Il portavoce del TCS boccia l’idea dei Verdi di bloccare le auto una volta al mese. «Chi pedala oggi si permette di tutto sulle strade» fa notare Renato Gazzola.
BELLINZONA - Una domenica senz’auto al mese sull’onda del successo di SlowUp? Non bastano le puntualizzazioni del co-coordinatore dei Verdi, Ronnie David: «Non vogliamo - precisa l'esponente ambientalista - bloccare il cantone d’estate, nel pieno del turismo, ma si possono prospettare delle alternanze regionali per valorizzare il territorio».
L’idea del partito ecologista non convince comunque il portavoce del Touring Club Svizzero: «Chi ha lanciato questa proposta - osserva Renato Gazzola si guarda bene dal dire che molti partecipanti alla manifestazione hanno raggiunto i percorsi ciclopedonali in auto...». Da qui la bocciatura netta: «È un’idea superata. Una proposta che fa tanto anni ‘80». E la sua, precisa Gazzola, non va interpretata come una difesa di categoria: «Il TCS difende la mobilità nel suo complesso, non solo gli automobilisti. Non bisogna dimenticare che siamo stati il primo ente a livello svizzero a creare dei percorsi ciclabili e anche i primi ideatori delle slow up. SlowUp che è una bellissima proposta che si svolge una volta all’anno. E va bene così».
L’idea del partito ecologista non convince comunque il portavoce del Touring Club Svizzero: «Chi ha lanciato questa proposta - osserva Renato Gazzola si guarda bene dal dire che molti partecipanti alla manifestazione hanno raggiunto i percorsi ciclopedonali in auto...». Da qui la bocciatura netta: «È un’idea superata. Una proposta che fa tanto anni ‘80». E la sua, precisa Gazzola, non va interpretata come una difesa di categoria: «Il TCS difende la mobilità nel suo complesso, non solo gli automobilisti. Non bisogna dimenticare che siamo stati il primo ente a livello svizzero a creare dei percorsi ciclabili e anche i primi ideatori delle slow up. SlowUp che è una bellissima proposta che si svolge una volta all’anno. E va bene così».
Servono misure equilibrate, dice il portavoce del TCS: «Bisogna andare cauti con il sostenere acriticamente tutto ciò che ruota attorno alla bicicletta. Prendiamo il Tour de Suisse la cui carovana, senza contare il pubblico, muove più auto che ciclisti. Invece, a questi ultimi si tende a perdonare tutto. I ciclisti sono talmente protetti da essere diventati sfrontati. Sulle strade si permettono di tutto, dal bruciare il rosso agli incroci al viaggiare sui marciapiedi. Questo crea insofferenza tra gli altri utenti della strada».
Gian ha detto
RispondiEliminaCondivido pienamente quanto dice Gazzola, il ciclista si permette di tutto, se la polizia mettesse un controllo ai semafori e su qualche marciapiede, con le multe farebbe cassetta, non parliamo dei sorpassi che ti fanno a destra, e da ultimo non commentare mai la loro maleducazione perché poi ti rispondono adeguatamente con quella e con il dito.
Sono i padroni della strada....Che vadino nelle stradine del piano Aiuto con la bella stagione
RispondiElimina