Il periodo molto particolare che stiamo vivendo fa emergere il meglio come il peggio della nostra democrazia, un valore fragile costruito nei secoli e che non deve mai considerarsi acquisito per sempre; mette pure in evidenza il venir meno della certezza, un bisogno cui l’uomo moderno non sa o non vuole assolutamente rinunciare. Il confinamento decretato da un’autorità liberamente eletta ha messo dunque in crisi i cittadini elettori, che si sono sentiti improvvisamente limitati nel loro agire e precipitati nel dubbio. Stiamo tutti, anche chi sarebbe chiamato a dare risposte scientificamente sicure, vivendo con fatica un tempo incerto.da tinews
E chi, come il sottoscritto, è un estimatore del dubbio, dovrebbe avere la forza (che non ha) di Cartesio per dare l’avvio a un nuovo inizio servendosi proprio del dubbio, trasformandolo da debolezza a punto di forza. Questo in generale. Ma anche nel tempo incerto, affinché ci sia democrazia, alcuni valori devono essere irrinunciabili, cioè certi. Due esempi ormai noti, a costo di annoiare. In Ticino quest’anno gli esami di maturità sono stati cancellati, come cancellate sono state le elezioni comunali. C’è un nesso tra i due provvedimenti? Sì: entrambi sono stati presi dal Consiglio di Stato per “motivi sanitari”. Ancora: tutti e due sono stati contestati, con buone ragioni, ma apparentemente non sufficienti per essere condivise da tutti. Se mi posso permettere un paragone con il gioco del calcio, anch’esso sospeso per motivi sanitari: siamo all’ultimo ‘rigore’ dopo aver disputato i supplementari di una finale di coppa. Dovesse entrare il pallone nella rete il calciatore regalerebbe la vittoria alla squadra dei gialli, dovesse sbagliare vincerebbero i rossi. Possiamo incolpare il giocatore qualora non riuscisse a segnare? Direi proprio di no; anzi nessuno di noi avrebbe desiderato essere al suo posto. Questo per dire che in momenti maledettamente difficili come questi che stiamo vivendo, ogni scelta è ardua e discutibile. Con buoni argomenti da ambo le parti. Sempre? No. Ci sono dei capisaldi che in uno Stato di diritto vanno salvaguardati e che devono (appunto) essere certi. Come l’esercizio della democrazia da parte dei cittadini elettori; come l’operosità di un Parlamento in un Cantone che si vuole democratico e liberale; come, si parva licet, la conclusione di un percorso di formazione con gli esami di maturità. In particolare di fronte a spiegazioni inaccettabili, come la sospensione di una elezione comunale (in corso per corrispondenza) “per motivi psicologici” e l’annullamento della seduta del Gran Consiglio del 4 maggio “dopo aver sentito il medico cantonale”.
È bene dunque che chi ha la responsabilità di governare si ricordi sempre delle ‘regole del gioco’ democratico e dei valori fondanti di uno stato di diritto, che non possono essere confusi con le opinioni personali giuste o sbagliate che esse siano.
Considerazioni condivisibili, un qualche dubbio sulla frase finale: alcuni dei nostri governanti confondono spesso le famose regole del gioco, con l'esposizione della muscolatura .
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