogno scrive a Zali

Lettera aperta: riordino degli attracchi boa a seguito della costruzione del Porto del Gambarogno


Egregio Direttore,
ci sia consentito interpellarla con questa lettera aperta per significarle il malcontento e la preoccupazione di molti utenti di lungo corso della sponda sinistra del lago Verbano - ma non solo - che vedono minacciata la loro attività ricreativa e sportiva sul Lago Maggiore
in seguito ad un discutibile provvedimento dell’Ufficio cantonale del Demanio che, in buona sostanza, li obbligherebbe a trasferire la loro imbarcazione, dall’attuale attracco alla boa, all’erigendo nuovo “Porto del Gambarogno” di San Nazzaro.
Decuplicando in pratica i costi annuali di gestione del natante. Per molti, soprattutto fra i soci del “Circolo Velico Gambarogno”, si tratterebbe di una spesa irragionevole e insostenibile, che li costringerebbe a rinunciare a una pluriennale attività che, per più di uno, ha una valenza che travalica gli ambiti puramente sportivi. E scoraggerebbe i neofiti (soprattutto giovani) intenzionati ad avvicinarsi alla pratica del nostro sport di elezione.

Ci rivolgiamo direttamente a lei dopo due richieste di chiarimento inoltrate ai responsabili dell’Ufficio cantonale del Demanio, rimaste finora lettera morta. Queste richieste erano state estese anche al coordinatore del progetto “Porto del Gambarogno” che per primo aveva voluto incontrare, lo scorso agosto, il comitato del Circolo Velico Gambarogno al fine di metterlo al corrente della nuova misura introdotta dal Demanio, ovvero:

i posti barca a disposizione nei campi boa che verranno mantenuti, dopo la costruzione del nuovo porto, saranno assegnati sulla base del parametro della larghezza massima di metri 2.30 (in ordine inverso).

Una novità di cui non si coglie il senso e che appare arbitraria, ingiustificata, pretestuosa, discriminatoria e vessatoria nei confronti di chi vuole continuare a praticare la sua pluriennale attività ricreativa e sportiva preferita a costi ragionevoli e praticabili.

Questo provvedimento, quello messo in atto dall’Ufficio del Demanio viene vissuto come

arbitrario, poiché, per quanto è dato sapere sinora, si tratta di una disposizione che riguarda unicamente i detentori di boe nel Gambarogno, fermo restando il principio che la legge è uguale per tutti;

ingiustificato, perché non risulta a nessuno che sin qui l’”Ufficio del Demanio” abbia in qualche modo suffragato la sua decisione con argomentazioni afferenti la tutela ambientale, o l’interesse pubblico, o la pubblica utilità o altro. Ci risulta per contro che era stato più volte affermato e pianificato che dopo la costruzione dei porti nei bacini svizzeri dei laghi ticinesi le boe sarebbero dovute sparire tutte. Ma se così fosse (infatti non lo è) che ne sarebbe della nautica da diporto (per non dire di quella legata alle richieste del turismo), e soprattutto di quella praticata da utenti non dotati di risorse milionarie?

Pretestuoso: non è un mistero per nessuno che l’intento di questo provvedimento coercitivo è quello di far entrare tutti (con un occhio di riguardo ai detentori di boe nel Gambarogno) nella nuova struttura (l’investimento iniziale votato dal Consiglio comunale gambarognese è di 14 milioni di franchi) che il Comune del Gambarogno sbandiera come una fonte di reddito, più che un’opera di pubblica utilità che risponda ad un bisogno oggettivo ed impellente dei possessori di imbarcazioni. Ma i prezzi sono irrealisticamente esosi e, per molti “armatori”, insostenibili.

Il provvedimento è poi certamente

discriminatorio: com’è noto, le imbarcazioni a vela, per ragioni (idrodinamiche e strutturali) legate alla loro progettazione e costruzione hanno un baglio massimo per loro natura tendente alla larghezza, anche se sono di dimensioni (stazza) ridotte. Un provvedimento, quello del Demanio cantonale, che penalizza dunque soprattutto i possessori di natanti a vela, rispetto ai detentori di altri tipi di imbarcazioni.

Una misura che viene recepita anche come

vessatoria; poiché impedisce a chi è da molti anni detentore di una boa e vuole continuare a praticare la sua attività ricreativa e sportiva a costi ragionevoli e sostenibili, di continuare a farlo senza andare incontro, per un atto coercitivo dello Stato a spese esagerate.

A nome e per conto dei soci del “Circolo Velico Gambarogno”, le chiediamo perciò, egregio Direttore, che i posti barca nei campi boa superstiti dopo la costruzione del nuovo porto di San Nazzaro vengano riassegnati agli attuali beneficiari di un’autorizzazione, alle stesse condizioni sin qui vigenti e tuttora valide per tutti i detentori di boe sui bacini svizzeri del “Verbano” e del “Ceresio”.

Con la massima stima.


Per il “Circolo Velico Gambarogno”,


                        Rolf Valsesia, presidente                                  Mauro Colombini, segretario



CVG – boe – breve cronistoria – primavera 1991 - autunno 2014
Primavera 1991
Tre appassionati della vela e del lago propongono la creazione di un circolo velico che riunisca i velisti della sponda gambarognese del Verbano. Si era agli albori della promozione del porto regionale di San Nazzaro e l’obiettivo era di creare un’associazione che potesse aver voce in capitolo tra i fautori di questo progetto. Nasce così il Circolo Velico del Gambarogno (CVG).
Passano 20 anni e la realizzazione del porto rimane al palo, anche perché i costi dell’opera si rivelano al di là della capacità finanziaria dei promotori dell’epoca.
Anno 2012
Con la fusione dei comuni della riviera, nasce il Comune di Gambarogno e il progetto per un porto regionale riceve nuovi impulsi, grazie anche alla contemporanea decisione del Demanio cantonale di riorganizzare tutto il comparto di sua spettanza sulla base delle nuove schede del Piano Direttore cantonale che prevede tra l’altro, dopo 30 anni di sfrenata occupazione delle rive del lago da parti dei privati (con l’amichevole collaborazione dei comuni di allora), la creazione di una passeggiata a lago da Gerra Gambarogno a Magadino; meglio tardi che mai...
Anno 2013
Il progetto del porto regionale si concretizza sempre più con l’approvazione da parte del Consiglio comunale di Gambarogno di un credito di ben 14.000.000.- a favore della nautica di lusso...
Anno 2014
La fase di realizzazione è avviata: tutti i permessi sono accordati e in giugno giunge l’autorizzazione del Cantone per la costruzione.
L’inizio dei lavori è previsto per gennaio 2015, la fine dei lavori per gennaio 2016.
Per favorire l’occupazione del porto, il Demanio cantonale decide di abolire 5 campi boa per un totale di 170 boe su 345 esistenti.
Rimarranno in funzione solo i campi seguenti: C1 Dirinella, C3 Gerra, C8 Vira, C9 Magadino.
In ottobre tutti i titolari delle boe ricevono una lettera dal Demanio cantonale.
I proprietari di barche più larghe di m 2.30 sono invitati ad annunciarsi per un posto in porto; quelli delle barche di larghezza inferiore ai m. 2.30 potranno scegliere tra un posto in porto o in un altro campo boe. Scelta da decidere entro il 15 novembre 2014.
Dopo questo termine, non ci sarà più garanzia per un posto barca in porto. Posto barca offerto non certo a condizioni vantaggiose se si pensa che un posto alla boa costa circa 1000 franchi all’anno, indipendentemente dalle dimensioni dell’imbarcazione, di cui 700 Fr. vanno al  Cantone come tassa e 300 sono da calcolare come ammortamento dell’impianto.
Le tariffe in porto invece variano a seconda delle dimensioni: per fare due esempi concreti, per una barca di 6.50 metri superano i 4000 Fr. all’anno e per una di 8.50 metri i 7000 Fr. annui. Tariffe di lusso dunque rispetto a quelle di una boa.
Dopo questa data, non ci sarà più garanzia nemmeno di una boa per i detentori sfrattati, secondo quanto ha scritto il Demanio a vari soci del CVG.
Ironia della sorte, rischiano di rimanere senza boa proprio quelli che non si erano opposti in sede di ricorso contro il progetto del porto.
Il CVG, ritenendo totalmente arbitrarie le misure prese, chiede con due lettere spiegazioni al Demanio cantonale. Non avendo ottenuto risposta di sorta, si appella quindi al Direttore del Dipartimento del Territorio, On. Claudio Zali e invita tutti i suoi soci colpiti dalle decisioni del Demanio cantonale a inoltrare reclamo.
  

  

1 commento:

  1. Non ci voleva molto a capire che le stime per completare l'occupazione del nuovo porto (comunale)era suffragata dalla convinzione o decisione di costringere tutti ad entrarvi.
    E in questo senso si sta muovendo il municipio, in sintonia con il DT.
    È un sistema non molto democratico di procedere, ma oramai il porto è stato voluto a tutti i costi, suffragato da un consiglio comunale plaudente e poco attento alle esigenze e aspettative della popolazione, e non solo in questo frangente.

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